Centro Culturale Italo Romeno
Milano

“Hariclea Darclée. La Diva della Lirica che incantò artisti e pubblico”, di Ida Garzonio. ed. Rediviva

Gen 12, 2024

“Hariclea Darclée. La Diva della Lirica che incantò artisti e pubblico” di Ida Garzonio;  ed. Rediviva

(…) Da qualche anno mi frullava nella testa il nome di Hariclea Darclée, soprano romeno, cioè da quando avevo letto qualche stralcio del libro di Nicolae Carandino, “Viața de glorie și pasiune a marii cîntărețe Darclée” (Vita di gloria e di passione della grande cantante Darclée), pubblicato a Bucarest nel 1939, e desideravo leggerlo integralmente e magari tradurlo in italiano. Il Carandino, pubblicista e critico d’arte, l’aveva conosciuta e l’aveva anche intervistata, quindi poteva fornirmi indicazioni preziose. Sapevo che il libro era stato ripubblicato nel 1995 e mi stupivo che non avesse suscitato l’interesse di qualche amante dell’opera e dei cantanti. C’erano tante biografie in giro, possibile che nessuno volesse occuparsi di una cantante che, a suo tempo, era stata una Diva? (Ida GARZONIO)

La Gazzetta musicale nella rubrica Corriere Milanese del 3 gennaio 1891 

…. l’artista che veramente ha corrisposto alle esigenze del teatro e dell’opera è la signora Darclée. Essa ha, a quanto mi affermano, imparato la parte, destinata prima ad un’altra artista, in sei giorni, cantando per la prima volta in italiano. Ed ha sempre cantato in modo inappuntabile, così che i rari applausi erano ad essa sola rivolti. La sua voce non è di soprano drammatico, ma è di un mezzo carattere veramente straordinario per timbro, sicurezza e resistenza. E ce ne vuole della resistenza in quest’opera scritta per le voci con una tessitura da distruggere le più belle e solide!  

L’autrice ha deciso di approntare il presente lavoro e limitare il suo campo d’indagine alla parte che riguarda in particolare il profilo artistico del grande soprano romeno, il suo rapporto con i musicisti e la costruzione del personaggio di Diva della lirica, che si venne delineando proprio attraverso le sue esperienze milanesi.

Ne è nato così il presente volumetto di un centinaio di pagine nel quale, partendo dalla biografia essenziale – scevra di ogni elemento aneddotico o pettegolo e basata su fonti sicure – si illustra il percorso formativo generale e in particolare musicale della Darclée a Vienna e a Parigi e i primi successi parigini fino all’approdo alla Scala di Milano.

Ida Garzonio si è rifatta, per trovare le fonti, ad Archivi – pubblicazioni e quotidiani dell’epoca reperiti in varie emeroteche, a materiale iconografico, a libri sulla musica e i musicisti a lei già noti e utili ad approfondire l’argomento.

Frutto del lungo lavoro di selezione, in un periodo irto di difficoltà per la sopravvenuta “pandemia” che tanto ha ostacolato la nostra attività e rapporti interpersonali, è stata la ricostruzione di uno spaccato della vita musicale di circa un trentennio fra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.

Al capitolo d’esordio, Cenni biografici, che, come si diceva, contiene le notizie essenziali sulla vita della protagonista, seguono: quello delle Prime rappresentazioni, che fornisce lo spunto per conoscere meglio alcuni compositori più e meno noti e oggi un po’ dimenticati o trascurati (in qualche caso a torto), i libretti che hanno scelto e arricchito con la loro musica, l’accoglienza del pubblico e della critica; quello sulla Diva, che segue il percorso della costruzione del personaggio, e non solo di Diva, ma di modello di eleganza imitato da molte signore del bel mondo; quello sulla Darclée alla Scala basato in buona parte sulla Cronologia del maestro Tintori pubblicata nel 1979, ma integrato sia con verifiche da vari repertori sia con stralci di critiche da quotidiani e periodici per mettere in luce il contributo che l’artista oggetto della ricerca ha dato all’arte lirica.

Infine, il capitolo Immagini, integra il racconto con un apparato iconografico fatto di “immagini che parlano da sé”. Sarà poi il lettore a valutare il pregio della scelta, l’ordine in cui sono poste le fotografie, il valore “narrativo” di tali immagini.

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