Centro Culturale Italo Romeno
Milano

Cultura

Armando Santarelli. Defascinazione cioraniana (II)

Armando Santarelli. Defascinazione cioraniana (II)

A conclusione di queste brevi riflessioni, vorrei precisare che per chi scrive Cioran rimane uno scrittore straordinario. Mentre continuo a leggerlo con piacere e interesse, noto che oggi i piatti del romeno sono preferiti a quelli di molti letterati engagés, perché veloci e gustosi, ma anche sapidi e sazianti; a mio parere lo studio di Cioran su Tolstoj (La paura più antica, nella Caduta nel tempo) e il contributo sugli ebrei (Un popolo di solitari, nella Tentazione di esistere), non hanno rivali nella saggistica breve dedicata a questi temi.

Armando Santarelli. Defascinazione cioraniana (I)

Armando Santarelli. Defascinazione cioraniana (I)

Primavera del 1997: sono a Milano, ospite dei Fratelli delle Scuole Cristiane dell’Istituto «Gonzaga» di Via Vitruvio. Ho una giornata libera, e dopo la colazione decido di entrare nella libreria sita accanto all’Istituto; do un’occhiata ai best seller del mese, poi mi dirigo verso lo scaffale degli Adelphi.

A. Baconsky – Dante – Botticelli  viaggio tra l’immagine e la parola

A. Baconsky – Dante – Botticelli viaggio tra l’immagine e la parola

Coincidenza curiosa e inquietante: quella mattina aveva finito di correggere le bozze di un suo lavoro sulle illustrazioni di Sandro Botticelli alla Divina Commedia. Quanti – a quei tempi – non dico in Romania, ma in Italia conoscevano i disegni del Botticelli? La serie completa, che era di 92 tavole, ha subito nei secoli parecchie vicis-situdini e ora la parte più cospicua, 85 pergamene, si trova nel nuovo Kupferstichkabinett, che ha riunito le raccolte dei due Musei statali di Berlino e 7 pergamene (con 8 tavole) che provenivano dalla collezione della regina Cristina di Svezia, sono conservate alla Biblioteca Apostolica Vaticana.

In uscita presso Rediviva: “Breve storia dei romeni”di Nicolae Iorga – prima edizione nel 1911

In uscita presso Rediviva: “Breve storia dei romeni”di Nicolae Iorga – prima edizione nel 1911

 In occasione del 150° anniversario della nascita di Nicolae Iorga (1871 – 1940), la casa editrice romena Rediviva Edizioni del Centro Culturale Italo-Romeno di Milano propone la ripubblicazione del volume “Breve storia dei romeni – con speciale considerazione delle relazioni coll’Italia”, pubblicata nel 1911 in occasione delle festa del cinquantenario italiano, omaggio di un popolo fratello ed amico da parte della Lega Culturale dei Romeni – per celebrare il grande storico romeno, accademico e fondatore di importanti istituzioni culturali sia in Romania sia in Italia. Contemporanea adesso come nell’anno della pubblicazione dell’opera (1911), utile per la conoscenza e per la memoria adesso come allora, forza di unione in passato tra il popolo romeno e quello italiano mantenuta fino in presente da tanti punti di vista, economici, culturali, letterari e soprattutto linguistici.

  Conoscere l’opera di Iorga sui romeni – scrive nella prefazione George Gabriel BOLOGAN, ambasciatore di Romania in Italia –  con speciale considerazione delle relazioni con l’Italia è un immergersi nella storia profonda di una nazione che più di qualunque altra è rimasta vicina al Bel Paese ed è l’unica al mondo che porta nella sua radice il nome di Roma, con una presenza di tante famiglie miste e di oltre un milione di persone che portano ogni giorno il loro contributo all’economia e alla vita sociale della loro seconda patria. 11 È un viaggio nella conoscenza dell’Europa, con un approfondimento della storia militare, politica, dell’architettura, della letteratura e della cultura nel suo senso più completo, riuscendo ad arricchire l’orizzonte della cultura generale da parte del lettore.

Uno strega Est-Europeo

Uno strega Est-Europeo

“Noi narratori dell’Europa orientale abbiamo sulle spalle uno zaino di storie che non sono state ancora raccontate”. Nessun dubbio, in proposito: ogni scrittore, in fondo, resta figlio del suo tempo e del suo Paese, di luoghi dove le storie del quotidiano esplodono in epifanie aurorali e magiche; e l’Europa dell’est, come hanno dimostrato in passato tutti gli scrittori di questa grande area geografica e culturale, è piena di luoghi e di storie ancestrali e misteriose, che spiegano o all’opposto si rivelano in contraddizione con ciò che si è oggi, e proprio per questo rivestono un interesse (oltre che una piacevolezza) eccezionale.

 SULLE  ORME  DEGLI  DEI di Armando Santarelli

 SULLE  ORME  DEGLI  DEI di Armando Santarelli

Dopo aver parlato tanto di Romania, torno con questo articolo all’altro mio amore, che ha preceduto quello per la patria di Eminescu: la Grecia. Della Grecia ho scritto poco (Monte Athos a parte) e tuttora mi chiedo perché. Credo di poter dare una prima risposta; il mio amore per la Romania è più fisiologico, carnale, terreno, legato a una natura forte e rigogliosa, che chiede di essere percorsa con emozione e un filo di inquietudine. E’ dunque un amore più immediato, più facile da raccontare, perché si nutre dei colori delle stagioni, di montagne e forre boscose, di pareti a strapiombo che precipitano nel letto di fiumi e torrenti; e poi, nella stessa misura, dei canti e dei versi del dor e della jale, del vigore concettuale dei letterati romeni, di una spiritualità sensibile, della comprensione per le sofferenze di un popolo oppresso da una storia dolorosa.

L’amore per la Grecia è invece misterioso, quasi assurdo, perché lo hai dentro prima ancora di calcarne il suolo. Sai soltanto che ha a che fare con un periodo storico ben definito, con un mondo denso di conquiste culturali e sociali; ma queste sono rappresentazioni – rifletti – com’è possibile che io senta di amare così intensamente un luogo che conosco solo attraverso i libri? Domanda che non pare affatto retorica quando torni alle pagine di Hölderlin, che pur non essendo mai stato in Grecia voleva risuscitare nel mondo moderno il culto degli dei; o a quelle di Keats, che non conosceva né la Grecia né il greco, ma era affascinato dai miti e da tutto ciò che promanava dall’antica Ellade…  

L’amore per la Romania di Patrick Leigh Fermor (VI)

L’amore per la Romania di Patrick Leigh Fermor (VI)

Con la conoscenza della Moldavia, e di altre regioni romene, l’amore di Paddy per la Romania si consoliderà. I romeni non potranno che essere orgogliosi del fatto che siano state la Grecia e la Romania le terre che più hanno toccato il cuore del maggiore scrittore di viaggi del Novecento.

Romania. Un viaggio tra parole e musica, evento in occasione della Giornata della Lingua Romena, Villa Borromeo D’Adda

Romania. Un viaggio tra parole e musica, evento in occasione della Giornata della Lingua Romena, Villa Borromeo D’Adda

In occasione della Giornata della Lingua Romena, il Centro Culturale Italo Romeno con il sostegno del Comune di Arcore – Assessorato alla Cultura e in collaborazione con GRASP Milano – Global Romanian Society of Young Professionals Milano e la Chiesa ortodossa romena di Arcore hanno il piacere di invitarvi martedi 31 agosto 2021, dalle ore 19 45 alle 21 00  ad un incontro letterrario e musicale.

L’appuntamento che si svolgerà nella bellissima cornice di Villa Borromeo D’Adda di Arcore (MB) vedrà la partecipazione di Mariana PREDA (Amsterdam) con un recital al Flauto di Pan [Romanian Rhapsody no.1 (arrangement) – George Enescu, Childhood memories – C’era uno Volta nel West — Tema d’amore-Gabriel’s Oboe – Ennio Morricone, Quattro Divertimenti per flauto op. 127 – Paolo Miccio Lo Monaco, Romanian Folk Suite – Grigoras Dinicu/Bela Bartok].

Interverranno:

Ida GARZONIO: Romania negli anni’60. Momenti e ricordi in fotografia; Violeta POPESCU: Lingua romena – lingua neolatina. “Si dice romeno o rumeno?”; Cristina SERBAN – GRASP Milano: I vincitori della prima edizione del Concorso letterario e di disegno rivolto ai bambini e ragazzi romeni nati in Italia – bando avviato nel mese di giugno 2021 per iniziativa dell’associazione GRASP Milano – Global Romanian Society of Young Professionals con il sostegno da parte di Digi Mobil Italia.

L’amore per la Romania di Patrick Leigh Fermor (V)

L’amore per la Romania di Patrick Leigh Fermor (V)

Il romeno è ricco di parole che esprimono sfumature di tristezza; il lungo, trascinato monosillabo dor indica un’infelicità vaga, ansiosa, non focalizzata, una generica nostalgia (ma può anche assumere il significato specifico di desiderio amoroso frustrato): ‘Mi e dor’, ‘Ho dor’, cioè ‘Mi struggo’, senza alcun oggetto o motivo esplicito, è un’espressione che si trova spesso sulla bocca dei contadini. Un’altra parola, che ho sempre ritenuto la migliore per indicare un irreparabile abbattimento è zbucium; la depressione moldovalacca si condensa nell’assoluto sconforto di questo spondeo disperato: Mi e zbucium…”.

Paddy sa bene che la malinconia delle steppe, la nostalgia e la sehnsucht dei luoghi aperti non appartengono solo alla Romania; e tuttavia pensa che il sentimento espresso da parole come dor e zbucium, come pure dalle doine, sia tipicamente romeno. Innamorato di quelle nenie, di cui ha già parlato, ne ribadisce l’incanto: “La doină è un’emanazione dei campi, dei villaggi, delle pianure, infinitamente lenta e con lunghe pause e melodie inafferrabili, di una bellezza incantevole (…) Ci si ferma, si ascolta e si capisce come solo le scansioni e l’ordine imposti da queste trenodie rendano sopportabile l’incombente consapevolezza che tutte le cose che spezzano il cuore sono qui, e che tutte sono vane”.

L’amore per la Romania di Patrick Leigh Fermor (III)

L’amore per la Romania di Patrick Leigh Fermor (III)

Percorse altre miglia incontrando solo mandrie e carri trainati da robusti cavalli, dinanzi ai viaggiatori compare il gigantesco massiccio dei Carpazi, “che scalava il cielo sollevandosi come un’onda”. Più precisamente, sono i Monti Făgăraş, la selvaggia regione dei valacchi e dei peceneghi delle antiche cronache, luogo dove abbondano orsi e lupi. Arrivati nella città di Făgăraş, gli amici si rendono conto che i tempi della fuga si sono allungati pericolosamente, in particolare per Angéla. Invertendo la rotta, un meraviglioso paesaggio si offre alla vista: “Sulla sinistra, l’enorme massa dei monti si ergeva in un susseguirsi di ripide pieghe. Burroni alberati incidevano le alture pedemontane, mentre i versanti più alti erano fasciati di scure foreste da cui emergeva la roccia nuda, in una confusione di gobbe e picchi frastagliati. Lassù in cima, come sapevamo, una miriade di laghi e laghetti occhieggiavano verso il cielo…”. Sembra di essere dinanzi ad un dipinto, e ciò non deve stupire: Fermor fu anche un discreto pittore, e del pittore ha il senso delle forme, dei giochi di luce, del valore di uno scorcio o di un dettaglio.

Più avanti, seguendo per alcune miglia il corso del fiume Olt, due siti si impongono all’attenzione: i resti diroccati di Cârţa, la più antica costruzione gotica della Transilvania, abbazia cistercense del XIII secolo che Mattia Corvino soppresse a causa dell’immoralità dei monaci; e il campo di battaglia in cui Michele il Valoroso aveva sconfitto l’esercito del cardinale Andrea Báthory, principe di Transilvania, la cui testa fu offerta al vincitore da alcuni siculi.

Mezzo millennio di lingua romena. “La lettera di Neacșu di Câmpulung” 1521

Mezzo millennio di lingua romena. “La lettera di Neacșu di Câmpulung” 1521

La storia del primo documento in lingua romena, vecchio di 500 anni e conservato fino ai giorni nostri, inizia per caso, come tutte le storie belle, sorprendenti, che ti cambiano il corso della storia per sempre. Il documento originale venne conservato, dal suo ritrovamento fino ad oggi, nell’Archivio Nazionale della Romania del comune di Brasov, situato nella regione storica Transilvania che costituisce la parte centrale ed occidentale della odierna Romania. Quindi se vogliamo vederla da vicino per la sua unicità oppure consultarla in formato elettronico tramite questa organizzazione che mette a disposizione del pubblico una ricca raccolta di documenti medievali anteriori all’anno 1600, basta cercare la “Collezione di documenti Stenner – Serie 1 Slavo Romena numero 472”.

L’amore per la Romania di Patrick Leigh Fermor (II)

L’amore per la Romania di Patrick Leigh Fermor (II)

Dopo il solstizio d’estate, la meravigliosa campagna di Romania offre il meglio dei suoi tesori. Arrivano le pannocchie arrostite e le trote di montagna, le ciliegie, le fragole, le albicocche, gli squisiti meloni e i lamponi. Il gusto piccante della paprika viene attenuato dal cetriolo tagliato in scaglie finissime e dal selz spruzzato nei bicchieri di vino dove galleggiano pezzetti di ghiaccio ricavati dalla neve invernale conservata in grotte sotterranee. I carri stridono sotto il peso delle albicocche, eppure gli alberi ne sono ancora carichi; i frutti sono messi a fermentare in grossi tini, l’odore dolciastro si spande ovunque, e già a mezzogiorno lo spirito distillato comincia ad abbattere, come un cecchino, un contadino dopo l’altro.

L’amore per la Romania del più grande scrittore di viaggi del Novecento: Patrick Leigh Fermor [1]

L’amore per la Romania del più grande scrittore di viaggi del Novecento: Patrick Leigh Fermor [1]

Con questa pubblicazione si apre il riassunto-commento di Armando Santarelli – che avrà cadenza settimanale – a due eccezionali libri di viaggio, Fra i boschi e l’acqua e La strada interrotta, nei quali l’inglese Patrick Leigh Fermor, considerato il maggiore travel writer del Novecento, dedica alla Romania pagine straordinarie. E’ a questo scrittore che dobbiamo le indimenticabili parole che troviamo nel secondo dei libri citati: “Tutto ciò che aveva a che fare con la Romania iniziò a emanare un incanto contraddittorio e potente”.

In uscita: “I confini dell’autofilosofia di Cioran” di Irina Turcanu, ed. Rediviva 2021

In uscita: “I confini dell’autofilosofia di Cioran” di Irina Turcanu, ed. Rediviva 2021

Il breve studio dedicato al pensiero di Emil Cioran intende proporre una lettura inedita della filosofia del pensatore romeno naturalizzato francese. Non più poeta, né filosofo, ma sulla scia dell’autofiction, genere letterario molto diffuso negli ultimi decenni, si cerca di cogliere gli elementi organici e biografici del pensiero cioraniano. Impossibile, dunque, fare astrazione della condizione di esule di Cioran. Cosa significa scrivere in un’altra lingua? In che modo una cultura diversa dalla propria incide sulla produzione di un pensatore? Se la condizione dell’esule, da un lato, svincola, attraverso lo sradicamento, dagli obblighi della tradizione, dall’altro spinge a una ricerca continua di uno spazio proprio, in cui piantare nuove radici. In Cioran questo spazio, questo terreno è rappresentato dalla lingua. Ma rinunciare a scrivere nella propria lingua madre, cosa produce? Di nuovo, quali libertà concede e quali forzature ne conseguono?

Armando Santarelli: Il messaggio ecumenico del “Diario della felicità” di Nicolae Steinhardt, rivista Tendopoli – aprile 2021

Armando Santarelli: Il messaggio ecumenico del “Diario della felicità” di Nicolae Steinhardt, rivista Tendopoli – aprile 2021

Invito tutti a procurarsi questo testo, edito in Italia da Rediviva Edizioni. Nessuna teologia speculativa, nessuna dottrina astrusa o precettiva: solo la realtà, l’esempio di un’adesione convinta al messaggio di Cristo.
Perché “fare del bene è l’unico capitale di cui possiamo disporre ogni momento, ed è la regola più egoista, perché lei sola dà la tranquillità e la pace interiore”.

Nicolae Dabija. Un uomo, un amico, uno scrittore – ricordi, testimonianze, omaggi

Nicolae Dabija. Un uomo, un amico, uno scrittore – ricordi, testimonianze, omaggi

“È scomparso un grande letterato e tutta la letteratura piange la sua morte. È scomparso uno scrittore e l’Unione degli Scrittori piange la sua scomparsa. È scomparso un grande accademico, l’Accademia delle Scienze di Moldova e di Romania piange la sua scomparsa. È scomparso un grande uomo, l’intera umanità piange la sua scomparsa. Ma quando a morire non è solo uno scrittore, un accademico, un intellettuale, ma un uomo come Nicolae Dabija, piange l’intera comunità spirituale romena.” (l’incipit dell’elogio funebre dedicato a Nicolae Dabija da parte dell’amico Ioan Aurel Pop, Presidente dell’Academia Romena di Bucarest)

Evento online: La ricezione del volume “Diario della felicità” di Nicu Steinhardt in Italia

Evento online: La ricezione del volume “Diario della felicità” di Nicu Steinhardt in Italia

Edizioni Rediviva di Milano organiza un nuovo appuntamento online: 23 aprilie 2021, ore 20 30 dedicato al libro di Steinhardt: “Diario della felicità” (ed. Rediviva, 2017).
Sono passati 30 anni dalla sua prima pubblicazione (ed. Dacia, 1991, a cura di Virgil Ciomos) essendo uno dei libri più letti in Romania che ha cambiato la vita di molti lettori, un libro che ha mostrato a tutti noi il vero significato della parola libertà. “Jurnalul fericirii” (Diario della felicità) è stato pubblicato in traduzione italiana (1995, ed. Il Mulino) poi anche in francese e spagnolo.
Si parlerà dell’impatto che questo libro ha sui lettori italiani insieme a scrittori e giornalisti: Armando SANTARELLI, Antonio BUOZII e Dario FERTILIO.

La Quaresima – viaggio spirituale verso la Settimana Santa e la Resurrezione

La Quaresima – viaggio spirituale verso la Settimana Santa e la Resurrezione

Quaresima è eliminare ciò che è superfluo, ciò che è “in più”, in vari aspetti quotidiani della vita, nel cibo, nel parlare, lasciando posto a più essenzialità, più silenzio, più ascolto, più preghiera.
   Quaresima è invito ad investire le nostre energie fisiche e mentali, più del solito, nell’amore del prossimo con atti di empatia e carità, nella beneficienza con i ricavi delle proprie rinunce durante questo periodo – meno cibo per la purificazione del nostro corpo più cibo per i bisognosi – nel tempo maggiore dedicato alla lettura di testi religiosi e alla meditazione con la rinuncia alla visione della televisione ed agli incontri mondani – infatti stando alle regole della chiesa ortodossa questo è un periodo che ricorda le sofferenze di Cristo e quindi non appropriate alle feste che sono vietate, come anche matrimoni e battesimi.

Per la Giornata Internazionale della Donna, la scrittrice Ingrid Beatrice Coman Prodan lancia il libro “Badante pentru totdeauna” (Badante per sempre) sul mercato editoriale romeno

Per la Giornata Internazionale della Donna, la scrittrice Ingrid Beatrice Coman Prodan lancia il libro “Badante pentru totdeauna” (Badante per sempre) sul mercato editoriale romeno

Le iniziative romene per promuovere i diritti delle donne, non solo nella Giornata internazionale della Donna perché non basta più un solo giorno, sono molte ogni anno ed uno di questi eventi è stata la promozione on line del libro “Badante pentru totdeauna” (Badante per sempre), della scrittrice Ingrid Beatrice Coman Prodan, che ha scelto questo giorno speciale per le donne, per onorarle ancora più di quanto ha fatto fino adesso, con le parole, con la scrittura e con i fatti. La sua scrittura, simbolica, metaforica, intima, si rivolge principalmente al mondo femminile, che grazie alla sua naturale ed abbondante empatia si immedesima in ognuna di loro, le ascolta con pazienza, soffre e ride insieme, punta i riflettori su quelle invisibili agli occhi della società e valorizza il loro operato sminuito spesso.

La Romania è Donna. Un’ambasciatrice, una scrittrice, una senatrice ed un’esperta d’arte

La Romania è Donna. Un’ambasciatrice, una scrittrice, una senatrice ed un’esperta d’arte

Insieme a quattro invitate speciali, la produttrice e moderatrice Mihaela Crăciun della Televisione Romena Internazionale, ha portato nello studio il dibattito dal titolo “L’uguaglianza di genere – un modo nuovo di essere”, come opportunità di riflessione sul progresso ottenuto dal movimento per i diritti delle donne, ma anche un richiamo per la continuazione della lotta contro la discriminazione e la violenza sulle donne. Quattro donne, quattro personalità, quattro modelli, la stessa visione: le donne sono più capaci di quanto si è creduto per molto tempo ed è giusto avere l’opportunità di dimostrarlo. La donna che si prende cura di noi a casa, nel nostro Paese, parla a nome di tutti e trova soluzioni per la sicurezza e lo sviluppo della comunità, impersona la forza della politica. La donna che si prende cura di noi all’Estero, che trasmette i nostri valori e ci rappresenta come comunità, ci difende e ci esalta, personificazione della forza della diplomazia.

Felice “Mărțișor” e una bella Primavera!

Felice “Mărțișor” e una bella Primavera!

L’appuntamento annuale del tradizionale Festival di Primavera in bianco e rosso si è svolto sabato, 27 febbraio e quest’anno per la prima volta, costretti dal periodo più buio dei nostri tempi a rimanere distanti, ci siamo ritrovati davanti agli schermi dei propri computer, pur di non rinunciare all’emozione della condivisione e del divertimento all’interno delle comunità che festeggiano insieme il 1 Marzo la Festa della Primavera.Alla fine, la forza di volontà e l’amore per le tradizioni che ci definiscono come nazione, hanno vinto e ci siamo addatati ai nuovi modi di comunicazione on line e al nuovo metodo di stare insieme. Ovviamente non è la stessa cosa, le percezioni sono attutite, le emozioni tardate in funzione del segnale wi fi, i gesti rallentati, intoppi di audio e tutto un po’ irreale. Ma alla fine della puntata on line, dopo presentazioni, dimostrazioni, emozioni – abbiamo raccontato, riso, cantato e ballato, ci siamo scambiati gli auguri di Felice Mărțișor e Una bella Primavera, nella lingua madre – bulgaro, romeno, moldavo – e nella lingua di adozione – italiano, il successo è stato garantito dall’impegno passionale degli organizzatori e di tutti i partecipanti, in più dimostrato dalle oltre 3000 visualizzazioni su facebook!

    Romania Magica – La Valle delle Fate

    Romania Magica – La Valle delle Fate

Vivere in prima persona un luogo fatato è tutt’altra cosa che guardare le centinaia di fotografie che pullulano in rete ormai da qualche anno postate da migliaia di turisti incuriositi da questo luogo unico. Nonostante la varietà di leggende e fiabe folcloristiche romene con protagonisti fate, nani, streghe, re e regine, nessuno si aspetterebbe di trovare davvero una casa delle fate in mezzo ai boschi ai piedi dei Carpați (a 40 km da Sibiu, nelle vicinanze del comune di Porumbacu). Ti accorgi subito, appena imbocchi il sentiero nascosto alla vista dei passanti ignari dell’esistenza di questo posto remoto, che l’aria che respiri è diversa, come se fossi entrato in un’altra dimensione del tempo, un universo immaginario che abbiamo tutti sognato da bambini che procura un senso di spaesamento, tutto qui ha mantenuto la sua autenticità, lontano dalla frenesia della vita di città. Angoli così belli da sembrare quasi un cliché, ognuno dei quali offre un’immagine da cartolina. Un luogo che assomiglia ad un set cinematografico per la sua grande bellezza naturale ed un punto di partenza ideale per spettacolari escursioni e scalate dei Monti Făgăraș, tra cui le mete Punta Negoiu, il lago glaciale Călțun, la cascata Șerbota.

21 febbraio. La Giornata internazionale della lingua madre

21 febbraio. La Giornata internazionale della lingua madre

Nel 2016 una risoluzione dell’ONU rafforzò anche il motivo per cui la giornata è stata istituita spiegando che è necessario “promuovere la conservazione e la salvaguardia di tutte le lingue usate dalle popolazioni del mondo”.
Esistono 7000 lingue parlate sulla terra, ma più della metà è a rischio di estinzione per via della globalizzazione, insieme a loro scomparendo anche il patrimonio culturale ricco di usanze tradizionali.

Ed in questo giorno di festa, ognuno per la propria lingua, che tutti percepiamo meglio l’importanza del proprio idioma e la grande valenza culturale che la propria lingua ha nel paese in cui si vive.

I romeni e gli italiani hanno un passato comune di emigrazione ed immigrazione e quindi uno scambio culturale e linguistico continuo. In Italia esiste una minoranza romena ed in Romania una minoranza italiana, infatti le associazioni italo-romene e romeno-italiane sono numerose in ogni aspetto sociale. La lista della personalità rumene di origine italiana sarebbe lunga da elencare: attori, scrittori, registi, giornalisti, medici, cantanti, tutti professionalmente molto apprezzati e spesso presenti in prima persona nella difesa della comunità rumena in Italia

145 anni di Brâncuși e di arte infinita

145 anni di Brâncuși e di arte infinita

145 anni di Brancusi perché quest’anno la Romania celebra 145 anni dalla nascita dello scultore romeno più famoso al mondo e autore prolifico di sculture moderne cariche di simboli e spiritualità arcaica della sua terra romena.
Tutti i romeni, e non solo, conoscono bene Brancusi e tutti abbiamo conoscenze sia scolastiche sia da letture private dei dettagli delle sue opere e della sua vita, in parte romena, in parte francese. Non sempre però ci ricordiamo di metterlo nell’elenco delle personalità romene famose quando qualche straniero ci chiede di parlargli della nostra terra, privilegiando gli scrittori, i poeti e gli sportivi.

  C’era una volta una festa, si chiamava Dragobete

  C’era una volta una festa, si chiamava Dragobete

C’era una festa dedicata all’amore, in tutte le sue varietà e per tutte le forme di vita: uomini, animali, insetti e vegetali. E in quel giorno speciale, tutto l’universo si risvegliava dopo una lunga pausa di riposo invernale. La luce del sole tornava ad essere più forte e più calda, riusciva a sciogliere un po’ di neve, abbastanza da aiutare i piccolissimi bucaneve a sbucare finalmente, e a rendere vivace il verde crudo dei primi vegetali primaverili. Gli uccelli riprendevano a canticchiare timidamente e a volare brevemente da un ramo ad altro, già pronti a pensare alla prossima nidiata. Gli insetti spuntavano per metà dalle tane annusando con le antenne l’aria di festa e si promettevano di sgusciare completamente magari in tarda mattinata a festa già iniziata. Poi gli animali, sorpresi dalla ripresa improvvisa della natura, esploravano l’ambiente con cauzione e tra la scoperta di una macchia d’erba fresca e il grande traffico di un formicaio, giocavano spensierati, divertendosi come bambini a rincorrersi e mordendosi leggermente, la loro dimostrazione di affetto. Ma la festa, per gli uomini, era di un’importanza fondamentale perché in quel giorno seminavano tanto amore da farlo durare tutto l’anno, infatti dicevano che chi non festeggiava tutto il giorno sarebbe rimasto tutto il resto dell’anno infelice e solo.