Centro Culturale Italo Romeno
Milano

Voci dal passato: alla scoperta delle figure simbolo: Ghe. Calciu Dumitreasa

Giu 6, 2012

All’interno del fenomeno della lotta anticomunista nei paesi dell’Europa occidentale, la Romania, nonostante siano passati 23 anni dalla caduta di Ceausescu e con esso del regime comunista, occupa tuttora un ruolo marginale.

I recenti sforzi di far conoscere meglio il dissenso e l’opposizione attiva del popolo non sono risultati sufficienti a far cadere degli stereotipi ben radicati nel tempo e nelle coscienze. Poche notizie, pochi i personaggi di rilievo conosciuti, pochi anche i documenti consultabili.

Le ragioni di questo ritardo possono risultare complesse, varie e da analizzare in modo approfondito. In questo articolo però appare più utile soffermarci su una serie di personaggi a testimonianza delle personalità dell’epoca, per approfondire la loro conoscenza, la memoria, i lavori, l’impegno, le sofferenze e le persecuzioni subite. Sicuramente non mira a essere uno studio esaustivo né una ricerca approfondita e documentata sulla storia del comunismo in Romania, materiale che comunque si trova in numerosi studi con facilità .

Fare chiarezza sul proprio passato, riconoscere errori e crimini commessi significa fare un’essenziale ‘pulizia morale’. Dopo anni di silenzi dalla caduta del comunismo in Romania, soltanto tardi le autorità hanno deciso di creare un Istituto per l’investigazione sui crimini compiuti durante il periodo socialista dal 1945 al 1989, in grado di ricostruire le verità di quegli anni. Nasce cosi il Centro internazionale di studi sul comunismo che avrà il compito di fare luce sui crimini commessi nel periodo comunista.

La nuova istituzione, nata nel 2000 compie ricerche accurate sugli abusi commessi in Romania tra il 1945 e il 1989, dall’instaurazione della dittatura comunista fino al suo crollo con la rivoluzione dell’89. Molti di questi sono vittime del regime socialista o parenti dei dissidenti che hanno subito la dura repressione. Visto però che in quel periodo, come noto,le fonti di informazione erano fortemente controllate gli storici ritengono difficile, se non impossibile, fare una stima del numero di persone decedute o perseguitate.

In Romania inoltre, in ritardo rispetto ad altri paesi che hanno vissuto la stessa situazione politica , solo dal 2000 è consentito l’accesso agli archivi dell’ex polizia politica. La legge n.187 del ’99 da accesso ai dossier ai membri del cosiddetto Collegio, appositamente costituito, salvo a quelli che riguardavano la sicurezza nazionale.

Il comunismo e la persecuzione

Quando si parla dell’epoca de aur (epoca d’oro) ci si riferisce al periodo della storia della Romania in cui il governo fu dominato dal Partito Comunista Rumeno,fondato l’8 maggio 1921 e rovesciato alla fine del dicembre 1989 dalla rivoluzione rumena.

I primi anni di governo comunista in Romania furono segnati da ripetuti cambiamenti, tutta la società era pervasa da agenti infiltrati e informatori della polizia segreta. Durante la prima fase dell’occupazione, in migliaia, furono imprigionate per ragioni politiche o economiche . Ci furono un gran numero di abusi, morti, incidenti e torture verso molte persone,principalmente oppositori politici.
Con l’occupazione sovietica del 1945 iniziarono le crudeli persecuzioni di ogni nemico reale o immaginario del regime comunista. L’Armata Rossa si comportò come forza di occupazione e arrestò chiunque desse l’idea che fosse un attivista fascista o anti-sovietico.

Furono coinvolti tutti gli strati della società, l’obiettivo principale furono le elites pre-belliche, come gli intellettuali, gli uomini di chiesa, gli insegnanti, gli ex politici (anche se avevano orientamenti di sinistra) e chiunque potesse far potenzialmente parte del nucleo di resistenza anti-comunista. Le prigioni esistenti furono riempite con prigionieri ‘politici’ e fu creato un nuovo sistema di campi per i lavori forzati, progettato sul modello sovietico dei gulag.

Tra i campi di prigionia più famosi ci furono SIGHET,GHERLA,PITESTI e AIUD; i lavori forzati furono istituiti anche nelle miniere di alluminio presso il Delta del Danubio. La prigione di PITESTI fu l’epicentro di un particolare ‘esperimento comunista dell’epoca la cosiddetta ‘rieducazione’, procedimento che si basava su torture psicologiche e fisiche fortemente debilitanti.
Durante il regime di Ceausescu, la libertà di produzione di notizie fu severamente limitata. Ci furono anche altri abusi e violazioni dei diritti umani, tipici dei regimi stalinisti. Il controllo della società divenne sempre più stretto,vennero installati sistemi di sorveglianza nascosta nei telefoni,la polizia segreta, la securitate arruolò molti più agenti, la censura fu estesa e furono riempiti elenchi di informazioni e rapporti riguardo a moltissimi cittadini. Nel 1989, secondo il CNSAS (Consiglio per gli Studi degli Archivi dell’Ex Securitate),un rumeno su tre era informatore della Securitate.

Al termine della rivoluzione, secondo i dati del ministero della Salute rumeno, i morti saranno 1104 (di cui solo 93 a Timisoara) e 3321 i feriti. Complessivamente la maggior parte delle vittime si avranno comunque a Bucarest con 564 morti (di cui 515 dopo il 22 dicembre).

Il numero dei morti riportato inizialmente dai media (decine di migliaia in tutta la Romania), si rivelarono col tempo falsi (fosse comuni inesistenti, morti di morte naturale portati fuori dagli obitori e cadaveri seppelliti da poco rimossi dai cimiteri presentati come vittime degli scontri.), costringendo successivamente alcuni quotidiani a scusarsi con i lettori per la superficialità con cui erano state riportate le notizie. Le smentite tuttavia non avranno né lo stesso spazio sui media, né ovviamente lo stesso impatto emotivo avuto delle notizie errate date durante la rivoluzione.

Testimonianze

Cominciamo le nostre testimonianze portando alla luce la personalità di PADRE GHEORGHE CALCIU DUMITREASA, figura di dissenso che per la sua storia riassume diversi periodi della resistenza rumena al comunismo.

PADRE GHEORGHE CALCIU DUMITREASA 1925-2006

‘in cella senza Dio, senza fede e senza perdono, non si sopravvive’

Padre Gheoghe Calciu Dumitreasca nato il 23 novembre 1925 a Mahmudia provincia di Tulcea, è uno dei testimoni più rinomati dell’epoca comunista rumena, dissidente e attivista nella lotta per i diritti umani, ha manifestato contro il regime per tutta la vita dimostrando una profonda devozione verso la chiesa ortodossa, verso il popolo rumeno e l’amata patria.

Dopo più di 21 anni passati nelle diverse prigioni comuniste di Pitesti, Gherla, Jilava e Aiud padre Gheorghe Calciu afferma: ‘ in cella senza Dio, senza preghiera e senza perdono, non si sopravvive’

La maggior parte della sua condanna l’ha trascorsa in isolamento. Durante la prigionia è stato maltrattato, umiliato e tenuto a digiuno.

Chi è padre Gheorghe?

All’età di 19 anni nel 1949 quando studiava medicina presso l’università di Bucarest, fu arrestato per la prima volta insieme a un gruppo di studenti che si opponevano all’instaurazione del regime comunista in Romania.

Nel 1951 venne condannato a morte, pena commutata successivamente in 20 anni di prigionia. Nel ‘58 venne trasferito nel carcere di Jilava, per trascorrere un periodo di ‘riabilitazione’, procedimento che si basava su torture psicologiche e fisiche fortemente debilitanti, nel reparto dello sterminio casimca ( cellule sotterranee, buie senza luce dove l’unica aria che si poteva respirare proveniva da tre fori situati sulle porte dalle quali scorreva continuamente acqua).

Fu rilasciato nel ’65 in seguito all’amnistia riservata a 250.000 detenuti politici; mosso da un forte richiamo spirituale, segue i corsi di filologia e teologia e riesce a laurearsi in Lingue moderne e Teologia diventando prete e docente presso il seminario ortodosso di Bucarest.

Il terremoto del ’77 dove numerosi suoi alunni perdono la vita, suscita in lui un richiamo alla testimonianza, un ‘terremoto delle coscienze’ (ndr Paul Coma, scrittore dissidente). Dopo il terremoto nella chiesa del seminario, il padre cominciò a predicare apertamente ai giovani che accorrevano numerosi ad ascoltarlo e per la prima volta nella chiesa Radu Voda, cominciò a pronunciare la prima delle sette prediche chiamate ‘parole rivolte ai giovani’ cuvinte catre tineri che hanno raccolto l’adesione di migliaia di giovani studenti provenienti da tutte le università della capitale.

Le sue prediche e le numerose proteste che continua a sostenere lo riportano continuamente nel mirino della securitate che reagiscono chiudendo la chiesa dove predicava e imprigionando gli studenti seminaristi.

I suoi sermoni portavano messaggi di speranza e soprattutto di protesta contro l’ateismo e i diversi indottrinamento del regime comunista. Nonostante l’intervento immediato della securitate e la chiusura del seminario centinaia di studenti universitari continuavano ad assistere alle sue prediche. Intorno al prete, ritenuto un pericoloso ex detenuto politico, si formò un gruppo compatto di persone disposte a seguirlo ad ascoltarlo e ad assumersi tutti i rischi che tali azioni comportavano.

Nel frattempo padre Gheorghe fonda il sindacato indipendente degli operai (Slomr) per la difesa dei diritti dei lavoratori e il dialogo con le autorità.

Successivamente nel 1979, dopo numerose minacce venne di nuovo arrestato sottoposto a pesanti interrogatori, condannato a 10 anni di prigione e alla confisca di tutti i suoi beni. Mentre il padre scontava la sua pena nelle prigioni già conosciute nella sua gioventù, la moglie e i figli restarono per strada, il sindacato venne sciolto e i giovani seguaci indagati e minacciati di morte.

La sua nuova condanna ha determinato l’accesa delle proteste da parte degli intellettuali già esiliati, nomi rinomati quali : Mircea Eliade, Virgil Ierunca, Eugen Ionescu, Monica Lovinescu, Paul Goma e di numerosi giornali occidentali che insieme si impegnarono per sostenere una campagna di solidarietà con la causa di Calciu.

Nonostante la violenza e il terrore che inculcava, il regime fu costretto a riconoscere l’esistenza di detenuti politici sul territorio. Allora anche le grandi organizzazioni non governative Amnesty International, Human Rights Watch, Radio Europa Libera si mobilitarono.

Dopo 5 anni e mezzo il 20 agosto 1984 sotto una forte pressione internazionale Ceausescu fu costretto a liberarlo grazie anche alla pressione internazionale da parte dei leader mondiali, personaggi illustri quali Margaret Thatcher, Ronald Reagan e perfino l’intervento di Giovanni Paolo II.

Contro la sua volontà nel 1985 venne espulso dalla Romania, nello stesso anno si trasferisce negli Stati Uniti. Tra l’85 e l’88 vive insieme alla famiglia a Cleveland. Lavora come muratore, come operaio, svolge qualsiasi tipo di lavoro non qualificato per assicurare una vita dignitosa alla famiglia.

Nel 1989 si trasferisce a Washington DC mettendosi a servizio della comunità rumena presso la parrocchia di ‘Santa croce’. Da quando ha cominciato a lavorare nella chiesa il numero dei fedeli è cresciuto in modo inequivocabile. Molte persone anche di credo diverso si sono convertite alla chiesa ortodossa grazie a padre Calciu.

Negli USA ha continuato la sua lotta per gli interessi dei rumeni essendo lui l’ideatore del Romfest, la più grande festa dei rumeni all’estero e uno dei fondatori dell’evento biennale a capo del Comitato Internazionale.

Venne anche ricevuto alla casa bianca da ben due presidenti R. Reagan e Bush senior che lo ringraziarono per la sua dedizione all’educazione dei giovani alla libertà, per il suo sacrificio e per la difesa dei diritti umani.

Si spegne negli USA all’età di 80 anni. Secondo il suo desiderio viene sepolto nell’amata patria nel cimitero del Monastero Petru Voda, nella provincia Neamt.

Al momento della sua morte il 21 novembre 2006, i quotidiani inglesi Washington Post(www.washingtonpost.com ) e The Guardian (www.theguardian.com ) hanno riportato un grande omaggio alla figura del prete ortodosso rumeno. Considerato un eroe per i suoi confratelli, per gli anticomunisti, per i giovani per aver difeso con forza e fermezza inaudita le proprie convinzioni nonostante i lunghissimi anni di prigionia, di torture e minacce di morte.

 

Per avere maggiori informazioni su Padre Gheorghe Calciu e sulla prigione comunista di Pitesti visitate il sito : http://parintelecalciu.wordpress.com/beyond-torture-the-gulag-of-pitesti-romania/ dove troverete un’intervista del Padre.

oppure consultate il sito http://parintelecalciu.wordpress.com/

dott.ssa Claudia Bolboceanu

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