Dalla necessità di spostare visioni, ripensare concetti, annodare fili e reinventare prospettive nasce INNESTI –...
Dalla necessità di spostare visioni, ripensare concetti, annodare fili e reinventare prospettive nasce INNESTI –...
Il ponte che da il titolo alla manifestazione di Bicocca si costruisce anche e, forse, soprattutto, sulla condivisione della cultura: questo il messaggio che il gruppo di intellettuali romeni: insegnanti, scrittori, studenti, ricercatori lancia con la sua opera preziosa di gemellaggio culturale italo-romeno. Mettere in risalto in occasione la “Giornata dei Romeni all’estero” – penso sia una grande considerazione per l’importanza della grande presenza romena in Italia. In questo contesto la partecipazione di Violeta Popescu come rappresentante del Centro culturale italo-romeno di Milano e della casa editrice Rediviva ha portato una testimonianza concreta di cosa significhi operare in senso multiculturale.
Settimana di Studi Intensivi dalla Facoltà di Teologia di Lugano - Università Svizzera Italiana - svolta tra il 15-19...
Il tempo scorre lento, tra le rughe solcate su visi sereni, tra le mani piene di calli dei contadini che tornano dai campi con gli attrezzi sulle spalle, cadenzato dallo scricchiolio dei carretti trainati dai cavalli, carichi di fieno, letame, persone o raccolti vari, a seconda della stagione in cui ti fai il loro incontro; tra le grida dei bambini che giocano liberi per le strade polverose, tra le risate complici delle donne affaccendate… il mondo del villaggio, dal nord al sud della Romania, evoca, come in una ballata popolare, una sorta di vissuto ciclico, quasi mitico, di questa terra mioritica.
Stando ad una statistica dell’Ue, Cluj-Napoca è la città più amica degli stranieri. Cluj Napoca è anche polo nazionale di crescita nell’industria IT, vantando 20 mila giovani che studiano o lavorano in questo settore.
Il caso dei romeni in Italia non può essere certo assimilato per i numero a quello dei messicani negli Stati Uniti (13 milioni) o degli indiani negli Emirati Arabi Uniti (2,9 milioni), tuttavia presenta caratteristiche molto significative
Verso la fine degli anni ’70, più del 60% della popolazione romena ascoltava assiduamente le trasmissioni della stazione radio Radio “Europa Libera” che venivano trasmesse da Monaco.
I lavoratori stranieri assunti dagli imprenditori direttamente nel paese d’origine, oppure coloro i quali avevano lasciato la propria casa ed erano emigrati in Romania in piccoli gruppi, alla raccomandazione di quelli venuti prima, ambivano a tornare anche negli anni successivi ed erano cercati, apprezzati e ben pagati da parte dei loro datori di lavoro romeni.
Vasile Alecsandri (1819- 1890), poeta romeno con un un ruolo importante sia prima che dopo l’unificazione dei Principati Romeni, e stato uno dei personaggi molto attivi per il riconoscimento del giovane stato romeno.
Oggi i romeni occupano in Italia il primo posto tra le comunità di immigrati. Si tratta di una comunità onesta, diffusa nel territorio, che lavora soprattutto in edilizia, cura della persona, agricoltura, alberghi e ristoranti.
Una tra le più grandi promesse del regime comunista riguardava l’uguaglianza tra i sessi. Friedrich Engels, nella sua opera intitolata La donna, la Famiglia e le Origini della Proprietà Privata affermava che: «L’emancipazione delle donna sarà possibile allorquando quest’ultima potrà partecipare al processo di produzione su scala sociale e quando i compiti domestici occuperanno solamente una piccola parte del suo tempo […]. Diventa quindi evidente che la prima promessa riguardo l’emancipazione della donna sta nella reintroduzione della stessa nell’industria di stato»
Il primo caso di regolamento di conti del dopoguerra fu anche il più clamoroso e riguardò Lucreţiu Pătrăşcanu. Con alle spalle una famiglia ricca e raffinata, una laurea in legge conseguita a Lipsia, di acuta intelligenza, Pătrăşcanu era l’unico esponente del PCR che per maniere e cultura fosse all’altezza dei leader dei partiti democratici.
Il 5 Maggio quest’anno significa per la comunità romena in Italia e per il resto del popolo romeno rimasto in patria, la Pasqua ortodossa, che ha volte cade nello stesso giorno della Pasqua cattolica,ma più spesso nella domenica che segue la prima luna nuova dall’equinozio di primavera.
Una recente indagine (Vacaru, 2013) dimostra, inoltre, che il modello della famiglia tradizionale continua a essere debitamente apprezzato tra i romeni, in quanto considerato una scelta di vita responsabile, e che, più della base economica (comunque necessaria), gli immigrati romeni ritengono un valore preminente il sostegno affettivo-relazionale.
Pertanto la donna continua ad essere vista come madre e lavoratrice. Ma il 1984 porta con se una svolta: la copertina della rivista “La Donna”, il più rappresentante mezzo di propaganda tra le donne del tempo, inizia a promuovere le figure di Nicolae ed Elena Ceauşescu
Io non credo che la Romania si trovi in una situazione catastrofica. La Romania della televisione, sì, certo, la Romania della stampa è sull’orlo dell’Apocalisse, i romeni si uccidono, si tirano sotto con la macchina, si odiano, si disprezzano, rubano, mentono, imbrogliano, distruggono, la corruzione scorre loro nelle vene e l’incompetenza guida ogni loro mossa.
Gheorghe Carageani La sua attività di traduttore dal romeno in italiano è relativamente ridotta. Traduce lo...
Ho pagato per leggere Galimberti e scopro di leggere Noica, Giulia Sissa o chi sa chi? Questo fatto, di per sé commerciale, attraverso il quale vengo semplicemente “fregato”, mi sembra l’epifania brutale di tutta l’ingiustizia implicata nel plagio
La rinuncia al romeno da parte di Cioran ha segnato il suo distacco, in quanto intellettuale, dalla Romania, un distacco che si è realizzato in entrambi i sensi:
l’autore si è allontanato ideologicamente dai pensatori romeni, ma anche essi
L’inconveniente di essere nati. Emil Cioran già dai primi scritti si mostra come sostenitore e critico dell’Occidente. Egli si trova vicino all’Occidente del passato ed alle sue gloriose imprese, mentre l’Occidente del suo presente gli sembra caduto in un inesorabile letargo.
Così titola la collana di poesie di Ana Blandiana, una delle più raffinate poetesse romene ed è da quell’albero che nascono i talentuosi frutti come le opere del pittore Madalin Ciuca.
Se la cultura letteraria romena moderna seppre raggiungere livelli di qualità e di espressione fra I più alti in Europa fin dalla fine del secolo scorso si deve in maniera sostanziale all’opera di un precoce e grande poeta e letterato: Mihai Eminescu.
Se da una parte l’immigrazione dei romeni in Italia in questi anni ha avuto come motore principale la ricerca di un’occupazione stabile e la ricerca di un futuro migliore, dall’altra gli imprenditori italiani e le società più importanti hanno intrapreso un percorso diverso rispetto alla vecchia delocalizzazione italiana in Romania degli anni ’901
La Romania può vantare fra i più belli dell’Europa Centrorientale: vette alpine, altopiani, terreni carsici che si confondono nelle stepe, pianure sterminate e lunghe coste, dalle infinite gradazioni. Fra i più spettacolari ci sono Carpazi e il Delta del Danubio, la palude più estesa in Europa.
Lo scambio dei flussi migratori ha origini antiche. La domanda che ci si deve porre è: “Romeni in Italia o italiani in Romania?”. Un tempo i flussi migratori tra Romania e Italia avevano una tendenza inversa a quella attuale: fin dai tempi dell’Impero Austro-Ungarico erano intere comunità del Trentino, del Friuli o del Veneto a trasferirsi in Romania e in particolare nelle sue regioni geograficamente più vicine all’Italia. Di molte di queste comunità, in cerca di un futuro migliore, si è perso il ricordo 1.
“Racconti dall’Epoca d’Oro”, scritta da Cristian Mungiu – il direttore di “4 mesi, 3 settimane e 2 giorni” – in sei parti, prodotto da diversi registi, con ogni segmento ricreando in maniera sardonicamente divertente uno mito urbano che fioriva durante il regime repressivo del dittatore Nicolae Ceausescu, la cosiddetta età d’oro della storia romena.
Dopo la caduta del regime Ceauşescu, la realtà riguardante l’immigrazione cambia in maniera paradossale. Non si può più parlare di un esilio forzato, costretto da una realtà durissima come quella della dittatura comunista del regime Ceausescu. Dopo tanti anni vissuti come in una galera, in una chiusura da tanti punti di vista, una volta strada aperta, i romeni hanno cominciato a provare l’esperienza dell’Occidente, per alcuni con tanti rischi. Non è un segreto per nessuno la ragione per quale tanti romeni hanno lasciato il paese: la ricerca di una una vita migliore dal punto di vista economico.
A questa minoranza storica appartiene anche il valoroso scrittore Dieter Schlesak, nato nel 1934 a Sighişoara, a non più di 100 chilometri dalla cittadina natale di Capesius. Tutti e due erano “sassoni”, cioè discendenti di quei coloni che i re di Ungheria avevano portato dalla Germania e che
Il pubblico presente al convegno 26 maggio 2010, Pallazzo delle Steline di Milano; Foto: Cornel Toma, Adevarul...
Anche in Italia si può parlare di resistenza attraverso la cultura, infatti, a Roma nel 1957, un importante gruppo d’intellettuali romeni ha messo le basi della Società Accademica Romena per meglio affermare i valori culturali e scientifici portati dalla diaspora. Questa Accademia, con un’esistenza di tredici anni ed un’attività culturale e scientifica prodigiosa, raggruppava nomi di riferimento dell’esilio culturale romeno.