Centro Culturale Italo Romeno
Milano

Invito alla lettura: Dionigi il Piccolo, il personaggio ricreato dall’autore del libro “Lo spazio e il tempo”

Ott 7, 2020

Invito alla lettura: Dionigi il Piccolo, il personaggio ricreato dall’autore del libro “Lo spazio e il tempo”

Recensione di Ida GARZONIO; in rivista Amichevole, settembre/ottobre, settembre 2020

Edizione: Rediviva 2019 p. 645., collana Culture e civilità; Traduzione di Anca Rodica Similea

Dionigi il Piccolo (epiteto che egli stesso aggiunse al suo nome non tanto per modestia quanto – forse – per creare una gerarchia fra sè e il “grande” Dionigi l’Areopagita discepolo di San Paolo) è figura ben nota, non foss’altro perché è considerato il fondatore della cronologia cristiana e del computo della Pasqua. Della sua vita – soprattutto degli anni giovanili – si sa ben poco e quel poco si desume dai suoi scritti: visse a cavallo fra il V e il VI secolo, di lui parla Cassiodoro esaltandone le virtù e la dottrina; trascorse la seconda parte della sua vita a Roma, dove ricoprì importanti incarichi, tradusse dal greco in latino molte opere canoniche e scrisse le sue opere, che formano una raccolta sterminata. Si sa che era originario della Scizia minore (parte dell’antica provincia romana della Mesia inferiore, oggi la romena Dobrugia sul Mar Nero); che fu educato in un monastero, ove ebbe come maestro tale Pietro. vescovo di una sede forse da identificare con Tomi (l’odierna Costanza, importante porto sul Mar Nero).

Quella stessa Tomi dove Ovidio morì in esilio. Della sua patria e del suo maestro Dionigi conservò un vivo ricordo, tanto da menzionarlo con queste parole “Ho sempre davanti agli occhi la vostra figura quando mi dispensavate i vostri santi insegnamenti“, nella lettera di dedica che precede la sua versione latina dell’epistola sinodale di Cirillo. Già nel monastero della Scizia si procurò quell’eccellente padronanza delle lingue latina e greca che ebbe modo di affinare ulteriormente forse durante un suo successivo soggiorno a Costantinopoli, come ricorda il suo amico Cassiodoro. Poco tempo dopo la morte del papa Gelasio 1 (21 nov. 496) lo incontriamo a Roma, dove per un periodo piuttosto lungo fu “magister” di lingue, di teologia e di dialettica.

Resta incerto se egli fosse “presbyter”, o addirittura “abbas”. Ma prima di giungere in Italia da Costantinopoli? Ecco che sull’ordito spazio-temporale che va dal Mar Nero all’Adriatico, negli ultimi decenni del ‘400 si dispiega la variegata e fitta trama del romanzo di Mihail Diaconescu che ci narra della giovinezza di Dionigi e dei suoi due condiscepoli Felice ed Eudosio prima al servizio di Eracleone il Vecchio, potente governatore della Dacia Pontica, e poi proiettato verso più ampi orizzonti. L’autore cita, accanto a personaggi storici, personaggi d’invenzione, secondo la consoli-data tradizione del romanzo storico. (una mappa alla fine del volume aiuta il lettore a orientarsi sui luoghi dove si svolge la vicenda).

 

Nell’opera non mancano le dispute filosofiche e teologiche, la descrizione della natura con i suoi spettacoli, i boschi ora amici e ora ostili e temibili, le avventure in cui sono coinvolti i protagonisti (persino una storia d’amore appassionato, che segnerà la vita e le scelte di Dionigi), la Costantinopoli maestosa e splendente del palazzo imperiale e quella sordida e insidiosa dei vicoli, la corte di Teodorico a Ravenna….Insomma l’autore M. Diaconescu sa tessere con maestria mescolando gli argomenti senza mai annoiare il lettore. Lo spazio e il tempo è il penultimo romanzo di questo grande scrittore pressoché sconosciuto in Italia, ma ben noto all’estero, tanto che nel 2013 fu proposto per il premio Nobel. Pubblicato a Bucarest nel 1986, fu salutato dalla critica locale come il migliore dei romanzi di Diaconescu.

Mihail Diaconescu nasce a Priboieni, piccolo centro nel distretto di Argeş, nel 1937. La sua vastissima cultura in campo filologico, filosofico, storico gli consente di affiancare all’attività di pubblicista quella accademica. Si è anche occupato di cinema (una serie di documentari sulla Dobrugia cristiana). Le sue pubblicazioni abbracciano diversi campi: la letteratura: Storia della letteratura daco-romana (1999), la teologia: Lezioni di estetica ortodossa (2009), la narrativa: dieci romanzi e altri scritti.

Muore il 25 marzo 2020.

Molte delle sue opere in prosa sono state tradotte in tedesco, francese, inglese, russo. Il suo romanzo Lo spazio e il tempo, nella bella traduzione di Anca Rodica Similea, rappresenta quindi una novità per l’Italia.

Recensione di Ida GARZONIO; in rivista Amichevole, settembre/ottobre, settembre 2020

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