Centro Culturale Italo Romeno
Milano

Ion Creanga (1837-1889)

Nov 14, 2008

Diana Pavel Cassese

Il 1 marzo 1837 nasce a Homulesti, provincia Neamt, da genitori romeni Stefan figlio di Petre Ciubotaru e di sua moglie Smaranda figlia di David Creanga del villaggio Pipirig, provincia Neamt .
Suo padre è un piccolo proprietario terriero, con ben sette figli, che coltiva la terra e sua madre Smaranda Creanga confeziona degli abiti di campagna che la famiglia vende per integrare le magre entrate della modesta proprietà terriera. Riceve la prima istruzione dal dascal (insegnante) della parrocchia del suo paese natio.
In seguito è ospite del nonno presso Suceava (sempre in Moldavia, ma compreso oggi nel territorio della Romania), dove prosegue gli studi.

Continua la sua istruzione in altre località moldave a Targul Neamtului, dove studia psaltichie (musica vocale ecclesiastica specifica del rito ortodosso) presso la Chiesa ‘Adormirea’ (‘l’Ascensione’). Nell‘autunno del 1854 frequenta il collegio dei catechisti di Folticeni. Le scuole dei catechisti vengono soppresse, durante l’estate del 1855, quindi il Nostro passa al seminario di Socòla presso Iasi (seconda città della Romania e capoluogo della Moldavia compresa nei confini romeni), dove rimane per tre anni portando a termine il corso inferiore degli studi.

L’opera letteraria di Ion Creanga si realizza dal 1875 al 1883. Le prime fiabe vengono pubblicate su ‘Convorbiri Literare’ e raccolte in seguito, nel 1890 in un volume ‘Povestile’ (‘Favole’).
Vediamo le principali favole. ‘Soacra cu trei nurori’ (‘La suocera con tre nuore’) si ispira all‘eterno conflitto tra suocera e nuora. ‘Capra cu trei iezi’ (‘La capra con i tre capretti’) è una fiaba in cui una capra uccide il lupo che le ha mangiato i figli. ‘Fata babei si fata mosneagului’ (‘La figlia della vecchia e la figlia del vecchio’) rappresenta il topos esistente nella novellistica di tutti i paesi europei del conflitto tra la ragazza buona che riceve il premio della sua generosità e la cattiva che viene punita.

La lingua di Creanga riprende il parlato e l’arguzia dei contadini romeni e i valori etici e sociali della Romania che ieri come oggi è costretta battersi contro i potentati economici interni e internazionali. Sia nelle favole che negli ‘Amintiri’ (‘Ricordi di infanzia’) pubblicati nel 1880 si trovano la vita ed i valori del villaggio la fede nel popolo e nel riscatto sociale che il contadino, vero alfiere della stirpe, minacciata sempre e dovunque dall’alta finanza senza né volto né Patria, deve ottenere trasformandosi da suddito a patriota consapevole, il disprezzo per il conformismo e la mediocre borghesia senza ideali, asservita ai potentati economici che la stessa vita di Creanga esprime con lucida coerenza fino alla morte che lo coglie a Iasi nel 1889.
In questo sito: :’Il pigro’,’La figlia del vecchio e la figlia della vecchia’, ‘La favola del maiale’,’Il sacchetto con due soldi’.

Loading