di Violeta P. Popescu
Stefano il Grande è salito al trono della Moldavia nel mese di aprile dell’anno 1457, a quattro anni della conquista della Bulgaria, Serbia e di Constantinopoli da parte dell’Impero ottomano. Il principe moldavo ha combattuto 40 battaglie per la difesa del paese e della religione cristiana e ha fondato più di 40 monasteri e basiliche, alcune dichiarate patrimonio UNESCO
In seguito alla grande vittoria di Vaslui sui Turchi, del 25 gennaio 1475 Stefano il Grande si rivolge ai regnanti cristiani sottolineando l’importante ruolo del suo paese nella difesa dell’intera Europa dicendo: “Il nostro paese è la porta della cristianità finora difesa, con l’aiuto del Signore, ma se questa porta sarà persa, che Dio ci guardi, tutta la Cristianità sarà in grave pericolo”. Per difendere il suo paese Stefano ha dovuto esaminare con attenzione le congiunture politiche internazionali dell’Europa cristiana dell’epoca.
Anche se aveva ereditato un paese minacciato da tutte le parti, Stefano è riuscito a lasciare, alla sua morte, un paese libero con solo l’obbligo di versare un tributo simbolico all’Impero Ottomano. A lui si deve anche il merito dell’indipendenza della sorella Vallachia (Tara Romaneasca) nella seconda metà del sec. XV. Stefano il Grande non è stato soltanto uno dei più valorosi difensori dei romeni e della cristianità europea, ma anche fondatore di numerosi monasteri e basiliche conosciute oggi in tutta l’Europa.
La costruzione e il sostegno permanente alle basiliche e ai monasteri della Moldavia e gli importanti aiuti al Monte Athos rivelano un regnante rappresentativo per l’Europa cristiana del suo tempo. Tra i monasteri fondati da Stefano i più noti sono il monastero Putna, dedicato alla Madonna e il monastero Voronet, costruito sul posto dell’eremo di Daniil, confessore e consigliere del re. Stefano è stato un grande mecenate di cui beneficiarono anche i monasteri e le basiliche fondate dai suoi predecessori (Probota, Moldovita, Bistrita, Humor ecc.) ed i luoghi del Monte Athos (ha costruito il monastero Zografu) e di Vatoped, San Paulo ecc. Stefano ha dato grande impulso all’attività culturale nei monasteri favorendo la trascrizione di manoscritti nella lingua slavona e la traduzione di testi sacri della letteratura patristica in unità con i metropoliti Teoctist I (1452-1478) e Gheorghe (1478-1508).
Nell’anno 2001 Stefano il Grande è stato canonizzato dalla Chiesa Ortodossa Romena, quindi è entrato nell’elenco dei santi. Il contributo del popolo romeno all’arricchimento del patrimonio spirituale del mondo è riconosciuto dal Vaticano che nell’Enciclopedia dei santi (Le Chiese orientali – vol I A-Goi, 1. 215 pg., 1998 e vol II Gir-Z, 1. 398 pag, ed. Citta Nuova-Roma, 1999) ha incluso, accanto ai santi delle chiese orientali russa, greca, serba, bulgara, siriana, copta, ecc. anche 32 santi della chiesa Ortodossa Romena. Tra questi si trova il principe Stefano.
Una ricca corrispondenza fra il principe moldavo e il pontefice mette in evidenza i rapporti amichevoli che si sono stretti tra di loro. Le richieste del sovrano miravano ad ottenere aiuti militari nelle guerre che la Moldavia combatteva contro i Turchi e assistenza medica per la sua stessa persona. Infatti Stefano il Grande era sofferente da lungo tempo per una grave ferita al piede. Sempre dalla corrispondenza sopra ricordata traiamo il messaggio del pontefice, che in seguito alla gloriosa vittoria di Vaslui, del 1o gennaio 1475, nomina Stefano il Grande “Athleta Christi” con la seguente motivazione “le tue gesta contro i Turchi infedeli, nostri nemici, condotte con ardore e saggezza hanno portato celebrità al tuo nome e lode universale”.
L’appellativo “Athleta Christi” era uno dei titoli più alti nel Medio Evo, con il quale i pontefice insigniva i re di Francia, Ungheria e Cipru. In tre lettere, il papa Sisto IV concede, alla richiesta del sovrano, la remissione giubilare dei peccati a coloro che visiteranno la grande basilica della Moldavia o le due cattedrali di Monocastru (Cetatea Alba – una ortodossa e l’altra cattolica) e faranno delle offerte a favore della Crociata indetta da Stefano contro i Turchi, o vi parteciperanno personalmente.
Dalla corrispondenza risulta anche, che un vescovo cattolico, nominato vescovo della Moldavia con sede a Baia, poi a Cetatea Alba e a Sibiu sia stato autorizzato dal papa a consegnare le offerte delle varie sedi al valoroso re Stefano per le sue imprese difensive. La corrispondenza fra il monarca e il papa soprannominato fu improntata au sentimenti di benevolenza a ammirazione. E’ significativa la presenza dei vescovi cattolici della Moldavia nel Senato del Paese.