Centro Culturale Italo Romeno
Milano

Hariclea Darclèe. 150 anni della nascita del soprano romeno (1860-1939)

Nov 1, 2010

FOTO Hariclea Darclée, Teatro alla Scala, Milano, 1892

(Biblioteca Academiei Romane)

Traduzione dott.ssa Maria Pop

Per trent’anni (1882-1918) Hariclea Darclée è stata considerata la primadonna più prestigiosa del teatro lirico mondiale. Il suo talento, la sua preparazione artistica hanno reso possibile il passaggio dalla tradizione del belcanto alla moderna scuola verista, gettando le basi di una scuola e di una dottrina vocale che hanno influenzato in maniera fondamentale la vocalità del Novecento. Nella sua bella carriera artistica ha interpretato più di 50 ruoli di cui moltissimi in prima assoluta (come sarebbe la „Tosca” di Giacomo Puccini, ma anche ruoli nelle opere di Alfredo Catalani, Ruggero Leocavallo, Pietro Mascagni).

Hariclea Darclée, una delle personalità più importanti della Romania, è nata a Brăila, il 10 giugno 1860, in una famiglia di origine greca. Durante l’infanzia, Hariclea è stata ad un passo dalla morte di tifo. A febbraio 1881, sposò il giovane luogotenente di artiglieria Iorgu Hartulary. Nel 1886 partì per Parigi dove affrontò con difficoltà le ristrettezze, anche se riceveva da casa 500 franchi al mese. Neppure la nascita del suo figlio Giovanni poté fermarla e continuò con le lezioni di canto.

Nel 1881 debutta in un concerto di canto sul palcoscenico del teatro di Braila, la sua città nativa. Partendo per Parigi, viene notata da Charles Gounod che le affida la parte di Margherita nella sua opera Fausto, parte con cui debutterà nel 1881 sul palcoscenico di Opera. Sembra che sia stato sempre Gounod a suggerirle di prendere il nome Darclée. Da lì a poco Hariclea conquista il pubblico e diventa la preferita di tanti compositori. Giacomo Puccini compone per la sua voce la Tosca, Pietro Mascagni Iris e Alfredo Catalani La Wally. Hariclea Darclée si è imposta come primadonna nei grandi teatri d’opera di Parigi, Berlino, Firenze, Milano, Roma, Buenos Aires, Lisbona, Barcellona, Madrid, Monte Carlo, Mosca e San Pietroburgo.

Il palcoscenico che la consacrò a livello mondiale fu la Scala di Milano, dove Hariclea Darclée debuttò il 26 dicembre 1890, con il ruolo di Chimène in Le Cid de Massenet, quando fu applaudita da Giuseppe Verdi. Il grande successo le portò subito dei contratti nei più grandi teatri d’Italia. Tra il 1893 e 1910 ha conosciuto l’apogeo della sua carriera sui grandi palcoscenici del mondo, tornando spesso a Milano, alla Scala. Ha continuato a cantare fino al 1918 quando era ancora pienamente padrona della sua voce. Il suo grande desiderio era di cantare in Romania. I romeni la amavano e i suoi concerti erano delle vere feste. “Viva l’usignolo dei Carpati”, la acclamava il pubblico. Il re Carlo le assegnò l’ordine di “Benemerita Prima Classe” e i poeti le dedicavano i loro versi.

Uno dei momenti più importanti per Hariclea fu il 1900 quando Puccini vide in lei il soprano più adatto per la parte di Flora Tosca. La prima si svolse a Roma dove Hariclea Darclée cantò con il tenore Emilio di Marchi e il baritono Eugenio Giraldoni, il suo grande amore.

La fama guadagnata negli anni non alterò il suo carattere speciale e prima di salire sul palcoscenico, usava accendere una candela all’icona della Madonna. Il Re Carlos di Portogallo le mandava spesso delle lettere d’amore in cui scriveva: “Se potessi ti terrei sempre con me e ti farei cantare sempre” e “Ammiro l’artista, ma amo la donna”

Hariclea Darclée ha sostenuto la nascita dell’Opera Romena di Bucarest nel 1921. La tradizione musicale è stata ereditata dal figlio Giovanni Hartulary- Darclée che è diventato compositore e direttore d’orchestra.

Purtroppo non sono stati conservati dischi incisi con la sua voce, soltanto due canti romeni: Cântecul fluierașului (“Il canto del flauto”) di George Stephanescu e Vai mândruță dragi ne-avem (“Bella mia quanto ci amiamo”) di Tiberio Brediceanu incise con l’accompagnamento del pianoforte quando lei era ormai ad un’età molto avanzata ma manteneva intatte le qualità naturali e tecniche della sua magnifica voce.

L’artista ha registrato per la Casa di Dischi Fonotipia delle arie e scene di Don Pasquale di Gaetano Donizetti, La Traviata di Giuseppe Verdi, Iris di Pietro Mascagni e Tosca di Giacomo Puccini. Le matrici di queste registrazioni sono state distrutte dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale a Milano; ancora oggi non sono stati identificati i dischi con le incisioni del 1903.

L’artista così tanto apprezzata da Verdi, Mascagni, Catalani, Puccini, che ha cantato con Enrico Caruso, Titta Ruffo, Francesco Tamagno e che si è esibita moltissime volte sotto la bacchetta di Toscanini, ha vissuto alla fine dei suoi giorni in un triste anonimato nel suo paese. “Il magico uccello da fiaba”, “l’adorato usignolo” è morta in povertà a Bucarest. La sua vigna di Cotnari che era la sua fonte di reddito alla fine della carriera artistica, è stata distrutta da una terribile grandine e la malattia che poi ha messo fine ai suoi giorni, il sarcoma epatico, non le ha permesso di ripristinare i vitigni. Muore nel 1939 e i suoi funerali sono stati finanziati dall’Ambasciata italiana. È stata sepolta nel cimitero Bellu.

Nel 1995, per l’anniversario di 135 anni dalla nascita di Hariclea Darclée, Braila, la sua città nativa, ha organizzato nell’onore dell’artista un Concorso nazionale di Canto con il suo nome, presidiato dal soprano Mariana Nicolesco e sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Romena. Dalla prima edizione del 1997 il Concorso internazionale si svolge con cadenza biennale e durante l’anno tra le edizioni si organizzano Corsi di Maestranza Artistica, Master Classes.

Hariclea Darclée ha avuto nel suo repertorio 58 ruoli in 56 opere composte da 31 compositori di cui 12 di grande tradizione e 19 giovani compositori di cui ha interpretato le opere in prime assoluta e prime locali di grandissima importanza. Tra le 56 opere interpretate, 32 sono di tradizione, 12 in prima assoluta e 16 in prima locale di grande successo.

Il fatto che il 45% delle opere del suo repertorio siano originali attesta la posizione singolare che l’artista occupa nella storia del teatro lirico universale e la sua influenza determinante.

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