Igor Stravinsky affermava che “la natura della musica stessa ha già in se la forza di esprimere tutto”. Quanto è difficile però capire questo?
Igor Stravinsky affermava che “la natura della musica stessa ha già in se la forza di esprimere tutto”. Quanto è difficile però capire questo?
Il mestiere di medico è un mestiere privilegiato, ha avuto sempre una posizione a parte nella società, legata al fatto che il medico è colui che prova a curare uno stato di sofferenza…
Emil Cioran (Răşinari, 8 aprile 1911 – Parigi, 20 giugno 1995) fu un filosofo, scrittore e saggista. Dalla seconda guerra mondiale fu in Francia con lo statuto di apolide. Scrive in romeno fino al 1947. Nel 1949 pubblica il Sommario di decomposizione, opera che ha già riscritto 4 volte prima che sia pronta per la pubblicazione. Da quel momento scriverà in francese, con un’attenzione particolare alla lingua che ne fa uno dei migliori prosatori nell’idioma di Molière.
I romeni hanno preso il posto degli albanesi quali “uomini neri” nell’immaginario collettivo specie dopo l’ingresso della Romania nell’Unione Europea e il conseguente massiccio afflusso in Italia di romeni di etnia rom. I media continuano a non fare alcuna distinzione tra romeni e rom (anche nei casi in cui i rom non sono romeni ma originari di altre aree dell’Europa Orientale) e quindi deformano gravemente la realtà. Originariamente, nei confronti dei romeni prevaleva una certa stima soprattutto per la loro capacità di lavoro e la loro facilità nell’apprendere l’italiano.
Con l’insediamento del cosi-detto “governo democratico” il 6 marzo 1945, assistiamo alla nascita del regime ateo-comunista in Romania. Come accaduto nell’Unione Sovietica il regime comunista si oppose alla Chiesa cristiana romena considerandola come un’istituzione ostile per l’ideologia atea. In questa situazione la Chiesa ortodossa romena, la maggiore confessione in Romania, aveva due alternative: combattere apertamente contro il regime comunista oppure adottare un atteggiamento di moderata chiusura e di coabitazione.
La “passione” per l’urbanistica accomuna e caratterizza tutti i regimi totalitari: fondare città nuove, cambiare quelle esistenti, erigere monumenti sono gli atti fondamentali di un sistema politico che si prefigge il controllo delle coscienze, e quindi manipolazione della memoria, individuale e collettiva.
Sono stato premiato per alcuni articoli pubblicati sulla rivista Internazionale, testi in cui avevo affrontato la questione delle migrazioni in Italia e più specificatamente l’immigrazione dalla Romania.
L’accento, ecco, l’accento è importante. Non tradirti, non scivolare sulle parole, tieni solo il sentiero di quelle che ti vengono alla perfezione. Non devono sentire che sei straniero. Ma sopratutto, non devono capire che sei romeno. E poi i vestiti: non puoi permetterti un abito logoro o una maglietta trasandata. Povero e straniero è un pericoloso binomio. Se concedi alla gente di mettere insieme le due cose sei veramente nei guai. Perciò vestiti bene. La giacca grigia, la camicia celeste, benchè un po’ sbiadita dai troppi lavaggi, ecco, così va meglio, sembri quasi un dottore, o un funzionario di banca, un notaio o un professore.
Era l’anno 1978, il 4 marzo per la precisione. Mi ricordo benissimo quel giorno. Davvero, sono arrivata come turista. Allora avevo 10 dollari in tasca, non conoscevo la lingua, non avevo amici qui e l’unica cosa preziosa che possedevo era il bagaglio del mio mestiere. Guardando indietro non posso dire del tutto di essere scappata. Io amavo ed amo il mio paese, andava tutto bene dal punto di vista professionale, però credo che i giovani siano assetati di vedere cose nuove, di conoscere, di misurare le proprie forze: quella era una meravigliosa possibilità di fare concretamente qualcosa. L’Italia, nel periodo in cui arrivai io, era in un momento di grande sviluppo culturale, si prestava incredibile attenzione all’arte, e soprattutto alla danza.
Episodio 1: Un millennio e mezzo di storia di Delia Radu I rom sono la minoranza più numerosa in Europa. Secondo le...
Come risaputo, la Romania ha avuto i suoi tempoi difficili e il suo tributo pagato all’oppressione comunista. Molti si sono visti passare tutta la vita sotto il regime, altri solo la giovinezza o l’infanzia. Per tutti è stato un pesante fardello da portare e ha lasciato una profonda e indelebile traccia nella loro memoria. Pur avendone fatto le spese solo per 23 anni, la scrittrice Ingrid Coman cerca, in qualche modo, di farsi carico di tutto questo dolore ancora nascosto, portarlo alla luce e trasformarlo in parole da offrire al lettore desideroso di comprendere.
Questo album del caricaturista Ion Cojocaru brucia e pizzica essendo la tragicomica fotografia di un tipo di ‘democrazia’ esistente nell’area post-comunista, che non si può sbarazzare delle tradizioni totalitariste e che, in ultima istanza, spinge la società in una crisi acuta, economica e politica, il cui risultato è quello per cui il popolo impoverito cerca la salvezza, attraverso l’emigrazione di massa verso i paesi europei
‘… Prima di tutto gli sono serviti alcuni anni di esperienza per inventare i ‘101 metodi per fare soldi in Italia’, che, secondo l’idea di quelli si sono avventurati al largo, crescono direttamente sugli alberi. Ma appena arrivato in questa terra sognata, subito ci si rende conto che qui ‘ognuno si arrangia da solo!’. Il caricaturista Ion Cojocaru, europeo integrato, grazie alle sue caricature, ci fa scoprire delle verità che conosciamo molto bene’.
Aglaya Veteranyi
‘Perché il bambino cuoce nella polenta‘ – romanzo; Luciana Tufani Edizioni. “Dio parla lingue straniere? Può capire gli stranieri? Oppure gli angeli siedono in cabine di cristallo e traducono?”
La favola del bambino che cuoce nella polenta viene raccontata alla piccola protagonista di questo romanzo per esorcizzare la sua paura più grande, per sostituire ogni volta che il terrore dilaga il suo incubo più minaccioso con uno ancora più spaventoso.
“Vengo da molto lontano, dall’inizio del secolo, quando Cézanne era ancora vivo e Picasso non aveva ancora spezzato le forme. Ed erogato di essere un pittore” (Il volume di memori di Corneliu Baba, “Appunti di un pittore dell’Est” /Însemnările unui pictor din Est, casa editrice della Fondazione Culturale Romena, ottobre 1997). Corneliu Baba nato a Craiova (distretto di Dolj), nel 1906, si spegnerà a Bucarest, nel 1997. Ha vissuto due guerre mondiali, tre cambiamenti radicali del sistema politico, un secolo di vita. Forse il più importante pittore figurativo dell’Europa dell’Est, Corneliu Baba è stato testimone del ventesimo secolo dall’inizio alla fine.
Dopo i concerti straordinari sostenuti dal gruppo psaltico ‘Stavropoleos’ nelle Basiliche Santa Maria Gloriosa dei Frari e San Marco, sabato, 13 dicembre, ore 18:30, l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia ha continuato la serie di manifestazioni festive con la presentazione dell’edizione italiana del volume ‘Icone su vetro di Sibiel. Il Museo Zosim Oancea’ di Giovanni Ruggeri, con una prefazione del dott. Lorenzo Streza, Arcivescovo di Sibiu e Metropolita di Ardeal, e una postfazione del dott. Dorin Oancea.
Norman Manea è nato nel 1936 a Suceava, in Bucovina (Romania del Nord). Tra i cinque e i nove anni, per le sue origini ebraiche, è stato internato con la famiglia in un campo di concentramento del regime fascista rumeno, in Ucraina. Ha vissuto la sua giovinezza nella Romania stalinista del dopoguerra e, dalla metà degli anni Sessanta, ha sperimentato come uomo e come scrittore la dittatura di Ceauşescu.
Il presente saggio si proporre come un breve sguardo dal punto di vista storico sul regime parlamentario romeno fino alla Rivoluzione del dicembre 1989. La storia del Parlamento della Romania inizia in Valacchia, dove fu adottato un documento costituzionale, il Regulamentul Organic(1831-1832);
Ştefan Luchian (1868-1916) il poeta plastico dei fiori
Nato nel 1868, in Moldavia, e scomparso nel 1916, a Bucarest è stato il fondatore della scuola romena di pittura contemporanea, chiamato il poeta plastico dei fiori. Ştefan termina nel 1889 la Scuola delle Belle Arti (Bucarest), ottenendo la medaglia di bronzo per un ritratto e per uno studio di natura.
Nicolae Grigorescu (1838-1907)
è considerato il fondatore della pittura romena moderna. Ha cominciato a dipingere a Bucarest come allievo del pittore ceco Anton Chladek e ha continuato con dei affreschi nelle chiese di Băicoi, Căldăruşani, Zamfira, Agapia. Nel 1861, grazie all’aiuto di Mihai Kogălniceanu, politico ed uomo di cultura, riesce ad ottenere una borsa di studio a Parigi.
Nativo di Dobriceni – Olt (nel 1932), Sabin Bălaşa si è spento l’anno scorso. Ha ultimato i suoi studi nel 1955 all’Accademia di arti plastiche “Nicolae Grigorescu” – Bucarest, per poi venire in Italia dove ha frequentato corsi specialistici all’Accademia di Siena (1965) e Perugia (1966). Bălaşa ha assimilato in modo personale e creativo le tradizioni dell’Arte Rumena ed ha studiato con interesse e passione la storia e la mitologia del popolo rumeno dando vita ad un universo fantastico di grande forza ideale e spirituale al di fuori del tempo e dello spazio Storico.
“La Romania non ha nulla da invidiare agli altri paesi europei!” (Lorenzo Bernorio, coordinatore delle attività di ricerca dell’Osservatorio sulla reciproca percezione d’immagine tra italiani e romeni)
Scrivere sulla cultura del tuo popolo, quando ti trovi a 2000km distanza del tuo paese, significa commozione, responsabilità e “tensione” nella terminologia di Murray Krieger (“La teoria della critica”). Scrivere di Mircea Cărtărescu, il più grande poeta, prosatore e critico romeno e, per di più, il tuo professore durante la Facoltà, è un onore. Dopo tanti anni, ho incontrato Mircea Cărtărescu (nato a Bucarest, nel 1956), il 6 di settembre, a Mantova, al Festival della Letteratura.
Dinu Lipatti nacque a Bucarest, nel 1917, in una famiglia benestante di musicisti. Nonostante la sua breve vita (è morto, all’età di 33 anni, a Ginevra dov’era professore al Conservatorio), è diventato un pianista di fama mondiale. George Enescu è stato proprio il suo padrino. Lipatti arrivò secondo al Concorso Internazionale per pianisti di Vienna nel 1934.
è uno dei più celebrati compositori e violinisti romeni. Questo “talento precoce”, come lo chiama Lazăr Şăineanu (Dizionario universale della lingua romena, 1995, pagina 240), è nato a Şipotele Sucevei. Prima Ciprian Porumbescu si chiamava Gołęmbiowski.
Poeta latino (Sulmona 43 a C – Tomis 17 d C). Sulmona oggi si trova in provincia dell’Aquila, Tomi è l’antico nome della città romena di Costanza sulla sponda occidentale del Mar Nero.
I villaggi di Maramures sono una galleria grande d’arte popolare. Fra di loro, il villaggio di Sapanta con il suo cimitero allegro rappresenta un posto di un’ originalità stupefacente.
Conosciamo il patrimonio UNESCO della Romania
La lista dei monumenti dichiarati dall’ Unesco “Patrimonio dell’umanità” comprende anche 31 siti sparsi in tutta la Romania che possono essere grupati in 7 categorie:
Forse pochi sanno che il più antico museo della Romania è il Museo Brukenthal di Sibiu, attualmente anche uno dei maggiori del paese
Più di un’ora che la stanno massacrando e ancora si muove, come se la vita, nel frastuono dei calci e delle grida, non trovasse il punto giusto da dove uscire. “Ancora ti muovi, schifosa?” ripete ostinato Matteo, corrugando la fronte e facendo svolazzare i suoi ricci rossi mentre picchia con la punta della scarpa nel ventre della creatura. Cerca di dosare i suoi colpi in modo da ucciderla senza spaccare la pelle bianca e tenera della sua pancia: gli hanno appena regalato gli scarponcini scamosciati chiari, se ne è vantato per tutto il pomeriggio, e non vuole sporcarli.