docente Codrina Sandru
Università Brasov
La legenda dice che il nome del villaggio Dragus fu messo da un contadino chiamato Drag oppure Dragus. Mentre stava cercando un posto per vivere, lui scopri quei posti e fu molto impressionato della loro bellezza. Un altra ipotesi, nata dalla legenda, sostiene che il nome di Dragus deriva da un dragone che aveva la casa in uno stagno che si trovava li.
In che riguarda la localizzazione geografica, Dragus si trova in una zona depressionaria confinata al nord dell’Altopiano della Transilvania e al sud della catena dei Monti Fagaras che appartengono ai Carpati Meridionali.
Il storico Stefan Metes sostiene che, fino nel quattordicesimo secolo, gli abitanti di Dragus furono uomini liberi, le loro principali occupazioni essendo l’agricoltura e le attività pastorali.
I documenti mostrano che, nel diciassettesimo secolo, il Paese del Olt – la zona in cui si trova Dragus – apparteneva ai principi della Transilvania. In quel periodo, a Dragus esistevano alcune famiglie di nobili, ma con uno status speciale. Loro non erano nobili per ricchezza, ma solo per titolo, in base a certe diploma di fedeltà ottenute da parte di principi che regnavano in Transilvania.
Nel 1765, l’imperatrice Maria Therezia creo i reggimenti di guardia al confine sud-est del impero asburgico. Con questa occasione, i nobili di Dragus e alcuni contadini riceverono un nuovo statuto: soldati di guardia.
Alcune condizioni geografiche, storiche e culturali hanno costituito, per secoli, ostacoli seri per lo sviluppo economico del villaggio: la scarsa fertilità della terra, specialmente nella zona agricola settentrionale del villaggio, dove la terra e piena di pietre, rappresenta una di queste condizioni; poi, le politiche economiche promosse dall’amministrazione asburgica e austro-ungherese hanno bloccato le possibilità di sviluppare l’industria del legno; in più, la legge locale che riguardava la trasmissione dell’avere dai genitori ai figli dava diritti uguali a tutti i figli e, in conseguenza, la proprietà diventava più piccola man mano che la il numero dei membri della famiglia aumentava.
All’inizio del ventesimo secolo ha avuto luogo un processo importante di emigrazione degli abitanti di Dragus verso gli Stati Uniti e Romania (si tratta del periodo in cui la Transilvania non faceva ancora parte della Romania) per trovare lavoro. Negli anni ’40-’50 il fenomeno dell’emigrazione continuo, ma a questa volta verso le cita piu vicine come Victoria, Fagaras e Brasov dove l’industria si stava sviluppando rapidamente e dove c’era bisogno di forza di lavoro.
Nel 1929, Dimitrie Gusti, il grande professore e sociologo, il capo della Scuola Sociologica di Bucarest, ha scelto Dragus per essere l’oggetto della più grande ricerca monografica realizzata nella sociologia rurale romena in quel periodo. La ricerca si e conclusa con l’elaborazione di un numero importantissimo di libri sui diversi aspetti della vita sociale della comunità, secondo lo schema dei quattro quadri (cosmologico, biologico, storico e psicologico) e quattro manifestazioni (economiche, spirituali, politico-amministrative ed etico-giuridiche) sviluppato da Dimitrie Gusti.
I ricercatori di Bucarest hanno proseguito le loro indagini nel 1938, nel 1974 e poi nel 1980. Gli studi contengono informazioni importanti sulla struttura della popolazione, sui modi di organizzazione del lavoro e sui modi di vivere. Per esempio, nel 1938 c’erano a Dragus 325 di famiglie con un numero medio di 4,5 membri. Dal totale della popolazione, un procento di 91.3 era rappresentato degli agricoltori. Un’istituzione molto interessante era la vicinanza di cui facevano parte le famiglie che abitavano nella stessa via; ogni vicinanza aveva un capo, il padre di vicini, il quale aveva la legittimità di organizzare certi eventi collettivi.
Nel 1962 si e realizzata anche a Dragus, come nella gran parte dei villaggi romeni, la Fattoria Agricola Collettiva, diventata poi la Cooperativa Agricola di Produzione. Nel 1971, le statistiche mostrano che 62% della popolazione occupata lavorava in agricoltura. Fra solo cinque anni, nel 1976, solo 38,3% dalla popolazione era rappresentata dagli agricoltori, mentre 51,2% dalla popolazione occupata era costituita dagli operai che pendolavano ogni giorno al posto di lavoro, nelle aziende delle città più vicine. In quel periodo e apparso anche un nuovo tipo di lavoratore – l’operaio-contadino – il quale faceva di mattina il suo lavoro industriale e di sera svolgeva attività agricole.
Nel 1990, la Cooperative Agricola di Produzione fu abolita. I mezzi di produzione furono divisi o venduti agli abitanti del villaggio. Il fenomeno pendolare verso i posti di lavoro industriali e diminuito nel contesto della ristrutturazione della economia romena.
Secondo le dati del ultimo censimento della popolazione, al 31 Marzo 2002 la popolazione di Dragus era di 1187 persone con un importante percento di popolazione vecchia. Un altro fenomeno demografico molto importante e rappresentato dalla emigrazione dei giovani verso i paesi dell’Occidente, specialmente Italia e Spania. Senza avere dati precisi, si può estimare che più di 150 persone di Dragus si trovano adesso in uno dei questi due paesi, per lavorare.