Centro Culturale Italo Romeno
Milano

Articoli e Studi

Una storia dell”architettura moderna in Romania (2)

In Romania, il momento del modernismo che ha coinciso con l’apice economico-finanziario del paese che aveva un reddito nazionale, negli anni prima della Seconda Guerra Mondiale, maggiore rispetto a quello del Belgio, ha generato un notevole adeguamento alla modernità dell’intera società e cultura nazionale; questa operazione non fu però fatta senza rimpianti e fu accettata come un male necessario, spesso in contraddizione con lo “spirito romeno” e avvolte generando echi xenofobi o addirittura antisemitici, dovuti all’origine non sempre “molto ariana” di alcuni dei suoi protagonisti.

Una storia dell’architettura moderna in Romania (1)

L’architettura romena, espressione viva della nostra latinità, è sensibilmente differente sia dai prodotti simili dei paesi neo-latini, circoscritti al mondo occidentale e cattolico, sia da quelli dei vicini slavi e magiari. L’architettura romena, rappresentata per la prima volta sulla Colonna di Traiano a Roma, vero atto di nascita del popolo romeno, è una delle testimonianze della straordinaria continuità

I romeni in Italia tra rifiuto ed accoglienza, 2010 IDOS.

Questo agile volume (100 pagine in italiano e altrettante in romeno) presenta a un ampio pubblico, oltre che agli studiosi, la situazione effettiva dei romeni in Italia e le possibili prospettive. Per questo scopo si sono mobilitate Caritas di Romania e Caritas Italiana che, dopo una ricerca triennale, hanno voluto confrontare il loro punto di vista con le strutture pubbliche, le organizzazioni sociali, l’opinione pubblica dei due Paesi e i diretti interessatI.

Si è spento lo scrittore il critico romeno Matei Calinescu (1934-2009)

L’umanità ha perso settimana scorsa un altro studioso di livello internazionale, Matei Călinescu (soffriva di cancro). Il critico e teorico letterario M. Călinescu (n. 15 giugno 1934, Bucarest – d. 24 giugno 2009, Bloomington, Indiana, SUA) ha fatto parte del “secondo esilio”, cioè degli intellettuali romeni scapati negli anni ’60-’70 a causa della dittatura comunista.

I legami di Cluadio Magris con la cultura romena (2)

I legami di Cluadio Magris con la cultura romena (2)

Il libro di Claudio Magris risponde, nella nostra opinione in maniera esemplare, ad una domanda di massimo interesse per la ‘questione romena’ in Europa: “Culturalmente, la Romania fa parte dello spazio centroeuropeo e/o di quello balcanico?” In Danubio, nell’evocata maniera di presentare la romenità con le sue dovute sfumature, la risposta è implicita: entrambi i mondi ci si ritrovano, nel loro antagonismo e nella loro complementarietà, in quanto, per concludere con le parole dello scrittore, “questo crogiolo di stirpi e di civiltà è un brodo primordiale della nostra storia” (Danubio, p. 428).

Veneti in Romania, Longo Editore, Ravenna

Questo libro si occupa in modo specifico della Romania, la ‘sorella latina d’Oriente’ come veniva definita dagli scrittori italiani del Risorgimento. La presenza di mano d’opera qualificata proveniente dalle province venete, e soprattutto dalla Carnia e dall’alto bellunese, divenne insostituibile per lo sviluppo del Paese danubiano impegnato nella costruzione di uno Stato moderno su modello occidentale.

Elezioni addomesticate in Moldavia. L’Ocse aprova

Le vie principali della capitale moldava, come viale Stefano il Grande e la Piazza della Grande Assemblea Nazionale, fra bandiere romene e dell’Unione europea, si sono riempite di manifestanti che inneggiavano alla caduta del comunismo, alla Romania ed all’Europa. La manifestazione è stata sedata con un morto; gruppi di manifestanti sono entrati in molti edifici pubblici devastandoli.

I legami di Claudio Magris con la cultura romena (1)

I legami di Claudio Magris con la cultura romena (1)

I legami di Claudio Magris con la cultura romena si circoscrivono ai lati cardinali della sua personalità creatrice: quello di germanista, quello di specialista della problematica mitteleuropea e, indubbiamente, quello di scrittore e saggista di apertura universale.

L’immagine dei romeni in Italia tra realtà e percezione. Intervista con Roberto Scagno

Sarebbe auspicabile, inoltre, un dialogo maggiore sui problemi legati alla immigrazione romena in Italia tra gli uomini di cultura italiani e romeni, al di là dell’adesione a comuni messaggi di «solidarietà antirazzista», sovente non accuratamente formulati. A questo scopo ci si deve augurare anche da parte romena una uscita dalla «torre d’avorio» e un superamento della frequente oscillazione tra chiusura nazionalista e indifferentismo sociale.

L’immagine dei romeni in Italia tra realtà e percezione (1)

La storia recente registra rapidi cambiamenti, i paesi ex comunisti sono stati poi integrati a tempi abbastanza brevi nell’Unione Europea e, quindi, questi paesi – che sembravano così lontani, molto più lontani dell’effettivo numero di chilometri che ci distanziano – sono diventati improvvisamente vicini, nel caso dell’Italia prima per l’emigrazione d’imprenditori italiani soprattutto nella fascia occidentale della Romania, poi con l’afflusso di romeni in Italia, particolarmente nella fascia nord-orientale della Penisola

La Romania membro dell’Unione Europea e la fine della transizione post-comunista

Tra il 22 dicembre 1989 ed il 31 dicembre 2006, la Romania ha attraversato un processo di ricostruzione istituzionale, legislativo, economico, politico e sociale che mirava alla modernizzazione del paese. La transizione post-comunista rappresentava una delle strade possibili che portavano ad una struttura funzionale dell’economia di mercato e ad un sistema democratico basato sullo stato di diritto.

L’immagine dei romeni in Italia tra realtà e percezione (3)

I romeni hanno preso il posto degli albanesi quali “uomini neri” nell’immaginario collettivo specie dopo l’ingresso della Romania nell’Unione Europea e il conseguente massiccio afflusso in Italia di romeni di etnia rom. I media continuano a non fare alcuna distinzione tra romeni e rom (anche nei casi in cui i rom non sono romeni ma originari di altre aree dell’Europa Orientale) e quindi deformano gravemente la realtà. Originariamente, nei confronti dei romeni prevaleva una certa stima soprattutto per la loro capacità di lavoro e la loro facilità nell’apprendere l’italiano.

Romania – l’odissea delle chiese distrutte (II)

Con l’insediamento del cosi-detto “governo democratico” il 6 marzo 1945, assistiamo alla nascita del regime ateo-comunista in Romania. Come accaduto nell’Unione Sovietica il regime comunista si oppose alla Chiesa cristiana romena considerandola come un’istituzione ostile per l’ideologia atea. In questa situazione la Chiesa ortodossa romena, la maggiore confessione in Romania, aveva due alternative: combattere apertamente contro il regime comunista oppure adottare un atteggiamento di moderata chiusura e di coabitazione.

Ceausescu – il programma di demolizioni delle chiese in Romania (I)

La “passione” per l’urbanistica accomuna e caratterizza tutti i regimi totalitari: fondare città nuove, cambiare quelle esistenti, erigere monumenti sono gli atti fondamentali di un sistema politico che si prefigge il controllo delle coscienze, e quindi manipolazione della memoria, individuale e collettiva.

Il pittore figurativo Corneliu Baba (1906-1997)

“Vengo da molto lontano, dall’inizio del secolo, quando Cézanne era ancora vivo e Picasso non aveva ancora spezzato le forme. Ed erogato di essere un pittore” (Il volume di memori di Corneliu Baba, “Appunti di un pittore dell’Est” /Însemnările unui pictor din Est, casa editrice della Fondazione Culturale Romena, ottobre 1997). Corneliu Baba nato a Craiova (distretto di Dolj), nel 1906, si spegnerà a Bucarest, nel 1997. Ha vissuto due guerre mondiali, tre cambiamenti radicali del sistema politico, un secolo di vita. Forse il più importante pittore figurativo dell’Europa dell’Est, Corneliu Baba è stato testimone del ventesimo secolo dall’inizio alla fine.

Un italiano ha presentato a Venezia l’arte delle icone su vetro della Transilvania

Dopo i concerti straordinari sostenuti dal gruppo psaltico ‘Stavropoleos’ nelle Basiliche Santa Maria Gloriosa dei Frari e San Marco, sabato, 13 dicembre, ore 18:30, l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia ha continuato la serie di manifestazioni festive con la presentazione dell’edizione italiana del volume ‘Icone su vetro di Sibiel. Il Museo Zosim Oancea’ di Giovanni Ruggeri, con una prefazione del dott. Lorenzo Streza, Arcivescovo di Sibiu e Metropolita di Ardeal, e una postfazione del dott. Dorin Oancea.

Romania – percorso verso il sistema democratico europeo

Il presente saggio si proporre come un breve sguardo dal punto di vista storico sul regime parlamentario romeno fino alla Rivoluzione del dicembre 1989. La storia del Parlamento della Romania inizia in Valacchia, dove fu adottato un documento costituzionale, il Regulamentul Organic(1831-1832);

Italia-Romania, oltre i pregiudizi

“La Romania non ha nulla da invidiare agli altri paesi europei!” (Lorenzo Bernorio, coordinatore delle attività di ricerca dell’Osservatorio sulla reciproca percezione d’immagine tra italiani e romeni)

Mircea Cartarescu al Festival della Letteratura di Mantova

Scrivere sulla cultura del tuo popolo, quando ti trovi a 2000km distanza del tuo paese, significa commozione, responsabilità e “tensione” nella terminologia di Murray Krieger (“La teoria della critica”). Scrivere di Mircea Cărtărescu, il più grande poeta, prosatore e critico romeno e, per di più, il tuo professore durante la Facoltà, è un onore. Dopo tanti anni, ho incontrato Mircea Cărtărescu (nato a Bucarest, nel 1956), il 6 di settembre, a Mantova, al Festival della Letteratura.

Il poeta Publius Ovidiu Naso

Poeta latino (Sulmona 43 a C – Tomis 17 d C). Sulmona oggi si trova in provincia dell’Aquila, Tomi è l’antico nome della città romena di Costanza sulla sponda occidentale del Mar Nero.

Aspetti della scuola romena di balletto in Italia

In Romania si conosce poco sul contributo dato dalla scuola romena di Balletto in Occidente e la trista realtà deriva dal fatto che la maggior parte dei ballerini sono partiti negli anni di dittatura Ceausescu.