1 Marzo 2009, Donne – Balletto con coreografia di Gheorghe Iancu all’Opera Naţională Bucureşti
di Sabrina Maria Arpini
Il Balletto Donne s’ispira all’omonima e ben poco conosciuta novella di Anton Cechov scritta nel 1891; Gheorghe Iancu aveva già approcciato Anton Cechov realizzando nel 1987 una versione coreografata delle “Tre sorelle” con protagonista la danzatrice italiana Carla Fracci. Donne è andato in scena la prima volta il 26 Febbraio 2002 commissionato appositamente per il corpo di ballo fiorentino Maggiodanza e con questo balletto il Maestro Iancu si è appieno inserito nell’illustre schiera dei “coreautori”. A distanza di sette anni questo balletto vincitore del premio Danza & Danza sarà rappresentato All’Opera Nazionale di Bucarest il 1° marzo e seguiranno repliche. L’Artista d’origine romena con Donne ritornando all’autore Cechov mette in scena, con sensibile scavo psicologico e drammatico degno del “dancedrama”, la vicenda di Masha una figura degna di reggere il confronto con Tatiana di Puskin che non sommette la “ragione” al “talento” ed Anna di Tolstoj che accetta il suo destino.
Fedele alla struttura della novella Iancu adotta la tecnica del flash-back iniziando la narrazione dal commiato di Masha, che in prigione per aver avvelenato il marito, la scia la figlia all’amante che se ne prenderà cura come se fosse sua figlia.Prende vita così la storia che nella versione del maggio fiorentino, si snoda in 7 scene a cui fanno sfondo le classiche betulle autunnali che ci riportano all’atmosfera della grande Russia, mentre l’ambientazione voluta dal coreografo e negli anni ’40.
Il magistrale capolavoro dell’artista Iancu, ha trasformato il gentil sesso in una forza vendicatrice e sottolinea questa licenza d’interpretazione dando al figlio della protagonista le sembianze di una bambina, che alla fine con il veleno in mano, fa presagire il suo futuro di giovane Erinni.
Questo balletto appare raffinatissimo, curatissimo nella scelta delle musiche (Rachmaninov, Šostakovič, Stravinskij, Hindemith e canti ortodossi) limpido nella partitura coreografica che esaltala profondità dei sentimenti espressi in un linguaggio neoclassico intriso comunque di dinamica moderna; lanci, prese in arabesque, Lifts, esasperati allongés, piqués in attitude, danno corpo alla poetica cechoviana del “ non detto” marcando nel contempo in una frenetica legazione di passi e movimenti, la tempra sanguigna di tutta la vicenda. Nella coreografia ci sono degli straordinari momenti di teatro espressionista dove gli abiti femminili funerei si intrecciano in una danza fatale.
Un capolavoro da non perdere, che permette di vedere il solido lavoro di Gheorghe Iancu trasformato in un’esemplare coreografia dotata di sentimento e tecnica, connubio difficilissimo che riesce solo a chi è veramente un grandissimo artista e vive dal dentro la danza con un’intensità realmente fuori dal comune.
Piccola precisazione per i lettori: i termini scritti in italico e grassetto sono termini di danza accademica, passi che esistono nel balletto Donne.