VENERDI 30 MARZO e SABATO 31 MARZO
Lo spettacolo è tratto dall’opera di Panait Istrati, scrittore e intelletuuale romeno, che, dopo aver creduto nel grande sogno del bolscevismo, ne scopre e denuncia il fallimento, ma non smette di cercare negli esseri umani dignità e verità. E’ il racconto di un viaggio tra ideali, cronache e disillusioni nell’Unione Sovietica del 1927. Panait Istrati, scrittore, giornalista e socialista romeno emigrato in Francia, affronta un viaggio lungo tutta l’Unione che lo condurrà ad un progressivo “crollo della fede”, all’abbandono di ogni ideologia politica e anche all’emarginazione da parte di tutti i compagni e amici. Istrati è un oppositore, un uomo mosso da un congenito sentimento di giustizia che oltrepassa il valore dell’ideale; egli difende i poveri, gli operai, gli “sconfitti” dalle fauci dei tiranni, si batte per la libertà d’espressione in un’epoca in cui viene duramente soffocata. “Non possiamo più dire il nostro pensiero nei nostri tempi? No, non possiamo più”. Passionale e irascibile, profondo e sincero Istrati ci trascina in un racconto téte à téte mostrandoci il tremendo destino di chi si oppone all’ingiustizia e alla tirannide.
‘Ho scritto così tanto da riempire quaranta volumi di un’ odissea vissuta non di letteratura. Pochi uomini ci sono riusciti, questo merita di essere raccontato.”
P.Istrati