Marco Antonio Canini è considerato un patriota e filologo. Nasce a Venezia nel 1822. Nel 1849 combatte nella difesa di Venezia e, dopo lungo esilio nella Penisola balcanica e in Oriente, partecipa alla guerra del 1866. Trasferitosi a Parigi, vi pubblica nel 1868 un libro di ricordi (‘Vingt ans d’exil’), poi, rimpatriato, insegna lingue nella Scuola superiore di Venezia. Autore della canzone patriottica ‘Addio, mia bella, addio’. Vi sono poche parole che definiscono a breve la vita di Marco Antonio Canini.
Ci soffermeremo in questo piccolo saggio ad una parte importante della sua vita – i suoi ragioni di conoscere la Romania (Principati Romeni) e partecipare nei diversi modi alla sua vita politica, sociale e culturale.
Avvicinamento dell’Italia verso la Romania
Il suo arrivo nei Principati romeni è stato favorizzato dal contesto creato degli anni seguenti alla rivoluzioni del 1848 quando si è notato un avvicinamento tra le opinioni pubbliche romena e italiana. Il contesto era dato del fatto che entrambi i popoli si trovavano in una lotta simile per la loro unità nazionale e così sentivano una simpatia reciproca e sostegno. nel cui ambiente si era sviluppata l’idea di comune origine e di solidarietà latina. Una parte dell’intellettualità romena nutriva un vero e proprio culto per l’Italia, vista come terra sacra degli antenati romani, da dove si erano avviati verso il Danubio anche gli avi dei Romani – i legionari e i coloni di Traiano. Dall’altra parte, gli italiani scoprivano con soddisfazione quest’inaspettato compagno sentimentale, che simpatizzava le idee italiane. Nato a Venezia nel 1822 Antonio Canini ha seguito gli studi giuridici a Padova. Durante la rivoluzione del 1848 si è impegnato come segretario dell’intendente dell’esercito veneto o esercitando un’attività pubblicistica politica. Le sue idee radicali sono concluse con l’incarcerazione e poi e stato espellato dal paese. Si è rifugiato poi in Grecia. Durante la guerra di Crimea (1853-1856) inizia a mandare le notizie al giornale Opinione di Torino.
Sostenitore dell’unificazione dei Principati Romeni
Il desiderio di conoscere il popolo romeno gli era stato appreso dalla lettura di uno scritto critico di Augustin Treboniu Laurian- il patriota romeno transilvano.
Si stabilisce con la sua famiglia a Bucarest avendo il modo di conoscere il paese ed i suoi uomini politici nel contesto importante politico di unificazione dei Principati Romeni. Grazie al sentimento della origine latina e di una fratellanza italo-romena Marco Antonio Canini si sentiva molto attaccato verso Romania. Fu sostenitore fervente dell’unificazione politica dei principati romeni, strinse amicizie con membri marcanti della scena politica romena, scrisse un’ode per elogiare il principe Alessandro Giovanni Cuza, quando era eletto come primo sovrano della Romania unita. A Bucarest provo a mettere in pratica la sua propaganda culturale di costituire un collegio italiano a Bucarest, l’ideea che non si è conclusa. Nel 1858 pubblica un saggio intitolato ‘Studii istorice asupraoriginei natiuni romane ‘ e si impegna dare lezioni di lingua e collaborando ai diversi giornali. Parlava e scriveva molto bene la lingua. Segue un periodo in cui Antonio Canini si coinvolge nei piani politici da Bucarest.
Un progetto di Confederazione danubiano-balcanica
Le sue idee vanno nella direzione di un progetto di Confederazione danubiano-balcanica, una confederazione sulle rovine dell’impero asburgico, nella quale dovevano entrare tutti gli stati e le nazionalità balcaniche.
Corrispondente di guerra sul fronte di indipendenza romena 1877
Nella primavera del 1877 troviamo Antonio canini di nuovo nei Principati Romeni come corrispondente del giornale ‘Pugnolo’ di Napoli sul fronte romeno. In sei mesi di lavoro come inviato principale del giornale, Canini manda moltissime corrispondenze dei momenti principali della guerra del 1877. Con il suo spirito Canini rivendicava l’indipendenza e l’integrità della Romania di fronte al potente alleato russo. Durante la grande battaglia di Plevna, canini fu forse l’unico corrispondente rimasti vicino ai soldati romeni, a differenza dei suoi colleghi. Ci sono delle corrispondenze piene di bravura per i soldati romeni. Proprio E stato il momento in cui Canini propose al governo romeno l’organizzazione di un corpo di volontari romeni.Ha assistito alla proclamazione dell’indipendenza romena a 9/21 di maggio 1877.
Le relazioni reciproche si sono ampliate dopo che, nel 1877, la Romania ottenne l’indipendenza. Per ragioni di affari, o per diversi altri motivi, assai numerosi cittadini italiani vennero a visitare la Romania; alcuni si stabilirono là, soltanto nelle città portuali lungo il Danubio e il Mar Nero.Un anno dopo lanciò ancora uno di quei progetti che erano diventati per lui quasi una ossessione: colonizzare con italiani la provincia marittima Dobrugia, riunita con la Romania, dopo secoli di dominazione ottomana.
Un romantico e viaggiatore instancabile
Nella sua vita ha svolto numerose e frenetiche attività: viaggiò un po’ dappertutto, scrive libri sulla Romania, fece delle traduzioni di brani della letteratura romena in italiano, e viceversa, delle traduzioni in romeno di qualche libretti operistici, come per esempio: Maria di Rohan di Donizetti, La Traviata e Il Trovatore di Verdi, Norma di Bellini. Nel 1866 si fermò per un tempo a Parigi. Egli pubblicò il libro di memorie intitolato Vent’anni di esilio. Fu stato testimone dei terribili avvenimenti entrati nella storia come “La Comune di Parigi”
Per questi ragioni alcuni lo hanno chiamato “un avventuriero”, un instancabile viaggiatore conservando nella sua anima l’invincibile nostalgia per gli anni della sua gioventù, per quell’epoca di generosi slanci, di pazzia creatrice di storia.
Fu per questo che, ad un giudizio superficiale, compare come un personaggio anacronico, e l’imprevedibilità dei suoi atti, fu potuto essere tassata come spirito di avventura.
La sua costante e commovente amicizia per la Romania gli ispirò in un certo momento queste parole profetiche: “Spero che, un giorno, Italiani e Romeni possano darsi la mano, per liberare i fratelli irredenti di ambo i paesi”.
Canini è morto il 12 agosto 1891 a Venezia.
A cura (traduzione) di Violeta P. Popescu
Bibliografia
George Cioranescu – Romania si ideea federalista, Ed.Enciclopedica , Bucuresti 1996
Camil Muresanu, In templul lui Ianus, Editura Cartimpex, Cluj Npaoca 2002
Rissorgimento – Esperienze e confronto, Editura Anima, 1979 – Francesco Guida- Marco Antonio Canini e la Romania – 1856-1879