Festival di Berlino, vince Peter Netzer
a Panahi Orso argento per sceneggiatura
Orso d’oro al film del regista rumeno ‘Child’s pose’. Orso d’argento per la regia a ‘Prince Avalanche’ di David Gordon Green. Per gli attori Orsi d’argento a Paulina Garcia e Natif Mujic. Al regista iraniano, condannato a 6 anni di reclusione, non è stato consentito da Teheran di partecipare alla cerimonia.
BERLINO – Il film del regista rumeno, Calin Peter Netzer, ‘Child’s pose’ ha vinto l’Orso d’oro al Festival di Berlino. Orso d’argento per la regia a ‘Prince Avalanche’ di David Gordon Green, mentre la cilena Paulina Garcia ha vinto l’Orso d’argento come migliore attrice nel film ‘Gloria’ di Sebastian Lelio. L’Orso d’argento per il miglior attore è andato al rumeno Natif Mujic per il film bosniaco ‘An episode in the life of an iron picker’. Il regista iraniano Jafar Panahi ha vinto l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura con il film ‘Closed curtain’. L’Orso d’argento per il premio Gran giuria della Berlinale è andato a Denis Tanovic, per il film ‘Un episodio della vita di un cacciatore di ferraglia’. Il film di Gus Van Sant, ‘Promised Land’, con Matt Damon, ha ottenuto una delle due menzioni speciali date dalla giuria. Un riconoscimento analogo è andato a ‘Layla Fourie’ della sudafricana Pia Marais.
Il film vincitore. Per quanto riguarda il film vincitore del festival, ‘Child’s pose’, con riferimento alla posizione del bambino dello yoga, il film racconta del rapporto tra una madre dell’alta borghesia rumena e suo figlio, colpevole di aver investito e ucciso un giovane proletario. La madre farà di tutto per evitare a suo figlio la prigione servendosi dei suoi soldi e delle sue conoscenze. Nel 2012 l’Orso d’oro del Festival di Berlino era andato al film dei fratelli Taviani, ‘Cesare deve morire’.
Il regista. Nato nel 1975 in Romania, il giovane regista Calin Peter Netzer è presto emigrato con la famiglia in Germania, dove ha frequentato la scuola a Stoccarda. La formazione cinematografica è avvenuta però nella sua terra natia, dove è tornato fra il 1996 e il 1999 per studiare regia all’università di Bucarest. Il film presentato alla Berlinale racconta di una relazione difficile fra una madre e un figlio, in una società corrotta. ‘Quando parlo della famiglia – ha spiegato il regista – parlo sempre anche della struttura sociale’.
Il caso Panahi. Il regista iraniano, Orso d’argento per la migliore sceneggiatura, non ha potuto ritirare personalmente il premio perché, nonostante i ripetuti appelli del governo tedesco all’Iran, non è potuto andare a Berlino. La Germania aveva chiesto a Teheran di concedere un visto a Panahi, condannato nel dicembre 2010 a 6 anni di reclusione, affinché potesse partecipare al festival. Al regista del ‘Cerchio’ (2000), però, è stata preclusa la possibilità di viaggiare e rilasciare interviste sia all’estero che all’interno dell’Iran per i successivi 20 anni. Già nel 2011, Panahi (Orso d’argento per ‘Offside’ nel 2006), chiamato a far par parte della giuria della Berlinale, era stato ricordato con una sedia vuota nel giorno dell’inaugurazione.
Fonte
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2013/02/16/news/berlino_orso_d_oro-52810537/