dott.ssa Lorena Curiman
Il Natale è alle porte ed è questo il periodo in cui chi è lontano da casa per scelta o per esigenza,sente più profonda la nostalgia dei propri cari lontani, per i ricordi dell’ infanzia, per tutte quelle tradizioni e usanze che fanno di questa festa un evento unico e ricco di significati.
Ogni anno il Natale ci fa rivivere i colori, i suoni,i sapori e le emozioni delle tradizioni. Ovunque ci troviamo nel mondo, a casa propria o a casa ‘straniera’, il Natale porta con sé il calore della casa e della famiglia, il sapore e il profumo delle cose buone e genuine, il suono dei canti natalizi che diffondono il desiderio di sentirsi riconciliati con se stessi e con il prossimo. Il Natale riporta quindi alla memoria le tradizioni, con il desiderio di riviverle e farle vivere. Tradizioni intimamente legate ai ricordi della nostra infanzia, che si rinnovano e si arricchiscono ogni anno, tutto concorre a rendere il Natale un momento unico.
Le feste natalizie romene sono ogni anno motivo di grande divertimento, ma anche una serie di eventi pittoreschi folkloristici carichi di valori e significati profondi per il rapporto dell’uomo con la natura e con il mondo circostante. Un momento ricco di costumi tradizionali, diversi da una zona all’altra e di abitudini antiche, ereditate da tempi lontani e praticate ancora oggi, alle quali partecipa l’intera comunità e
soprattutto i bambini. A Natale si concentra un numero maggiore di riti e usanze: il via è dato dalla festa di San Nicola (i bambini lustrano le scarpe che vengono riempite da San Nicola di caramelle) la macellazione del maiale, poi gli auguri fatti con l’aratro, andando di casa in casa con diverse forme di ‘Tanti Auguri, schioccando le fruste e facendo un lungo augurio che parla della successione dei lavori agricoli, l’albero natalizio, lo scambio di doni portati da Babbo Natale, la notte del 24 dicembre o al mattino del giorno di Natale. Durante la notte, al corteo degli auguratori si affiancano ragazzi mascherati, vestiti in costumi molto fantasiosi, raffiguranti le più bizzarre creature mitologiche. Essi percorrono i villaggi alla vigilia di Capodanno e nel primo giorno del Novello Anno, in una specie di rievocazione delle vecchie feste legate al culto della fertilità.
In Romania è tradizione, nei giorni che precedono il Natale, insegnare ai bambini alcuni canti natalizi. La sera de 24 dicembre, la vigilia di Natale, i bambini vanno a “colindare”: salgono su un carro con le ruote in legno trainato da cavalli e, passando di casa in casa, cantano le melodie natalizie. La gente esce dalle case, attirata dai loro canti, e dà loro in cambio dolci, soldi e frutta secca. Inoltre è usanza credere che gli animali, la notte di Natale, parlino tra loro; per questo in alcune zone le persone si travestono con maschere rappresentanti orsi, lupi e pecore al fine di riuscire ad avvicinarsi ai veri animali e ascoltare la loro conversazione.
Molte tradizioni natalizie sono infine legate alla musica – canti natalizi (colinde), a particolari piante (l’abete, il vischio, la stella di Natale) e pietanze, sia dolci (panettone, pandoro – cozonac) che salati (sarmale – involtini di carne e verza), spesso con forte variabilità da regione a regione.
Per le famiglie di tutto il mondo il Natale e’ l’occasione per riunirsi, mangiare e scambiarsi regali in segno di reciproco affetto. Non fa eccezione la famiglia romena il cui culto per la buona tavola durante questa festa si manifesta in tutta la sua grandezza, in una maratona mangereccia che ci vede
impegnati ad assaporare ogni tipo di pietanza, dal dolce al salato, dal pesce alla carne, il tutto ovviamente in porzioni piu’ che abbondanti.
La sera della Vigilia, è tutto un fermento, si aspetta con ansia di assaggiare il cozonac , il dolce
tipico delle feste, che ha la forma di un plumcake , morbido e alto, con dentro le noci e dei canditi particolari grandi , quadrati , alcuni anche al sapore di rosa.. e poi il vino cotto con le spezie ed i chiodi di garofano!
I menu’ sono svariati, con ricette tramandate e/o tipiche della regione di provenienza, a rivisitazioni o nuove ‘tendenze’, influenzate da ingredienti tipici di altre parti del mondo.Il maiale è, suo malgrado, il grande protagonista del cenone natalizio: in molte zone della Romania la tradizione vuole che l’animale sia amazzato davanti a tutta la famiglia in un’atmosfera di grande festa. I bambini sono invitati a salire sul maiale perché si crede che in tal modo cresceranno grandi e sani. In un cenone rumeno non possono mancare la țuica (una grappa fortissima bevuta per aprire l’appetito) sarmale
(involtini di carne macinata avvolti in foglie di verza o viti), piftie (gelatina all’aglio contente piedi, orecchie e testa del maiale), șoric (pelle di maiale lavata e salata), toba (un enorme salsiccia contente le interiora del suino che viene condita con un po’ di senape), gratar de porc (arrosto di maiale) e per concludere il cozonac, una sorta di panettone.
Una colindă o colind è un canto cerimoniale natalizio romeno, caratterizzato da elementi rituali, di solito eseguita durante le feste invernali e trasmessa oralmente da una generazione all’altra. La parola colindă, colind deriva dal latino calendae I romeni, pur lontani dalla casa natale, ovunque si trovino, festeggiano il Natale quanto più possibile simile a quello che i loro parenti e amici festeggiano in Romania. Trascorrere il Natale in una famiglia rumena è un’esperienza indimenticabile che ti riconcilia con un periodo che spesso sembra aver perso il suo originario significato. In molte zone della Romania, la settimana durante la quale si ricorda la nascita di Gesù Cristo conserva un’aura di sacralità e magia che rende impossibile non “sentire il Natale”. Esistono, di certo, tanti punti di contatto tra il modo di festeggiare in Italia e Romania ma anche la tradizioni dell’albero e di Babbo Natale sembrano essere vissute in modo diverso e forse più autentico.
Se in altri paesi lo spirito natalizio significa essere buoni, fare regali e sorprese per tutti, per i romeni, il Natale è la festa dei regali dell’anima, che vuol dire avvicinarsi al prossimo. La vigilia di Natale si passa accanto alle persone care, ma anche agli amici.
Il Natale è un evento innanzitutto familiare in Romania: durante questo periodo molti approfittanoper riunirsi con i parenti che si riesce a vedere solo una o due volta l’anno. In effetti, a causa della massiva emigrazione all’estero, i romeni vivono il Natale come un vero e proprio ritorno alle loro radici e la sera di Natale sussurrano tutti quanti, dal più piccolo al più grande, pian pianino, come una preghiera, le parole quasi magiche incantate nel tempo:
‘Oggi è nato Cristo
Messia dal viso luminoso
Piccolino avvolto
Con il pannolino di cotone
Il vento tira ma non arriva
La neve cade ma non accade
E da adesso fino alla fine
La misericordia di Dio sia!
Lodate, cantate e gioite!
La Redazione CulturaRomena.it
Vi augura un sereno e buon Natale!