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Milano

Mircea Cărtărescu è il vincitore del Premio letterario di Firenze “Gregor Von Rezzori”

Giu 12, 2016

Mircea Cărtărescu è il vincitore del Premio letterario di Firenze “Gregor Von Rezzori”

 

Il noto autore Mircea Cărtărescu è stato eletto vincitore del prestigioso Premio letterario Gregor von Rezzori per la migliore opera di letteratura straniera tradotta in italiano nell’ultimo anno, durante la cerimonia svoltasi nel Salone dei Cinquencento a Firenze il 6-8 giugno.

Lo scrittore romeno, con Abbacinante (il corpo), tradotto in italiano da Bruno Mazzoni ed edito da Voland, ha avuto la meglio sugli altri quattro finalisti: Dany Lafferière, con il romanzo Tutto si muove attorno a me, tradotto da Giuseppe Grimonti Greco e Francesca Scala (66thand2nd) ; Yiyun Li, con Più gentile della solitudine, tradotto da Laura Noulian (Einaudi); Dinaw Mengestu, con Tutti i nostri nomi, tradotto da Mariagiulia Castagnone (Frassinelli), Lorrie Moore, con Bark, tradotto da Alberto Pezzotta (Bompiani).

Il Premio von Rezzori è inserito nell’ambito del Festival degli Scrittori, unico festival letterario di Firenze, che si svolge in tre giornate a giugno e che quest’anno compie il suo primo decennale. Esso ha l’obiettivo di promuovere l’incontro tra scrittori internazionali e il pubblico italiano e costituisce un’interessante vetrina della letteratura contemporanea.

carti cartarescu

Il Premio è dedicato a Gregor von Rezzori (1914-1998) romeno di origine austriaca. Nel 1938, si trasferì a Berlino ed è considerato uno dei più importanti scrittori moderni di lingua tedesca.

Mircea Cărtărescu, poeta e romanziere, è uno dei più interessanti scrittori dell’Est Europa. Ha vinto diversi premi in Romania e importanti premi internazionali, ricordiamo il Premio Internazionale per la Letteratura nel 2012 a Berlino, il Premio Spycher-Lenk in Svizzera nel 2013, il Premio di Stato per la Letteratura Europea in Austria nel 2015. È il massimo esponente di una stirpe di intellettuali, definita Blue Jeans Generation o gli “Ottantisti” che si sono formati durante gli anni della dittatura di Nicolae Ceausescu. In quegli anni il comunismo si aprì ad un timido quanto falso liberismo, mostrandosi aperto all’arte vera. Un gruppo di artisti, tra cui Cărtărescu, guidati dal professore di lettere dell’Università di Bucarest, Nicolae Manolescu, contribuirono alla formazione della letteratura romena post-moderna, rivolta verso l’Occidente e verso l’Europa.

Candidato al Premio Nobel per la letteratura più volte, è ancora troppo poco conosciuto nell’Europa Occidentale. Il Premio von Rezzori e la candidatura, con lo stesso libro, nella rosa dei finalisti per la terza edizione del Premio Strega Europeo (Roma, 5 luglio) costituiscono importanti riconoscimenti da parte italiana di questa incommensurabile e travolgente narrativa made in Romania.

I suoi libri sono tradotti in italiano da Bruno Mazzoni e pubblicati da Voland.  Ricordiamo, Travesti (2000); Nostalgia (2005), per il quale Mircea Cărtărescu si è aggiudicato il Premio Giuseppe Acerbi; Abbacinante. L’ala sinistra (2007); Perché amiamo le donne (2009), e ora Abbacinante. Il corpo (2015), che si aggiudica il Premio italiano per la migliore narrativa straniera. Esso fa parte di una trilogia: Abbacinante. L’ala sinistra; Abbacinante. Il corpo; e Abbacinante. L’ala destra, appena uscito.

Si tratta di una trilogia in cui la memoria, la spiritualità, la cosmologia e la storia si intersecano in modo visionario componendo una farfalla con due ali e un corpo. Una farfalla che rappresenta per l’autore, come per gli antichi greci, il destino dell’uomo. 1600 pagine di raffinata ricchezza concettuale e corposità lessicale più unica che rara, che concede immagini metafisiche e sensazioni psichedeliche, muovendosi nello spazio storico della Romania vista da una Bucarest ectoplasmatica. La scrittura di Cărtărescu ha una densità seducente che regala riflessioni ontologiche ed ebbrezza gnoseologica, appartenente ad un altro livello di conoscenza. In Abbacinante, l’autore utilizza uno stile unico attraverso cui restituisce l’immagine del mondo come l’ha conosciuto. Una narrativa che riporta spesso a Pynchon o a Joyce.

Foto. Il Prof. Bruno Mazzoni e Mircea Cartarescu

Ida VALICENTI

 

 

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