Caritas Italiana – Caritas Romania
I romeni in Italia tra rifiuto e accoglienza
a cura di Franco Pittau, Antonio Ricci e Laura Timsa
Edizioni Idos/Sinnos, Roma marzo 2010
Roma, presentazione del 25 marzo 2010 presso l’Accademia di Romania
Questo agile volume (100 pagine in italiano e altrettante in romeno) presenta a un ampio pubblico, oltre che agli studiosi, la situazione effettiva dei romeni in Italia e le possibili prospettive. Per questo scopo si sono mobilitate Caritas di Romania e Caritas Italiana che, dopo una ricerca triennale, hanno voluto confrontare il loro punto di vista con le strutture pubbliche, le organizzazioni sociali, l’opinione pubblica dei due Paesi e i diretti interessati.
Il nuovo volume propone una riflessione riassumibile in cinque tesi.
1. È importante impostare bene la convivenza con i romeni che rappresentano un quarto dell’intera popolazione immigrata; infatti, le più recenti stime attestano che questa collettività conta ormai 1 milione e 165 mila persone. È la prima in Italia e la seconda nell’Unione Europea, dopo quella turca.
2. Bisogna riconoscere che nel passato qualcosa è andato storto anche da parte italiana perché, partendo da odiosi delitti commessi da singoli romeni, si è giunti a etichettare con l’aggettivo “criminale” un intero popolo; invece, secondo i dati ufficiali, i romeni incidono per il 24,5% sulla popolazione straniera residente e solo per il 13,8% sulle denunce presentate contro tutti gli stranieri.
3. La maggior parte dei romeni ha la ferma volontà di integrarsi stabilmente in Italia dove sono riusciti a superare una situazione economica insoddisfacente, facendo del lavoro e dell’imprenditoria il perno principale dell’inserimento (quasi 700 mila occupati e 28 mila aziende) e mostrando un buon livello di soddisfazione e anche gratitudine e attaccamento al Paese che li ha accolti: 50 testimoni privilegiati, accuratamente selezionati tra i romeni, così presentano le intenzioni dei loro connazionali in Italia.
4. La presenza romena in Italia pone in luce che il percorso di integrazione ha bisogno di un maggiore supporto pubblico e di un clima sociale più aperto ed evidenzia anche le implicazioni linguistiche, culturali e religiose poste dai nuovi venuti, che tra l’altro testimoniano una fede più semplice, convinta e lontana dal consumismo.
5. Per non perdere la memoria storica non si deve dimenticare che dalla fine dall’800 fino alla seconda guerra mondiale flussi non trascurabili di italiani si recarono in Romania, allora un Paese dal promettente sviluppo economico, e lì ebbero un buon trattamento mentre per i romeni venuti in Italia sussiste il pericolo di diventare il capro espiatorio su cui si scarica il senso di insicurezza della società italiana.
Caritas Romania e Caritas Italiana arrivano a questa conclusione: “L’Europa allargata prefigura la possibilità di sviluppi fruttuosi e, nello stesso tempo, come ci ricordano i romeni, rischia di essere una promessa in parte non realizzata. Il nuovo libro, scritto da italiani e da romeni, attesta che è possibile attenuare le carenze e potenziare gli aspetti positivi”.
(Franco Pittau)
Quanti sono i romeni in Italia?
Caritas Italia e Caritas Romania presentano un nuovo dossier.
A due anni di distanza dalla presentazione del primo volume “Romania. Immigrazione e lavoro in Italia”, Caritas Italia insieme a Caritas Romania lanciano il secondo dossier sulla comunità romena in Italia. “I romeni in Italia: tra rifiuto e accoglienza” è un libro che completa la strategia di sensibilizzazione attuata dalle due organizzazioni umanitarie per stimolare la conoscenza, in toto, della collettività romena presente in Italia. A tre anni dall’ingresso della Romania nell’Unione Europea, le Caritas nazionali hanno svolto una riflessione accurata e approfondita sul ruolo che i romeni possono avere nella costruzione di un’ Italia multiculturale. “La Romania – ha sottolineato don Egidiu Condac, direttore di Caritas Romania, – è un Paese alle prese con rilevanti problemi a seguito dell’affrancamento dal comunismo.
La popolazione, in un tale contesto, è stata presa dalla disperazione e ha considerato l’emigrazione l’unica soluzione.” In base ai dati Istat, rilevati alla fine del 2009, i residenti romeni in Italia, accertati, sono 953mila ma secondo il Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes, quelli effettivi sarebbero 1.110.000-1.165.000, con una buona percentuale di presenze non ancora definite. Prima della registrazione anagrafica infatti, può passare anche un anno, tempo utile per ottenere un lavoro regolare, una casa con i canoni stabiliti e un contratto d’affitto, e per ultimare le pratiche amministrative richieste dalla polizia municipale.
Attualmente, in Italia, i romeni rappresentano la prima collettività di immigrati, un quarto di essi vive nel Lazio ed una buona percentuale di essi è comunque diffusa su tutto il territorio italiano, dal Nord alle Isole. Dal 2000 ad oggi, sono più di 50mila i romeni nati in Italia e 105mila i figli iscritti nelle scuole italiane, resta invece delicato il problema dei minori non accompagnati, per la cui tutela è stato istituito un Comitato speciale presso il Ministero dell’Interno (OCR – Organismo Centrale di Raccordo). L’indagine svolta rivela che 6 romeni su 10 desiderano rimanere in Italia, e se decidessero di trasferirsi, andrebbero in Gran Bretagna o in Germania. “ I romeni sono non migranti – ha spiegato la sociologa Andrea Raluca Torre, – sospesi tra due realtà ma persone attivamente impegnate in pratiche sociali transnazionali, riuscendo a conciliare le abitudini della Romania con quelle italiane.”
Nonostante la cittadinanza europea rappresenti per questo popolo un punto di forza, resta forte il desiderio di diventare, a tutti gli effetti, cittadini italiani. Diventa sempre più necessaria ed urgente una strategia politica impegnata nell’integrazione degli immigrati e nel rispettare in primis e far rispettare poi doveri e diritti. Da decenni ha avuto inizio l’immigrazione di massa in Italia, paese all’interno dell’UE destinato a contare sempre più persone provenienti da altri paesi, esponenti di altre culture e con un altro sguardo sul mondo. Uomini, donne e bambini impegnati a costruire, insieme alla società italiana, un paese, realmente, multiculturale.
Alessia Arcolaci