Daniel D. Marin ha esordito con il volume Oră de vârf (Ora di punta, 2003), che ha ricevuto il Premio per la Poesia al Festival Nazionale “Duiliu Zamfirescu” nel 2003 ed è stato candidato al Premio Nazionale di Poesia “Mihai Eminescu” – Opera Prima (il riconoscimento letterario per l’esordio in poesia più prestigioso in Romania) nel 2004. Nel 2008 ha pubblicato Aşa cum a fost (Così è stato), mentre nel 2009 L-am luat deoparte şi i-am spus (L’ho preso da parte e gli ho detto), che gli è valso il Premio “Marin Mincu” (il più importante premio letterario per gli autori sotto i 35 anni) nel 2010.
Ha realizzato rubriche, interviste e inchieste letterarie per diverse reviste e ha partecipato a letture pubbliche in Spagna, Italia e Germania. È curatore del volume Poesia antiutopica. Un’antologia del duemilismo poetico romeno (2010), la prima antologia retrospettiva della più giovane generazione letteraria di Romania, conosciuta come Generaţia 2000.
Attualmente è redattore associato della rivista Zon@ Literară e si trova in Italia con una borsa di studio. “Nella poesia di Daniel D. Marin il mondo è sia sotterraneo, sia altamente aereo, i fatti, anche se accadono, sfuggono alla storicità, ed i personaggi hanno una natura doppia, che va dal concreto più bollente all’evanescenza più eterea, accompagnati da un’inquietudine raramente dovuta al tumulto delle visceri e all’immediato.” (Ioan Es. Pop)
La traduzione dal romeno è a cura di Anita Natascia Bernacchia.
sul tappeto
la signorina o. se ne sta sul tappeto ad
occhi chiusi. quando espira
qualcosa di rassicurante le avvolge le mani.
le tiene strette tra le ginocchia.
forse vede quel che nessuno
può figurarsi forse semplicemente
scivola senza volerlo in una grotta con
animali immensi di altri tempi.
se aprisse gli occhi
di certo giocherebbe a suo piacere
con gli animali immaginari.
se così non fosse il silenzio si dileguerebbe
dalle sue mani e il tappeto
discenderebbe adagio lungo il bordo
di un precipizio.
come una tentazione
la signorina o. non esce
di casa da 3 giorni. se ne sta tranquilla
sul tappeto beve molto caffè e di quando
in quando fuma. se aprisse
la finestra l’aria fredda di fuori
si insinuerebbe nella sua anima come una tentazione.
embrione
sulla strada verso il cimitero una vecchia
dice alla signorina o. con voce
triste che Dio le vuole molto bene
e la attende. la signorina o. sorride
ed entra passeggia tra i viottoli
angusti leggendo attenta ogni epitaffio.
ogni tanto le torna in mente
quel che le ha detto la vecchia e lenta porta
la mano alla bocca per nascondere il suo riso.
ora è davanti a un sepolcro vuoto
e mentre guarda giù pian piano
le sue membra poi tutto il suo corpo potrebbero diventare inerti
e scivolare nella fossa.
ma laggiù la signorina o.
si sentirebbe in pace come un embrione
in un utero morbido e caldo.