Drăguș nei tempi passati ed odierni
La legenda dice che il nome del villaggio Dragus fu messo da un contadino chiamato Drag oppure Dragus.
Per saperne di piùLa legenda dice che il nome del villaggio Dragus fu messo da un contadino chiamato Drag oppure Dragus.
Per saperne di piùTè al samovar- voci dal gulag sovietico, 2008, L’Harmattan Italia – Memorie; prefazione Monica Joita
‘Questo libro è un piccolo omaggio alla memoria di milioni di esseri umani, uomini e donne, incamminati verso l’inferno più remoto della terra e mai più tornati; alle famiglie che li hanno aspettati invano per anni; ai bambini rimasti orfani e cresciuti come fiori selvaggi intrappolati nelle griglie del sistema; a chi piange ancora su una foto in bianco e nero di tanti anni fa e a chi va a portare un fiore su una tomba senza nome.’
Per saperne di piùNel cuore della Transilvania, in un fiorente centro commerciale, culturale e spirituale nasce la...
Per saperne di piùNasce nella Romania dello stivale comunista nell’autunno del 1971. A ventitré anni lascia la...
Per saperne di piùPoiché prima della caduta del regime comunista, Mircea Eliade costituiva un nome proibito in patria, è naturale che dopo il 1989 iniziò in Romania un processo di rivalutazione della personalità e delle opere del grande romeno.
Per saperne di piùIn Romania si conosce poco sul contributo dato dalla scuola romena di Balletto in Occidente e la trista realtà deriva dal fatto che la maggior parte dei ballerini sono partiti negli anni di dittatura Ceausescu.
Per saperne di piùNel 1991, a Venezia, acquistai un numero della rivista “Danza & Danza” e la mia sorpresa fu totale nel vedere che Iancu era ballerino numero uno della nazione italiana…”.
Per saperne di piùIn occasione della distribuzione del latte, la gente si metteva in fila già dalle cinque o sei della mattina, per non perdere il turno e il diritto alla propria razione.
Per saperne di piùGli immigrati: quando sono vittime si dimentica la loro nazionalità, quando sono carnefici la loro provenienza viene enfatizzata in modo strumentale. Di questo modo di fare informazione dovremmo avere paura. E reagire con la conoscenza reciproca, che richiede sforzo, spazi editoriali, vetrine e finestre aperte sull’altro. A partire dalle finestre aperte sulla nostra storia.
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