Centro Culturale Italo Romeno
Milano

7 marzo 2009, Il Maestro Marinel Stefanescu – Percorsi d’autore

Feb 22, 2009

7 marzo 2009, Il Maestro Marinel Stefanescu – Percorsi d’autore, Livorno

Associazione Sociale Culturale Romena-Italiana Dacia di Livorno con il Comune di Livorno organizza la mostra personale di Marinel Stefanescu “Percorsi d’autore”.
La mostra si apre il 7 marzo 2009 , alle ore 18 00 al Nuovo Teatro delle Comedie con il saluto della presidente Cristina Molnar, Via Giuseppe Maria Terreni 5, Livorno. Saranno presenti rappresentanti della autorità locale: Comune di Livorno, Provincia, Camera di Comercio, Università di Livorno, l’Ambasciata Romena a Roma ecc. La mostra sarà aperta al pubblico da domenica 8 marzo fino a sabato 14 marzo 2009 dalle ore 16 00 alle 19 00.

Marinel Stefanescu, nato a Bucarest, si diploma all’Accademia di ballo della sua città col massimo dei voti. Nel 1966 riceve il primo premio e la medaglia d’oro al Concorso Internazionale di Danza a Varna, e viene nominato primo ballerino all’Opera di Bucarest. Nel ’69 riceve il premio per la migliore interpretazione al 1° Concorso Internazionale di balletto a Mosca. Comincia da allora la sua carriera internazionale, è ripetutamente invitato come artista-ospite, protagonista di tutto il repertorio classico-romantico e moderno nei maggiori Teatri di tutto il mondo. Nel 1977 fonda con Liliana Cosi l’ Associazione Balletto Classico, e dal ’78 è direttore didattico della Scuola di Balletto Cosi – Stefanescu oltre a essere il direttore artistico della Compagnia Balletto Classico Cosi – Stefanescu e il coreografo di nuovi balletti, di cui è stato l’ ideatore, il librettista, il protagonista e molte volte anche scenografo e costumista di gusto e di talento. Ballerino, e pur continuando la sua attività coreografica, il suo interesse artistico si rivolge in gran parte verso la pittura. Nel 1998 Marinel Stefanescu lascia le scene. Ancora una volta riesce a stupire il mondo, riversando con estrema naturalezza in quest’ arte, non solo la sua straordinaria genialità, ma anche l’immensa ricchezza della sua anima. Dal ’98 ad oggi egli dà vita ad una vastissima produzione di opere d’arte estremamente complessa, personale e suggestiva. Già nel ottobre del ’98 ha il suo debutto come pittore al Teatro Municipale di Reggio Emilia.In quella occasione il critico d’arte Sandro Parmiggiani scrive di lui: ‘La pittura di Stefanescu è segnata da impeto, foga, passione, dolore, ansia, sensualità e spiritualità.’Subito dopo, nel novembre del 98, espone nella Sala Régio sempre a Reggio Emilia e nel novembre del 1999 all’Accademia di Romania a Roma. Nel dicembre dello stesso anno dona a Papa Giovanni Paolo II due opere, oggi esposte nella collezione del Vaticano. Nell’ aprile del 2000 inaugura una mostra personale di pittura alla prestigiosa Galleria d’Arte “Apollo” di Bucarest e nel luglio dello stesso anno espone a Edmonton in Canada. In quella occasione il pubblico e la critica Canadesi gli hanno attribuito gli aggettivi più superlativi, tanto da dover prolungare di una settimana la chiusura della mostra. Nel settembre 2001 espone una serie di quadri poetici a Bazzano in provincia di Bologna e nell’ aprile del 2008 al Centro Produzioni Teatrali di Milano.

Una cosa impressionante di questo grande artista è la sua prolificità: centinaia le tele, i disegni e i dipinti, alcuni dei quali finalizzati a scenografie per spettacoli di balletto.
Il mondo dei pittori è già pieno di eretici che contestano alla percezione qualsiasi competenza, ma anche fra questi, dobbiamo dirlo all’inizio, Marinel Stefanescu sarebbe un ribelle. Oppure almeno un mutante, del quale il tipo di biografia storica non direbbe niente al confronto con quel che è evidente. Sembra che abbiamo quasi dimenticato di meravigliarci. Le osservazioni e gli espedienti ai quali approdano le televisioni e i mass media, rapportano il tutto alle nostre abitudini, ai nostri automatismi di pensare, fanno sembrare che tutto è passante. E non dimentichiamo che i mass media hanno nelle loro mani tutta la potenza dell’evidenza per far capire l’incredibile, l’impossibile, senza spiegazioni futili (inutili). M. Stefanescu italiano di origine rumena, del quale è stata aperta la mostra di pittura giovedì scorso, alla Galleria Apollo, è almeno un caso di coscienza, incredibile.

Dorian Urlateanu

Stefanescu dipinge soprattutto di notte: una pittura che trasuda impeto, foga, passione, sensualità, e insieme bisogno di spiritualità, ma anche ansia, angoscia, dolore (si pensi ai vortici e alle contorsioni imposti alle forme della natura; si pensi al rapporto che, nell’immagine, immediatamente si crea tra la rappresentazione di una ‘terra desolata’, di una ‘terra di nessuna persona’, e il ‘silenzio dell’anima’ che invade chi la contempla). Dà l’idea, questa pittura, di una sorta di torrente tempestoso che scorre sulla superficie dell’opera e vi lascia le sue tracce, i suoi detriti: quasi un’ ‘arte necessaria’ per liberare fantasmi, ossessioni, visioni, incubi o per intravedere e sognare rari momenti di idillio, di comunione con la natura.

Sandro Parmiggiani

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