Centro Culturale Italo Romeno
Milano

L’apostolo Andrea, l’apostolo dei romeni

Nov 30, 2009

di Archimandrita Antim David

Tra i discepoli di San Giovanni Battista c’era anche Andrea, figlio di Giona, pescatore di Betsaida nella Galilea. Insieme a lui era Giovanni, quello che diventerà poi apostole ed evangelista. Entrambi furono presenti quando Cristo veni al Giordano per essere battezzato e quando Giovanni Battista disse a tutti: ‘Ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo’. Non appena hanno sentito e hanno visto queste, entrambi hanno seguito Cristo. A sua volta, Andrea è andato al suo fratello dicendogli: ‘Abbiamo trovato il Messia, il Cristo’. Egli lo prese per mano e lo portò d’avanti a Gesù. In questo modo, Pietro diventò anche lui apostole. Andrea è stato quindi il primo chiamato ad essere apostole, ma anche il primo ad aver conosciuto Gesù attraverso rivelazione divina, testimoniando che Gesù è Cristo, il Salvatore del mondo. La sua testimonianza diventerà, insieme a quella del suo fratello, il fondamento dell’insegnamento cristiano.

In questo giorno quando la Chiesa di Cristo festeggia il santo apostole Andrea, abbiamo una ragione in più per parlare dell’unità tra i cristiani, predicata dagli apostoli. Uno dei problemi che deve affrontare il cristianesimo contemporaneo riguarda il suo desiderio di unità. E necessario, per questo, partire dalle origini per capire meglio il percorso da seguire nel tentativo di realizzare l’unità e l’avvicinamento tra le chiese. Dobbiamo conoscere la vita interiore e le basi del concetto di unità della Chiesa primaria.

A Pentecoste, lo Spirito Santo scende sugli apostoli e questi predicano un unico insegnamento. L’unità dell’insegnamento sorge dal fatto che loro parlano soltanto quello che hanno visto e hanno sentito. Loro parlano dello stesso Spirito Santo, che gli riempie di forza per testimoniare Cristo e il Vangelo fino ai confini del mondo (Atti 1,8). Lo Spirito Santo diventa quindi il principio fondatore e guidante della Chiesa.

L’unità dell’insegnamento dei santi apostoli sorge anche dal fatto che loro predicano la stessa fede nelle tre persone della divinità, in un unica Sostanza. Questo è l’elemento sopranaturale, eterno e indistruttibile che assicura l’unità dell’insegnamento nella Chiesa di Cristo. I santi apostoli sono stati testimoni e testimonianti di questa fede che porta la salvezza. La loro predica fa nascere la fede comune a tutti gli apostoli. L’unità della fede nella Chiesa sorge dall’unità che esiste nella Trinità, dal fatto che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono una (Giovanni 5,7). Sentendo la predica dei santi apostoli e testimoniando le stese verità, il cuore e l’anima dei primi cristiani erano unite (Atti 4,32). Questa unità in verità è il frutto del lavoro dello Spirito Santo. Ed è sempre lo Spirito Santo a mantenere inalterata la verità nella Chiesa, facendola entrare nel cuore di ogni cristiano, esortando tutti a credere nello stesso modo quello che riguarda Dio.

La testimonianza della stessa verità di fede nella Santa Trinità e nella divinità di Cristo è il primo passo che fa il cristiano per diventare parte del corpo mistico di Cristo che è la Chiesa, attraverso il battesimo: ‘Credi tu, con tutto il cuore, che Gesù è il Figlio di Dio?’ chiese Filippo al eunuco etiope, e questo gli rispose: ‘Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio’ (Atti 8,37). In seguito a questa testimonianza ogni cristiano riceve nel battesimo, il dono dello Spirito Santo per il perdono dei peccati. Il battesimo unisce i cristiani con Cristo e tra di loro in quanto sono tutti battezzati nel nome dello stesso Signore. Il battesimo rappresenta quindi il primo sacramento che riunisce i cristiani nella stessa unità.

Nel Nuovo Testamento, la parola ‘comunione’ esprime il legame tra cristiani e Dio da un lato e tra tutti i cristiani da un altro lato. Questo doppio legame deriva dalla comunione sacramentale, una caratteristica della Chiesa, unendo la mente e il cuore dei cristiani attraverso l’eucaristia (Atti 2,42). Abbiamo quindi un altro elemento – l’eucaristia – che sta alla base dell’unità della Chiesa e che viene a rafforzare la fede comune ricevuta attraverso la predica apostolica. Se la predica del Vangelo e la sua accettazione in fede guidano i fedeli verso il battesimo, radunandogli nella stessa comunione spirituale, la partecipazione allo stesso sacrificio gli fa vivere in comunione sacramentale con Cristo e con gli altri.

L’unità del cuore e della mente si realizza attraverso le preghiere comuni dove partecipano i fedeli, come membri del corpo mistico di Cristo. Prima che scendesse lo Spirito Santo, gli undici apostoli perseveravano concordi nella preghiera (Atti 1,14). A Milet, dopo aver parlato con i presbiteri di Efeso, l’apostolo Paolo, chinando i ginocchi, ha pregato insieme a loro. Alla sua partenza da Tir, lo stesso apostolo viene accompagnato da tutti – insieme alle donne e ai bambini – aldilà dei muri della città, dove chinando i ginocchi pregano insieme. E gli esempi potrebbero continuare. L’unità del pensiero si realizza quindi sia attraverso la partecipazione insieme alla stessa eucaristia, sia attraverso la comunione con lo stesso corpo eucaristico di Cristo quanto anche partecipando a tutte le loro preghiere rivolte al Signore.

L’unità della Chiesa si basa sullo Spirito Santo, sulla predica dei santi apostoli, sull’unità della fede, sul mistero del battesimo, dell’eucaristia e della preghiera. A tutto questo devono riflettere di più i cristiani di oggi, come ad un tesoro comune della Chiesa primaria, nel loro desiderio di realizzare l’unità cristiana. L’unità non può essere vista come un lavoro degli uomini o delle istituzioni. Essa è l’opera dello Spirito Santo, un dono che esisteva nella Chiesa primaria e che è stato perso per colpa dei peccati. Oggi desideriamo l’unità come Adamo il paradiso perduto. In questo senso dobbiamo capire che l’unità non può essere realizzata se non ricuperando la tradizione della Chiesa, e questa non si può ottenere se non attraverso il riconoscimento dei propri errori. La confusione esistente tra le tante confessioni mostra chiaramente l’inefficacia dei propri modelli di unità, basati sulla negoziazione della verità. La nostra civiltà ha subordinato la verità all’utile e invita le chiese alla riconciliazione e all’unità, prima ancora di sperimentare la Verità. Una tale unità, anche se realizzabile, non potrebbe essere durevole. La Chiesa stessa è una indivisa, ma le divisioni fatte dai cristiani e la necessità di risolvere questo problema sono diventate più imperative che mai. Anche se tanti si occupano di realizzare l’unità della Chiesa, e tanti ancora ne parlano, questa unità non si può realizzare se non attraverso il legame dell’amore e della verità nello Spirito Santo. Quando viene dimenticato questo, tutti gli sforzi diventano inutili. Saremo uniti quando confesseremo la stessa Verità. Cristo stesso prega Suo Padre nei cieli: ‘Per loro io santifico me stesso, affinché anch’essi siano santificati nella verità. (Giovanni 17,19)’. Non bisogna cercare forme nuove di unità ma dei modi per scoprire il vero Cristo, in quanto la fede cristiana si basa sulla predica degli apostoli e sulla gloria dei santi martiri. In questo modo potremo dire anche noi insieme all’apostolo Andrea: ‘Abbiamo trovato il Messia, il Cristo’.

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