La produzione scientifica di Ortiz è imensa. Solo per elencare i lbri dedicati alla Romaia e cultura romena: Per la fortuna del teatro alfieriano in Rumania, 1911; Per la fortuna del Petraca in Rumania, 1930; ‘Per la storia della cultura italiana in Rumania’, Bucarest 1916, pubblicato poi ache a Roma nel 1943. Segue Medioevo rumeno (1928), Il Manualetto romeno (1936); Ortiz ha pubblicato la prima grande raccolta italiana di trduzioni di poesie di Eminescu: Poesie, Firenze, Sansoni 1928). Ha collaborato alla traduzione romena della Divina Comedie di George Cosbuc (1933).
Rilevante per questa breve introduzione è il discorso fatto da Ramiro Ortiz all’inaugurazione dell’Istituto di Cultura Italiana a Bucarest 2 aprile 1933, parole che gli trovo di una grande attualità (…) Tuttavia resta ancora molto da fare perché le relazioni di reciproca stima e fratellanza fra i due popoli e le due culture possano finalmente riposare sopra una salda base di cognizioni profonde che elimini per avvenire ogni spiacevole malinteso. Per potersi amare durevolmente, bisogna conoscersi. Finora troppo ci siamo contentati di discorsi alle base della colonna Trajana senza curarci ne gli uni ne gli altri di approfondire le nostre conoscenze intorno alla storia, all’evoluzione, e alla cultura dei due popoli che si sono finora amati istintivamente senza però conoscersi abbastanza (…)
RAMIRO ORTIZ nasce a Chieti da Giusto, insegnante nel Ginnasio Inferiore ‘G.B. Vico e da Filomena Ruzzi il 1° luglio 1879 nella casa sita al n° 72 di Vico Cauta.
In seguito, la famiglia si trasferisce nella zona di S. Agata andando ad abitare l’ultimo piano del ‘Palazzo De Pasquale’. Qui Ramiro trascorrerà una serena fanciullezza.
Lasciata Chieti, egli completa gli studi al Liceo ‘Umberto I’ di Napoli, iscrivendosi poi alla facoltà di lettere e filosofia di detta città. Durante il periodo universitario inizia a collaborare con liriche, novelle, articoli di letteratura e note di archeologia con varie riviste quali ‘Fanfulla della Domenica’, ‘Marzocco’, ‘Flegrea’ di cui diventa anche direttore. Si laurea nel 1902 discutendo una tesi di filologia romanza che viene pubblicata negli ‘Atti della Real Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti di Napoli’ e gli permette di vincere una borsa di studio presso l’Istituto di Studi Superiori di Firenze, dove ha come maestri Guido Mazzoni, Ernesto Parodi e, soprattutto, Pio Rajna.
Dopo il breve periodo trascorso a Firenze ritorna a Napoli iniziando ad insegnare nelle scuole medie dapprima di Lucera, poi di Salerno, e al Liceo ‘Vittorio Emanuele’ di Napoli. Il 20 luglio del 1908 sposa la cugina Bice Ortiz e l’anno dopo parte per la Romania per insegnare lingua e letteratura italiana presso Bucarest. Ortiz si sente subito investito della parte di sentinella avanzata della cultura italiana in Romania. Nonostante la frenetica attività di ‘sentinella avanzata’, Ortiz trova il tempo e la costanza per un lavoro più consono ai suoi interessi di studioso: ricercare nelle biblioteche di Bucarest e soprattutto, sui preziosi manoscritti della Biblioteca dell’Accademia Rumena, le tracce della penetrazione della cultura italiana in quella rumena.
Nascono così due ‘notevoli’ studi sulla fortuna d’Alfieri e Metastasio in Romania, in cui, tuttavia, non si esaurisce l’attività di ricerca di Ortiz. Nel 1916, a causa della guerra, Ramiro lascia la Romania per tornare in Italia: si tratta di un viaggio avventuroso durato 10 mesi, attraverso la Russia, il Mar Bianco, la Scandinavia, l’Inghilterra. Rimane a Napoli, insegna nei Licei fino a quando non ritorna, nell’autunno del 1919, a Bucarest. Qui riprende i corsi universitari e dà l’avvio a tutta ‘una serie di iniziative feconde per lo sviluppo dei rapporti culturali italo-rumeni’. Nel 1921 fonda, infatti, la rivista ‘Roma’ che sarà in vita fino al 1933. Qualche anno dopo traduce in italiano le poesie di Eminescu, il più grande poeta rumeno.
Ortiz rimane in Romania fino all’estate del 1933, quando è chiamato all’università di Padova a succedere a Vincenzo Crescini nella cattedra di lingue e letterature neolatine.
Il suo primo corso all’università ha per titolo: ‘Lineamenti di un’interpretazione critica della corrente italianista in Romania’. Nel 1940, a riconoscimento dei suoi alti meriti di studioso e di pioniere della cultura italiana in Romania, è solennemente elogiato dall’Accademia d’Italia. Nel 1947, il 26 luglio, colpito nuovamente dal male che l’aveva colto poco dopo il rientro in Italia, Ramiro Ortiz si spegne a Padova.
Specialista in filologia romanza, Ramiro Ortiz è stato per 24 anni professore all’Università di Bucarest, dove ha fondato il seminario di lingua e letteratura italiana e la rivista ‘Roma’ (1921-1933). È considerato, altresì, il padre fondatore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest. Dal 1933 fino alla morte, è stato professore ordinario presso la prestigiosa cattedra di filologia romanza dell’Università di Padova, dove, nel 1937, ha creato il lettorato di lingua e letteratura romena.