L’ultima volta che la Romania ha visto un Papa è stato nel lontano 1999, in un incontro che fu “gioia della libertà religiosa”, come ha ben descritto il Patriarca Daniel. Venti anni dopo siamo di nuovo partecipi di un fatto straordinario. Ieri la visita si è aperta con un discorso, del quale l’intera Romania dovrebbe riflettere attentamente. Papa Francesco non ha iniziato elencando le mancanze o il dolore della storia rumena, ma ha subito affermato l’impegno di questo paese a ricominciare, grazie al pluralismo delle forze politiche. Parole di speranza e parole che alleggeriscono il carico di anni di dolore. Ha “regalato” alla Romania strade nuove da intraprendere: una società inclusiva è quella società dove «i più deboli, i più poveri e gli ultimi non sono visti come indesiderati, come intralci che impediscono alla “macchina” di camminare, ma come cittadini e fratelli da inserire a pieno titolo nella vita civile». È una frase breve, ma che può cambiare la sorte di questo paese. Semplice, o semplicistica per alcuni, ma che racchiude il senso profondo dell’unità di una nazione e della sempre maggiore unità della Romania. È da anni che infondo le manifestazioni popolari, le rivolte chiedono questo: che il Paese abbia l’uomo e la donna al suo centro.
Dopo questo incontro con il Presidente luterano Klaus Iohannis, il Papa si è avviato verso il Patriarca Daniel. Vorrei sottolineare alcuni degli aspetti che ritengo più rilevanti di questo incontro partendo dalla domanda: cosa vuol dire oggi ecumenismo? Cosa vuol dire oggi ecumenismo in Romania? La risposta più immediata potrebbe essere: unità di regole, unità di pensiero o di esperienza o solo apparenza e esteriorità. Papa Francesco in tutti e tre i discorsi pubblici successivi ha ripetuto una frase che lascia di nuovo spiazzati per la sua semplicità e immediatezza: riscoperta delle radici. Cosa ci indicano le radici della Romania? Cosa ci indicano le radici della Chiesa romena? Che la Chiesa è nata dall’unità tra San Pietro e Sant’Andrea. L’origine, le radici sono segni di totale unità: San Pietro e Sant’Andrea avevano partecipato allo stesso evento, agli stessi miracoli. Erano uniti. Solo per questo si può veramente parlare di ecumenismo: perché abbiamo un Padre nostro, non un Padre mio e un Padre vostro, ma un Padre nostro. “L’invito è che il mio si trasformi in nostro”.
Spero vivamente che ogni rumeno, partecipe di questa visita, possa chiedersi il valore delle parole del Papa, in modo che non passino inosservate ma che siano segno di speranza per l’intera Romania. Questa nazione e questa Chiesa infondo non attendono altro che qualcuno che gli ricordi il suo valore, che la renda memore di quello che è stata e di quello che può essere, con semplicità.
Elena Puncioni