Edizioni Rediviva è lieta di presentare, nella collana Phoenix, il volume: Su dolci corde di silenzio....
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Le colinde sono canti natalizi popolari romeni. Il nome, che sulle prime ci pare esotico e strano, è derivato dal latino calendae, nel quale le vocali, per influsso dell’antico bulgaro, hanno cambiato colorazione. Ciò sta a ricordarci che la festività natalizia anticamente coincise e a poco a poco sostituì le feste pagane del solstizio invernale. Per questo non ci si meraviglierà se accanto alle immagini tradizionali del Natale troveremo immagini primaverili o comunque legate alla terra, alla natura. Le colinde vengono cantate da piccoli gruppi di fanciulli o giovani che hanno preparato nelle sagrestie delle chiese di campagna o nei fienili più isolati il loro repertorio e che la sera della vigilia si recano di casa in casa con una stella di carta trasparente illuminata all’interno da un lucignolo. Essi bussano alle porte o lanciano un richiamo dalla finestra e iniziano a cantare:
Dalle collezioni del Museo Nazionale del Villaggio “Dimitrie Gusti” di Bucarest, al MUDEC di Milano
Il Natale, che è l’evento più grande dopo la creazione del mondo, è vissuto in Romania con tanta gioia e tenerezza. Per noi romeni, come osservava il grande storico delle religioni Mircea Eliade, il tempo della festa è diverso dal tempo quotidiano. Cominciando con la festa di San Nicola e fino all’Epifania, il tempo profano diventa tempo sacro…
La principale attrattiva di Sibiu, capoluogo dell’omonima provincia della Romania centrale, è rappresentata dalla collezione all’aria aperta del Museo della Civiltà Popolare Internazionale “Astra”, che colleziona 400 abitazioni tradizionali, mulini e chiese provenienti da diverse zone del paese
Il primo giorno di primavera, il primo marzo, in Romania si celebra il Mărţişor, che in italiano si può tradurre come “piccolo marzo”. Si tratta di una festa tradizionale per accogliere l’arrivo della primavera, una ricorrenza molto sentita tra i romeni ma anche i in Bessarabia romena (oggi la Repubblica Moldova). Il martisor è diventato col tempo un portafortuna e il simbolo della primavera.
È tempo di carnevale anche in Romania. Presto partirà il Carnevale delle lole, antica usanza che fa rivivere le tradizioni delle corporazioni degli artigiani della Transilvania, regione storica nel centro della Romania. Questo carnevale, risalente al XII-esimo secolo, preannuncia, in un contesto umoristico, l’arrivo della primavera. La tradizione del carnevale è stata portata nel nostro paese dai coloni sassoni provenienti dall’ovest della Germania, dal sud-est dell’Olanda e dal Lussemburgo. Il nome di “lole” viene dal verbo tedesco lallen- balbettare e accenna al modo di parlare sotto la maschera.
Le feste natalizie romene sono ogni anno motivo di grande divertimento, ma anche una serie di eventi pittoreschi folkloristici carichi di valori e significati profondi per il rapporto dell’uomo con la natura e con il mondo circostante. Un momento ricco di costumi tradizionali, diversi da una zona all’altra e di abitudini antiche, ereditate da tempi lontani e praticate ancora oggi, alle quali partecipa l’intera comunità e soprattutto i bambini.La sera de 24 dicembre, la vigilia di Natale, i bambini vanno a “colindare”: salgono su un carro con le ruote in legno trainato da cavalli e, passando di casa in casa, cantano le melodie natalizie ‘colinde’.
„La Pasqua in Romania ha un’importanza maggiore e non solo religiosa. Tutto il paese “si veste” in festa e canta la resurezione di Gesu’, della natura, dell’uomo nuovo. Le tradizioni durano da mille anni ci sono paesini dove si sono preservate dai vecchi tempi.
La città romena di Sighisoara, città d’arte il cui centro storico si trova dal 1999 nella lista del patrimonio culturale dell’umanità dell’Unesco e che è una delle poche citadelle fortificate medievali ancora abitate del sud-est Europa si è piazzata seconda nella competizione per il Premio d’Europa 2011. La competizione si rivolge alle città e ai comuni che abbiano realizzato gemellaggi con città e comuni stranieri e siano impegnati in intense attività per sviluppare le loro relazioni con i comuni partner europei e promuovere i valori comuni europei.
I villaggi di Maramures sono una galleria grande d’arte popolare. Fra di loro, il villaggio di Sapanta con il suo cimitero allegro rappresenta un posto di un’ originalità stupefacente.
Conosciamo il patrimonio UNESCO della Romania
La lista dei monumenti dichiarati dall’ Unesco “Patrimonio dell’umanità” comprende anche 31 siti sparsi in tutta la Romania che possono essere grupati in 7 categorie:
Per i romeni il primo giorno di marzo è il sinonimo della festa del “mărțișor”, diminutivo di “marzo”, simbolo della primavera.
La Pasqua è per i cristiani ortodossi la festa più importante dell’anno liturgico, la Resurrezione del Signore che coincide con il risveglio della natura e invita a un profondo rinnovamento dello spirito umano…
La tradizione popolare romena vuol chiamare la sua festa degli innamorati e del arrivo della primavera “Dragobete”. Dragobete è una divinità mitologica simile al Dio Cupido (Eros) immaginato come un uomo affascinante e virile che rappresentava per il popolo romeno antico (i daci) il Dio che fidanzava tutti gli animali della terra al inizio della primavera il passare del tempo questa tradizione si è estesa anche fra la gente.