“HARICLEA DARCLE (10 giugno 1860 – 10 gennaio 1939) è stata la primadonna, per critica e pubblico milanese e italiano e non solo: la Scala l’ha accolta fin da subito dal suo debutto nel 26 dicembre 1890, quando fu applaudita dal maestro Giuseppe Verdi.
Il Comune di Milano nell’ambito del progetto “Milano è Memoria” ha deciso di dedicare su proposta del Centro Culturale Italo Romeno, una targa commemorativa a Hariclea Darcle, soprano romeno, che fu considerata per tre decenni la Primadonna più prestigiosa del teatro lirico mondiale, prima interprete in assoluto dell’opera “Tosca” di Giacomo Puccini. La targa verrà affissa presso l’edificio di via Cernaia, residenza dove il grande soprano romeno visse alla fine dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento per quasi due decenni.
Hariclea Darclée, una delle personalità più importanti della Romania, è nata a Brăila, il 10 giugno 1860.
Durante l’infanzia, Hariclea è stata a un passo dalla morte per tifo. A febbraio 1881, sposò il giovane luogotenente di artiglieria Iorgu Hartulary. Nel 1886 partì per Parigi dove affrontò con difficoltà le ristrettezze, anche se riceveva da casa 500 franchi al mese. Neppure la nascita di suo figlio Ion, poté fermarla e continuò con le lezioni di canto. Nel 1881 debutta in un concerto di canto sul palcoscenico del teatro di Brăila, la sua città natale. Partendo per Parigi, viene notata da Charles Gounod che le affida la parte di Margherita nella sua opera “Faust”, parte con cui debutterà nel 1881 sul palcoscenico dell’Opéra. Sembra che sia stato sempre Gounod a suggerirle di prendere il nome Darclée.
A trent’anni, alla Scala di Milano, debutta il 26 dicembre 1890, nel ruolo di Chimène nel Cid di Massenet, è un successo e anche la sua consacrazione mondiale: da quel momento le giungono contratti dai maggiori teatri in Italia e all’estero. Fra il 1890 e il 1910 conosce il successo sulle scene di tutto il mondo. E iniziano le prime esecuzioni di opere nuove: il Condor di Antonio Gomes il 21 febbraio 1891 al Teatro alla Scala di Milano; Wally di Alfredo Catalani 20 gennaio 1892, sempre al Teatro alla Scala; I Rantzau di Pietro Mascagni il 10 novembre 1892 al Teatro della Pergola di Firenze; Il grande successo le portò subito dei contratti nei più grandi teatri d’Italia. Tra il 1893 e 1910 ha conosciuto l’apogeo della sua carriera sui grandi palcoscenici del mondo, tornando spesso a Milano, alla Scala. Era al vertice del successo e dovunque era richiesta e festeggiata.
E si arriva al successo che diventerà il suo emblema: la prima di Tosca di Giacomo Puccini il 14 gennaio 1900 al Teatro Costanzi di Roma, diretta da Leopoldo Mugnone. G. Puccini compose l’aria “Vissi d’arte, vissi d’amore” appositamente per la cantante romena. La prima si svolse a Roma dove Hariclea Darclée cantò con il tenore Emilio di Marchi e il baritono Eugenio Giraldoni, il suo grande amore. Dopo un debutto così prestigioso porterà Tosca negli anni successivi dal 1900 al 1905 a Lisbona al Teatro San Carlos più volte, a Buenos Aires al Teatro dell’Opera più volte, a Bucarest al Teatro Nazionale più volte, a Montevideo al Teatro Solis, a Rio de Janeiro al Teatro Lirico, al Casinò di Montecarlo, a San Paolo al Teatro Santana, a Rio de Janeiro al Teatro Lirico e, ripetutamente, al Liceu di Barcellona.
La tradizione musicale è stata ereditata dal figlio Ion Hartulary- Darclée che è diventato compositore e direttore d’orchestra. Purtroppo, non sono stati conservati dischi incisi con la sua voce, soltanto due canti romeni: Cântecul fluierașului (“Il canto del flauto”) di George Stephanescu e Vai mândruță dragi ne avem (“Bella mia quanto ci amiamo”) di Tiberio Brediceanu incise con l’accompagnamento del pianoforte quando lei era ormai a un’età molto avanzata ma manteneva intatte le qualità naturali e tecniche della sua magnifica voce.
L’artista ha registrato per la Casa di Dischi Fonotipia arie e scene del “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti, “La Traviata” di Giuseppe Verdi, “Iris” di Pietro Mascagni e “Tosca” di Giacomo Puccini. Le matrici di queste registrazioni sono state distrutte dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale a Milano; ancora oggi non sono stati identificati i dischi con le incisioni del 1903.
Hariclea Darclée ha avuto nel suo repertorio 58 ruoli operistici di 31 compositori di cui 12 compositori di tradizione e 19 compositori giovani, in alcuni casi presentati in prima esecuzione. Tale repertorio spaziava dai tradizionali Mozart, Rossini, Donizetti, agli autori suoi contemporanei di diversa tendenza, fino ai veristi. La sua duttilità e musicalità le consentivano di affrontare opere del belcantismo tradizionale, del romanticismo e fu senz’altro una delle cantanti che stabilì il passaggio dalla tecnica vocale tradizionale a quella veristica.
Il suo talento, la sua preparazione artistica hanno reso possibile il passaggio dalla tradizione del belcanto alla moderna scuola verista, gettando le basi di una scuola e di una dottrina vocale che hanno influenzato in maniera fondamentale la vocalità del Novecento. Nella sua bella carriera artistica ha interpretato più di 50 ruoli di cui moltissimi in prima assoluta (come sarebbe la „Tosca” di Giacomo Puccini, ma anche ruoli nelle opere di Alfredo Catalani, Ruggero Leoncavallo, Pietro Mascagni).
L’artista tanto apprezzata da Verdi, Mascagni, Catalani, Puccini, che ha cantato con Enrico Caruso, Titta Ruffo, Francesco Tamagno e che si è esibita moltissime volte sotto la bacchetta di Toscanini, ha vissuto alla fine dei suoi giorni in un triste anonimato. Ha continuato a cantare fino al 1918 quando era ancora pienamente padrona della sua voce. Il suo grande desiderio era di cantare in Romania. Il re Carlo le assegnò l’ordine di “Benemerita Prima Classe”.
E’ morta in povertà a Bucarest nel 1939.