Anita Bernacchia/FIRI, 17 nov. 2009
Il regista romeno Radu Gabrea ha vinto il premio per la miglior regia alla settima edizione del LIFF (Levante International Film Festival) di Bari, sezione “Custom”, con il lungometraggio Călătoria lui Gruber/Il viaggio di Gruber. Il film, già presentato con successo a Chicago, Atlanta, Philadelphia, Washington, Toronto, Vancouver, Buenos Aires, Gerusalemme, si aggiudica il trofeo Titus, una statuetta dalle sembianze di gorilla, omaggio del festival a questa specie in via di estinzione, celebrata nel 2009 “Anno del gorilla” dell’UNESCO.
Quest’anno LIFF ha visto la partecipazione di registi e film da 31 paesi del mondo. Il cinema romeno è stato rappresentato, oltre che da Radu Gabrea, da Alexandru Solomon con Apocalipsa după şoferi/L’Apocalisse secondo gli automobilisti) concorrente nella sezione “Investigation”. Fuori concorso sono stati presentati, inoltre, il documentario Război pe calea undelor/Onde fredde (Solomon), În căutarea lui Schwartz/Alla ricerca di Schwartz e Cocoşul decapitat/Il gallo decapitato (Gabrea).
Il festival LIFF ha visto trionfare nella sezione “Experience” il lungometraggio tedesco Absurdistan di Veit Helmer, alla sezione “Custom” il cortometraggio di animazione sloveno Cikorja an’ kafe/Cicoria e caffè di Dusan Kastelic, e alla sezione “Investigation” il documentario messicano Entrevista con la tierra/Intervista con la terra, di Nicolás Pereda.
Il viaggio di Gruber
Il lungometraggio di Gabrea, girato a Iaşi e Bucarest, per un budget investito di 750.000 Euro, è stato scritto da Răzvan Rădulescu e Alexandru Baciu, grandi sceneggiatori del cinema romeno contemporaneo, e si ispira alla visita dello scrittore e giornalista italiano Curzio Malaparte a Iaşi, in Romania, sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale.
Nel giugno 1941, Malaparte, sulla strada verso il fronte russo, si ferma a Iaşi, alla ricerca di un medico specialista ebreo. Solo Josef Gruber, infatti, può guarirlo dalla grave allergia da cui è affetto.
Quell’estate, quando le truppe romene e tedesche muovono guerra alla Russia sovietica, a Iaşi, all’epoca importante centro culturale ebraico della Romania, si consuma un atroce massacro. Oltre 5000 ebrei vengono trucidati nel cortile della Questura, mentre altre migliaia vengono caricate in vagoni merci ermeticamente chiusi e lasciati preda del caldo torrido, finché la maggior parte non soccombe.
Per lunghi anni, i tragici eventi di Iaşi e i tremendi treni della morte sono stati negati, o preda di presentazioni distorte, o semplicemente nascosti dalla storia ufficiale romena. Curzio Malaparte, allora corrispondente per Il Corriere della Sera, fu il primo a parlare al mondo dei tragici eventi di Iaşi, in un capitolo del suo romanzo Kaputt. Il film di Radu Gabrea è il primo lungometraggio ad affrontare questa pagina di storia romena ancora sepolta.
“Radu Gabrea – che ha vissuto gli eventi descritti nel film – ritorna alla ribalta della cinematografia romena con questo film sobrio e sconvolgente, che evita ogni tipo di “melodrammatizzazione”. […] Un film che ti apre gli occhi, da vedere assolutamente.” (Alex Leo Șerban)
fonte: firiweb.wordpress.com