Il testo che qui si presenta, Il sangue e il grano, è un ‘ritratto’ della complessa figura del pittore Vincent van Gogh, sotto forma di un commento a una raccolta epistolare del pittore con il fratello Theo, lettere che testimoniano la sofferta formazione dell’uomo e dell’artista. Alla voce del pittore si affianca, in controluce, la voce di Carlo D’Urso; nel suo commento sembra di sentire l’eco lontana dei traduttori e poligrafi medievali che appuntavano ai margini delle “Scritture” il loro pensiero, un’aggiunta di “verbo” al “verbo”, una superfetazione evangelica.