Con la decisione dell’Assemblea dell’Accademia romena nel 2000, la festa dell’Accademia romena viene celebrata ogni anno il 4 aprile.
L’Accademia Romena, l’istituzione di alta cultura del Paese, aveva manifestato la vocazione della Romania unificata prima ancora che questa esistesse come stato nazionale unitario. Il progetto nazionale è stato alla base dell’Accademia Romena nel XIX secolo, quando i suoi padri fondatori unificarono il Paese prima sotto l’aspetto culturale, offrendo all’élite romena un modello d’integrazione politica e territoriale. Quindi, nel 1866, quando la Guardia Reale decise di creare la Società Letteraria Romena, nominando i primi quattordici membri del grande foro accademico, tutti questi fondatori provenivano da province che erano sotto un dominio straniero: tre erano originari della Transilvania (George Bariţiu, Timotei Cipariu e Gavriil Munteanu), due del Banato (Andrei Mocioni e Vincențiu Babeş), due di Maramureș (Iosif Hodoș e Alexandru Roman), due della Bucovina (Alexandru Hurmuzaki e Ambrosiu Dimitrovici), tre della Bessarabia (Alexandru Hâjdeu60, Constantin Stamati e Ioan Străjescu), due originari del Sud del Danubio (Ioan Caragiani e Dimitrie Cozacovici). Nell’anno seguente (1867) si unirono a loro anche i rappresentanti delle province della Moldavia – annessa nel 1859 – (Vasile Alecsandri, Costache Negruzzi, V. Urechia, Nicolae Ionescu) e della Valacchia (Ion Heliade Rădulescu, August Treboniu Laurian, C. A. Rosetti, Ion C. Massimu, Titu Maiorescu). Due esponenti della Valacchia, Laurian e Maiorescu, provenivano dalla Transilvania oppure avevano origine transilvana. Possiamo dire che l’Accademia Romena fu fondata nel 1866 con l’aiuto degli intellettuali “dell’altra Romania”, quella ancora in attesa, quella che avrebbe dato nel 1918 la vera dimensione della patria.
Si compiva quindi la profezia di Mihail Kogălniceanu – un altro membro dell’Accademia, originario di una famiglia che viveva sotto un dominio straniero – del 1843, quando, all’apertura del corso di storia nazionale presso l’Accademia Mihăileană di Iaşi, definì la patria come tutto quel territorio dove si parlava la lingua romena.
Fino alla Grande Unione, i Transilvani, i romeni della Bucovina e della Bessarabia mostrarono il loro potenziale intellettuale, la loro creatività, il loro talento organizzativo e la loro vocazione europea.
Tratto dal libro – L’identità romena di IOAN AUREL POP, ed. Rediviva, Milano 2019