Centro Culturale Italo Romeno
Milano

Che novità ci porta questo Natale?

Dic 22, 2015

Di tutte le feste cristiane, il Natale è diventato, purtroppo, quella più associata al commercio e al consumo. I negozi accrescono il loro giro d’affari proprio in questo periodo, e tanti pensano a Babbo Natale più che a Cristo e alla cena di Natale più che alla Divina Liturgia. Anche se facilmente giudichiamo il mondo consumista, anche noi cristiani abbiamo perso di vista il vero significato di questa grande festa: l’incarnazione di Dio, punto di svolta nella storia dell’umanità.

Non c’è niente di nuovo sotto il sole, dice il libro dell’Ecclesiaste nell’Antico Testamento. Tutto, persino la storia, si ripete ciclicamente e, nello spettacolo ripetitivo offerto dal mondo, l’uomo – curioso e assetato continuamente di nuove conoscenze – finisce prima o poi con l’annoiarsi, perché senza Dio, il mondo non riesce a offrire valori veri, a misura delle nostre aspirazioni.

Dove cercare allora la grande novità, quella in grado di renderci felici e dare significato alla nostra vita?

Mantuitorul si Ioan Botezatorul in pantece

L’uomo moderno si è abituato a cercarla nelle ultime produzioni tecnologiche, nelle scoperte della scienza, in quelle della medicina, sempre più capace di curare le nostre malattie e di prolungarci la vita (anche se non sempre sappiamo perché viviamo). Ci sono sempre nuovi libri, film, macchine e vestiti nuovi e costosi che ammiriamo anche quando non ce li possiamo permettere. Essere moderni significa per noi rincorrere tutto ciò che è nuovo, nelle sue forme più svariate, e per questo abbiamo perso l’interesse per le tradizioni.

Non c’è niente di più effimero di una notizia in tempo reale, eppure i canali televisivi di notizie ottengono i rating migliori. Queste false novità ci attirano nel vortice di questo mondo e poi ci lasciano stanchi e confusi. San Silvano del Monte Athos diceva in merito a questo:

I giornali non informano sugli uomini, bensì sui fatti, e neanche quello fanno con verità. Invece, quando l’anima prega per il mondo, conosce meglio, senza giornali, la sofferenza e i bisogni della gente, e sente dolore per essa. La preghiera purifica la mente affinché possa vedere tutto più chiaro.

L’unica grande novità, nella storia dell’uomo, è la nascita di Cristo, diceva San Giovanni Damasceno. Attraverso questo evento meraviglioso, Dio viene a mettere fine alla monotonia della vita, ci tira fuori dalle leggi della natura e ci inserisce nelle leggi della grazia e della libertà. E poiché non esiste libertà finché esiste la morte, l’intera vita di Cristo, dalla nascita fino alla risurrezione è finalizzata a salvarci dalla morte.

Ma come è possibile che la nascita di un bambino avvenuta duemila anni fa sia oggi una novità? La risposta a questa domanda sta in queste parole di San Atanasio:

Dio è diventato uomo affinché l’uomo (cioè ognuno di noi) possa diventare dio.

Questo fatto ci riguarda tutti, uno per uno. Il Figlio di Dio viene tra noi, diventa come noi, e noi ci ritroviamo a essere suoi fratelli, figli di Dio. Cristo è Dio e nello stesso tempo l’uomo perfetto, il Figlio dell’uomo per eccellenza. E’ il nostro modello, la forma perfetta dell’uomo così come è stato creato da Dio prima che il peccato lo deformasse.

Cristo viene nel mondo ma anche dentro di noi, se lo chiamiamo. Lui non ha mai cercato di cambiare il mondo attraverso nuovi sistemi politici o economici, ma cercando di cambiare ognuno di noi, interiormente. Dio vuole cambiare il mondo cambiando le persone, una per una. E nel fare questo, è partito da dodici giovani ai quali ha insegnato la legge di Dio: quella dell’umiltà e dell’amore fino al sacrificio di sé.

Il mondo in cui è nato Cristo duemila anni fa somigliava per molti aspetti al nostro di oggi: un mondo nel quale il peccato e il dolore sembrano trionfare. Nello stesso tempo, però, era un mondo talmente buono da far nascere in mezzo a lui la Madre di Dio che è più grande dei cherubini e dei serafini.

Oggi ci sono milioni di bambini senza educazione, droghe sempre più diffuse e dannose per il corpo e l’anima, trafficanti di armi e tante guerre: militari, economiche, nel nome di Dio, e persino nelle nostre famiglie. Ma nello stesso tempo, ci sono anche molti martiri, molti di più rispetto ai primi secoli della storia cristiana.

Sicuramente anche in questo Natale ci saranno feste, alberi addobbati, presepi e tanta luce… elettrica. Ma continuando a fare le guerre il mondo dimostra di non aver compreso la strada della pace. Non ha ancora compreso quello di cui Cristo ha parlato due mila anni fa: che il Regno di Dio è fatto di amore persino per i nemici, che la morte è stata sconfitta, che il Regno dei Cieli lo dobbiamo cercare dentro di noi (Luca 17, 21), che Dio, con la Sua nascita dalla Vergine Maria, vuole nascere anche dentro di ognuno di noi, perché non c’è un altro modo per starci più vicini. E se Dio ha scelto di morire sulla croce per noi, è perché non c’era un modo migliore per abbracciarci anche nella morte.

Questa è la grande novità di ogni Natale, e se smettiamo di meravigliarci di quello che Dio fa per starci più vicino, moriamo un po’ di più e ci allontaniamo dalla Vita.

padre Gabriel Popescu

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