Centro Culturale Italo Romeno
Milano

Stefan Coles, violinista

Mar 16, 2009

Stefan Coles

Stefan Coles

Stefan Coles – violinista, direttore artistico, Accademia Europea di Musica, Erba

Parlando in termini non musicali e riferendoci alla musica che stiamo per ascoltare, diciamo che è tempestosa, drammatica o semplicemente che ci piace o non ci piace. Igor Stravinsky affermava che “la natura della musica stessa ha già in se la forza di esprimere tutto”. Quanto è difficile però capire questo? Quale è lo sforzo di un melomane per arrivare a capire questo concetto? Lei come musicista cosa ne pensa?

La musica si distingue dalle altre arti perché è astratta. Questo permette a chi l’ascolta di liberare la propria immaginazione in diverse direzioni e sentimenti contrastanti. Possiamo ritrovarci a reagire in modi diversi di fronte allo stesso brano in base alle nostre esperienze intellettuali, estetiche ed emotive e la corrispondenza più appropriata o meno ad esso ci porta a dire che questa musica ci piace o non ci piace.

All’età di tredici anni ha vissuto un momento importante della vita. Nella Romania degli anni ’70 quando era quasi impossibile andare all’estero, è andato per la prima volta in tournée con un gruppo di giovani in Svezia. Questo momento ha segnato in qualche modo il futuro della sua vita?

Ero in quel momento allievo del Liceo musicale numero 1 a Bucarest. A quell’epoca esisteva inoltre l’obbligo di frequentare anche altre sedi come La casa dei pionieri – Casa Pionierilor – riconoscimento dato ai bambini del regime comunista. L’opportunità, con questo viaggio, di prendere contatti con un mondo tutto nuovo, il mondo Occidentale, è stata per me una grande fortuna, ma al contempo motivo di grande turbamento, spesso ricordato da chi mi era vicino. Possiamo dire che quel fatto condizionò sicuramente le mie decisioni future.

Lei ha seguito la strada della preparazione musicale già da bambino. Cosa ricorda degli anni dell’adolescenza, quali valori culturali e umani Le sono stati da guida?

Sono nato a Bucarest in una famiglia appassionata di musica classica. Frequentavamo i concerti, in casa ascoltavamo musica lirica e sinfonica e tutto questo mi ha portato a scegliere questo profilo. Ho avuto poi la fortuna di abitare proprio vicino al Liceo musicale. Direi che ho cercato di sfruttare al massimo gli anni dell’adolescenza per la mia preparazione frequentando una scuola completa che offriva elementi di cultura generale insieme a quelli più tecnicamente legati alla musica. La scuola era strutturata con esami che selezionavano ogni anno i più meritevoli e molti allievi arrivavano dall’intero Paese.

Il ricordo di ottimi insegnanti per quello che concerneva letteratura, estetica, storia dell’arte ma anche fisica e matematica è per me sempre vivo. Ho cercato di seguire sempre il loro esempio umano.

Capisco che da un certo punto di vista il Liceo musicale di quell’epoca dava già una preparazione musicale di livello anche per chi poi non avrebbe seguito un corso accademico musicale, la strada del Conservatorio.

É proprio così! Una compagna di studi, per esempio, che ha fatto solo il Liceo Musicale è diventata un importante medico ma come pianista non professionista ha suonato in numerosi concerti e in sale importanti avendo grandi soddisfazioni.

Proseguendo il cammino, Lei ha sostenuto l’esame di ammissione all’Accademia. Molte generazioni di violinisti ricordano il maestro Stefan Gheorghiu, considerato un fondatore della scuola violinistica romena. Gran parte dei suoi allievi sono diventati solisti e musicisti riconosciuti a livello mondiale. Lei come ricorda questo maestro?

Provo per lui una particolare stima. Nonostante non ho avuto la fortuna di frequentare la sua classe in Accademia, “ho rubato” così più che potevo dai miei colleghi, suoi allievi e amici musicisti. Ho invitato il Maestro Stefan Gheorghiu più volte in Italia all’Accademia di Erba per tenere delle masterclass dove molti giovani violinisti italiani di valore hanno preso parte, cosa che ha consolidato il nostro rapporto. Credo che sia una delle personalità più rappresentative della scuola interpretativa romena.

È vero che per le generazioni di quegli anni la cultura e l’arte rappresentavano il vero rifugio da una realtà dura che peggiorava ogni giorno di più?

Certamente! Posso testimoniare che non esistevano alternative. Cercavamo così il bello nella musica, nell’arte, dal momento che non era presente nella nostra realtà. Uno degli obiettivi di uno studente accademico era di avere la miglior preparazione possibile per ottenere a fine studi un’assegnazione dignitosa di un posto di lavoro. Solo una solida preparazione ci poteva dare la speranza di una professione certa insieme a quella di poterci confrontare con altre realtà culturali, uscendo anche dal Paese con tournée ed eventuali contratti all’estero. Io ho seguito la sezione strumentale violino che mi dava la possibilità, oltre che di suonare in un’orchestra sinfonica, anche di insegnare presso il Conservatorio, oppure in un Liceo musicale. La graduatoria finale costituiva molte volte una tragedia per uno studente. Quelli del nord potevano essere inviati a lavorare al sud del Paese e viceversa e questo era motivo di doloroso sradicamento.

E per Lei come sono andate le cose?

In questo senso mi reputo fortunato perché sono rimasto all’orchestra sinfonica della Radio-Televisione di Bucarest già prima di aver conseguito il diploma di laurea in seguito ad un concorso. La mia graduatoria ufficiale mi avrebbe mandato a Ploiesti, città che dista sessanta chilometri da Bucarest. L’orchestra sinfonica della Radio-Televisione ricopriva un ruolo di prim’ordine nel panorama musicale romeno. Eravamo sotto la direzione del Maestro Iosif Conta, ma in questa circostanza sono venuto in contatto con molti musicisti di fama internazionale e solisti ammirevoli. Poter rimanere in questa istituzione non mi ha risparmiato comunque certe sofferenze. Mio padre è stato generale dell’esercito, aveva fatto tutta la seconda guerra mondiale sul fronte est ed ovest, motivo di colpa per il regime! Questa situazione mi ha determinato grosse difficoltà per l’assunzione in orchestra. La verifica del mio “dossier” non dava esito positivo e non ricevevo nessuna spiegazione o informazione sui reali motivi legati alle mie difficoltà burocratiche nonostante mio padre avesse scritto una lettera di spiegazioni ufficiali ai più alti livelli dello stato dove riteneva ingiusta la punizione del figlio per atti del padre legati ad un determinato contesto storico.

“Intervista tratta dal volume “Personalità romene in Italia”, di Violeta Popescu, Edizioni dell’Arco, Milano 2008.

Stefan COLES – Laureato in violino e pedagogia all’Accademia di Musica di Bucarest, prosegue il perfezionamento a Sion in Svizzera e a Cremona con Salvatore Accardo. Già primo violino di spalla del Teatro Regio di Torino nel 1982, è stato primo violino di spalla al Teatro Massimo di Palermo dal 1988 al 1991. E’ promotore e direttore artistico dell’Accademia Europea di Musica di Erba, essendosi sempre interessato all’insegnamento, all’estetica musicale ed alla musica contemporanea. Membro di importanti complessi da camera, collabora con “I Musici” di Roma, partecipando a concerti, festival e tournèe in Europa, Asia e America. Ha registrato per la Philips, Claves, Ricordi e per RAI. Ha fatto parte di numerose giurie di concorsi nazionale e internazionali. Tiene da diversi anni Master class di violino e musica da camera in Germania, Italia, Croazia e Spagna. Suona uno strumento di “scuola napoletana” di fine 700.

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