Diana Pavel-Cassese
Poeta e prosatore, Mihai Eminescu (1850-1889) è un autore romantico, come l’italiano Leopardi, ma un romantico di tipo tedesco, un poeta mistico e visionario, un poeta della notte e della donna, che per i romeni rappresenta una sintesi tra Goethe e Schiller. Secondo Virgil Nemoianu, è un romantico di tipo Biedermeier, un tardo-romantico, più mite. (V. Nemoianu, The Taming of Romanticism: European Literature and the Age of Biedermeier, 1984). Eminescu, personalità esemplare della cultura romena, soprannominato da G. Călinescu -il più noto critico dalla Romania- “poetul naţional” (poeta nazionale) e “poetul nepereche” (il poeta ineguagliabile), fin dall’adolescenza mostra un carattere da vendere: a 14 anni fugge di casa, interrompendo gli studi per seguire una compagnia teatrale in cui lavora come traduttore e suggeritore. Solo nel 1869 si iscrive come uditore all’Università di Vienna. La sua prima poesia è stata De-aş avea (“Se avessi”, 1866), però la consacrazione come poeta avviene nel 1870, con lo splendido poema “Venere e Madonna”. Nel 1872, Titu Maiorescu, il critico accorto protettore del giovane poeta, nel tentativo di farlo addottorare in filosofia, lo invia a Berlino. Eminescu mette a frutto gli anni di Vienna e Berlino, assimilando i più disparati elementi culturali, indice di una grande curiosità intellettuale. Attratto dall’idealismo tedesco, assimila il pensiero di Kant e Schopenhauer. Si dedica anche alle filosofie orientali (frequenta corsi di sanscrito) e alla spiritualità greca. Queste influenze non lo hanno soffocato ma lo hanno aiutato a trovare se stesso, senza alterarne gli adamantini bagliori. I motivi letterari “fugit irreparabile tempus”, “vanitas vanitatum”, “panta rei”, “fortuna labilis” si intrecciano nel capolavoro emineschiano Luceafărul (“Iperione”,1883), un poemetto costruito sul tema del tempo e della condizione del genio nel mondo, improntato da una visione del mondo e della storia umana pessimista, ma certo non passiva. Solidale con il pessimismo europeo, ma non suo tributario (nella sua pubblicistica si svela come un vero lottatore ottimista) dedica al problema esistenziale anche altri poemi (“Mortua est”, “Memento mori”, Mai am un singur dor/“Mi resta solo un desiderio”, Dintre sute de catarge/“Degli innumeri vascelli”). Riprende nei versi amorosi (ispirati dalla bruciante passione per la poetessa Veronica Micle) la meditazione sulla finalità del destino e sul senso dell’esistenza umana, scivolando dalle parole tenere al tono impietosamente satirico, dal tema dell’amore alla tematica sociale: Lacul (“Il lago”), Şi dacă (E se…), Flore albastră (“Fiore azzurro”), Dorinţa (Desiderio), Sara pe deal (La sera sul clivo), O, rămâi (“Oh, rimani..”). Il grandioso carattere storico-sociale e i concetti filosoficamente riflessivi, velati di pessimismo romantico, ma anche pervasi da un altrettanto romantico afflato titanico sono identificabili in: Epigonii (“Gli epigoni”), Scrisori (Epistole), Odă (în metru antic) (Ode (in metrica antica)), Viaţa mea fu ziuă (La vita mia fu luce), Veneţia (Venezia). Il ricorso all’occulto e fascinoso mondo della magia caratterizza Strigoii (“Gli spettri”). L’occultismo intrecciato col tema dell’evasione dal presente sarà ripreso nella sua novella fantastica e metafisica Sărmanul Dionis (“Il povero Dionigi”). Una poesia affascinante è Doina (il nome di un tipo di canzone tradizionale romena). Altre prose: Geniu pustiu (“Genio solitario”), inizialmente intitolato Naturi catilinare (Nature catilinarie), Cezara, Avatarii faraonului Tlà (“Gli avatari del faraone Tlà”), Umbra mea (“La mia ombra”), Făt Frumos din lacrimă (“Il bel principe nato da una lacrima”). Eminescu è stato anche un bravo pubblicista, traduttore e autore di teatro. Le opere di Eminescu sono state tradotte in oltre 60 lingue. In Italia: Mihai Eminescu -Iperione. Poesie scelte, Fermenti, Roma, 2008, vol. Lucifero, a cura di Marin Mincu, trad. di Sauro Albisani, Milano, Scheiwiller, 1989, 69 pp, antologia Parnaso Europeo, a cura di Carlo Muscetta, II.“Dal Protoromanticismo al Decadentismo”, Roma, Lucarini, 1990, pp. 334-335, La fiaba Il bel principe nato da una lacrima, trad. Luisa Valmarin (Università la Sapienza, Roma), Roma, 1981, “La mia ombra e altri racconti, a cura di Marin Mincu, Milano, BUR Rizzoli, 2000. Sempre Marin Mincu con Sauro Albisani hanno curato Eminescu e il romanticismo europeo, Roma, Bulzoni, 1990. Nel 1962 è apparsa la maggior monografia italiana su Eminescu: ROSA DEL CONTE, Mihai Eminescu o dell’Assoluto, Modena, Soc. Tip. Ed. Modenese. Un paragone con Leopardi fa SILVIA MATTESINI nella monografia Profilo di un genio desolato, Firenze, Atheneum, 1991.