Hariclea Darclée è stata la prima interprete del ruolo di Floria Tosca nella storia dell’opera di Giacomo Puccini. La prima rappresentazione ebbe luogo il 14 gennaio 1900 al Teatro Costanzi di Roma, dove Hariclea Darclée salì sul palco accanto al tenore Emilio De Marchi e al baritono Eugenio Giraldoni. All’epoca, Hariclea Darclée era già un’artista affermata nel mondo lirico internazionale, e il suo rapporto artistico con Giacomo Puccini iniziò proprio con l’opera Manon Lescaut, in occasione della rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano nel febbraio 1893 (mentre nella prima assoluta al Teatro Regio di Torino, il ruolo era stato interpretato dal soprano Cesira Ferrani). L’interpretazione del ruolo principale da parte di Darclée ricevette numerosi elogi dalla stampa italiana, sia dopo la prima di Roma, sia nelle repliche a Torino, Milano e Venezia, come testimoniano i quotidiani italiani Corriere della Sera, Gazzetta Musicale di Venezia, Il Messaggero, e anche l’articolo in prima pagina della rivista musicale L’Opera, intitolato:
“Le più grandi glorie dell’arte italiana: Hariclea DARCLEE”, un resoconto emozionante legato all’interpretazione del ruolo di Floria Tosca nella prima rappresentazione al Teatro Costanzi.
La prima assoluta si tenne a Roma il 14 gennaio 1900 e fu un grande successo, anche se inizialmente turbato da voci che annunciavano la presenza di una bomba nel teatro. Tutto si risolse rapidamente e l’opera si concluse senza incidenti, come riportato dalla stampa dell’epoca.
Il Corriere della Sera del 16–17 gennaio 1900 racconta: “Durante l’interpretazione delle prime pagine dell’opera, la folla ammassata nell’atrio si agita con tale impeto che si sentono mormorii e rumori che disturbano il pubblico. Poco dopo, si odono bisbigli e grida tali che il maestro Mugnone sospende la rappresentazione e fa calare il sipario. Quando l’ordine è ristabilito, dà l’ordine di rialzare il sipario e lo spettacolo prosegue senza ulteriori interruzioni.” In realtà – come scrive Ida Garzonio nel volume La diva della lirica che incantò artisti e pubblico, ed. Rediviva, Milano, 2023 – si temevano disordini, poiché la fine del secolo era stata segnata da tensioni politiche e sociali: il fallimento della Banca Nazionale di Roma, l’ascesa di Crispi, la repressione dei lavoratori siciliani, e infine, le rivolte di Milano nel 1898 e la feroce repressione che ne seguì. Alla sera della prima di Tosca al Costanzi, erano presenti in sala la regina Margherita, il presidente del Consiglio Pelloux, il ministro dell’istruzione Baccelli, e l’élite dell’aristocrazia romana. L’allarme si rivelò infondato, ma le precauzioni erano giustificate. Dopo Roma, seguirono le rappresentazioni a Torino e al Teatro alla Scala di Milano, dove – come nota la stampa – l’accoglienza fu meno entusiasta rispetto a quella romana. Nel Corriere della Sera del 17 marzo 1900, il critico musicale Alfredo Colombani scrisse, in un lungo articolo sulla prima pagina (che proseguiva a pagina 2):“Puccini ha fatto miracoli, poiché in più punti ha trovato modo di lasciar fluire il filo della sua ispirazione senza impigliarsi nella rete di circostanze tiranniche.
Ha fatto cantare Cavaradossi come un vero personaggio lirico, ha trovato un finale grandioso per il primo atto, un effetto delicato nel secondo, una descrizione patetica dell’aurora nel terzo – e un duetto d’amore intenso e felice.
È riuscito a dare vita musicale alla figura della protagonista che, dopo poche frasi affettuose all’inizio, è travolta da grida, sospiri e gesti mimici. Quante difficoltà presenta questo ruolo!
Solo la Signora Darclée potrebbe raccontarcele – solo lei riesce a mascherarle, a superarle con naturalezza!” ”(…) La Signora Darclée si conferma un’interprete raffinata ed eccezionale. A lei si deve il momento più commovente della serata, quando ha dovuto ripetere l’aria “Vissi d’arte, vissi d’amore…”, acclamata con entusiasmo da tutti per la meravigliosa finezza con cui è riuscita a interpretare questa pagina incantevole. È stata ammirata per tutta la durata dell’opera per la sua voce straordinaria, la presenza scenica e la sicurezza dimostrata in questa lunga e difficile interpretazione.
Giraldoni è stato magnifico, eccellente nel ruolo di Scarpia, reso con una potenza vocale pari alla forza del suo spirito. I ruoli secondari sono stati ben interpretati (…) Si può dire che lo spettacolo di Milano sia stato superiore a quelli precedenti, per l’armonia dell’esecuzione. Il Maestro Toscanini è riuscito a dare più vita all’intera partitura (…)
Un ricordo, è il titolo sulla prima pagina dell’importante rivista musicale L’Opera, che dedica l’apertura alla nostra grande artista, con un’evocazione straordinaria dell’interpretazione della nostra soprano, la quale ha fatto alzare in piedi il pubblico alla prima del 14 gennaio 1900, tra applausi interminabili, poiché “Vissi d’arte” aveva compiuto un miracolo, come scrive l’autore. “Il Teatro Costanzi brillava di luci e gioielli, tutta l’élite romana riunita per un battesimo dell’arte, un battesimo che ha contribuito alla rinascita della fama di uno dei nostri più grandi e amati musicisti: Giacomo Puccini. Tosca veniva presentata per la prima volta al pubblico nella versione lirica di Puccini, e le aspettative erano altissime (…).Resterà nella memoria di ognuno di noi che abbiamo assistito a quella meravigliosa interpretazione e abbiamo sentito Hariclea Darclée sospirare e piangere nell’aria “Vissi d’arte” – con una voce fino ad allora ineguagliata, con un sospiro che ci ha strappato le lacrime. Non potremo mai, mai dimenticare quel grido che ci è scoppiato dal petto, quel boato del momento, gli applausi frenetici e infiniti.È vero, era presente la Corte [Famiglia reale], ma l’entusiasmo ci fece dimenticare l’etichetta regale. “Vissi d’arte” aveva compiuto un miracolo. Hariclea Darclée possiede senza dubbio la voce di soprano più bella che si sia mai udita. Tra tutte le soprano attive oggi nel teatro lirico internazionale, la sua voce non ha eguali: per carattere, colore, quella sonorità vellutata che accarezza e vibra fino alle fibre più profonde dell’anima; l’uniformità dei registri e la sua estensione vocale sono incomparabili. Mai si era sentita una voce così potente, espressiva ed emozionante, dotata di incanto e dolcezza come quella di Hariclea Darclée. E quella sua mezza voce, così ricca e bella nel suono, riesce a conquistare ogni vastità teatrale, ogni maestosità orchestrale; il suo fascino cattura, commuove ed esalta, senza paragoni con artisti contemporanei o del passato. Grazie a queste qualità ineguagliabili, Hariclea Darclée ha saputo eccellere in tutto il repertorio operistico italiano e internazionale (…)”.
La Gazzetta di Venezia, del 27 dicembre 1905, ricorda il successo riscosso dall’opera Tosca al Teatro La Fenice, accompagnato dagli stessi elogi rivolti alla prima interprete del ruolo di Floria Tosca, creatrice di questo personaggio, lungamente applaudita dal pubblico presente.(…) La Signora Darclée è stata la creatrice del ruolo di Tosca di Puccini. A Roma, a Milano, ovunque – e anche ieri sera, di fronte a quel magnifico pubblico che ha riempito La Fenice fino all’ultimo ordine – la graziosa artista ha saputo dissimulare le immense difficoltà di questo terribile ruolo da protagonista: difficoltà sceniche uniche legate all’angoscia tormentosa vissuta da Floria Tosca nell’atto dell’uccisione di Scarpia, alla compassione e al rispetto espressi verso il morto, allo strazio del cuore nel momento in cui l’amata scopre l’infame inganno di Scarpia (…)
La Signora Darclée ha mostrato la pienezza della sua vocalità con la maestria di chi non può misurarsi – e infatti non si misura; ha cantato l’aria Vissi d’arte e d’amore tra insistenti applausi, così come ha reso con vigore il tormentato duetto con Cavaradossi del terzo atto. (…)
Questi sono solo alcuni articoli e materiali apparsi nella stampa italiana dell’epoca, che rivelano l’interpretazione straordinaria data dalla nostra grande soprano al ruolo di Floria Tosca, sia alla prima assoluta di Roma, sia nelle decine di repliche seguite poi al Teatro Regio di Torino, al Teatro La Fenice di Venezia, al Teatro alla Scala di Milano, e sulle più importanti scene del mondo.Per il suo fondamentale contributo alla storia del melodramma internazionale, il Centro Cultural Italo Romeno ha promosso a Milano il progetto di una targa commemorativa, inserendo la grande artista nel Pantheon delle personalità illustri d’Italia, nell’ambito dell’iniziativa Milano è Memoria.
Violeta Popescu
Centro Culturale Italo Romeno di Milano