Centro Culturale Italo Romeno
Milano

Daria Bracheri: Andiamo in Romania! Ed. Rediviva; 108 p. 2015

Lug 20, 2015

daria barcheriFOTO. Daria Barcheri – Castello Sinaia

ANDIAMO IN ROMANIA, di Rediviva Edizioni.

Vi spiego in poche parole perché bisogna leggerlo

Recensione di Daria Barcheri.

 

Leggendo e sfogliando quest’antologia veniamo a conoscenza, tramite racconti ed immagini, di qualcosa che, la gran parte di noi, non si immaginava nemmeno esistesse. Dopo aver letto “Andiamo in Romania”, edito da Rediviva Edizioni grazie al contributo di chi questo Paese l’ha conosciuto direttamente, la Romania, finalmente, non ci sarà più né ostile né sconosciuta, sarà parte integrante del nostro sapere e la apprezzeremo proprio come merita.

Purtroppo questo Paese dell’Est Europa non è ancora sufficientemente valorizzato, soprattutto da noi occidentali, ma anche dalle stesse istituzioni romene, con il risultato che poco o nulla si sa di che cosa ci sia veramente in Romania e di che cosa invece non ci sia, di come vivono i romeni e del perché emigrino all’Estero o del perché molti, in questi ultimi tempi, decidano di rimpatriare, del perché piace così tanto ai turisti e perché chi ci va una volta poi ci vuole ritornare. Solitamente si ha una vaga idea di un Paese povero, ma non si sa fino a che punto, alcuni la credono addirittura una terra arida e buia, una terra difficile, priva di attrazioni e di lusso, caratterizzata dalla totale assenza di progresso e di civiltà.

Non si conoscono quindi i punti veramente deboli della Romania e si ignorano completamente i suoi punti forti (a livello economico, sociale, culturale). Questo testo allora ci aiuta meravigliosamente poiché ci fa chiarezza, ci spalanca le porte su una realtà tutta da scoprire e che, invece, è molto dinamica e in evoluzione, ci apre le finestre verso le contraddizioni e le ambiguità che da sempre caratterizzano questo Paese donandogli un certo fascino e, per molti, una straordinaria bellezza.

Lo si intuisce immediatamente dando uno sguardo alle immagini che questo libro contiene, perché è proprio dalle immagini che si dovrebbe partire, anzi, dall’immagine, e mi riferisco a quella fotografia in bianco e nero che rappresenta un pastore durante una giornata di lavoro, in cima ad una collina, con quella luce che lo illumina e che ci illumina, immergendoci in una delle tante bellezze romene che si spargono per il Paese. Perché in Romania la bellezza ti viene incontro, inaspettatamente, dove non pensavi di incontrarla, ti coglie di sorpresa, quasi per errore, inciampi in una bellezza, e poi in un’altra e in un’altra ancora. Ecco, questo è in realtà la Romania, un susseguirsi di bellezze che ti bussano alla porta, un ospite che non attendevi, che ti coglie impreparato e che quando se ne va ti lascia in casa ancora il suo profumo di buono. Da qui il titolo del libro “Andiamo in Romania” come a ricordare che, questo testo, non fa altro che raccontare la vera essenza di un Paese dell’Est ingiustamente accantonato da istituzioni, mass media, agenzie turistiche e varie realtà sociali solo per un welfare che ancora fatica a crescere e a stabilirsi. Ma fino a che punto? Trattare la Romania con superficialità non giova a nessuno e quest’antologia ci fa comprendere questo gravissimo errore. La prima parte del libro ci stupisce immediatamente poiché ci offre dati ed informazioni veritiere che ci proiettano in un mondo nuovo, ossia nei legami profondi che Italia e Romania hanno più spesso coltivato nel tempo, e su più livelli, ma soprattutto a livello culturale ed economico.

Perché di italiani innamorati della Romania non ce ne sono solo adesso, ma ce ne sono sempre stati, fin da prima che in Romania si instaurasse il comunismo, e ne è prova la forza di un’insegnante universitaria che con tenacia e tra mille difficoltà riesce a realizzare il suo sogno di insegnare italiano in Romania e romeno in Italia, perché comprende da subito le similarità dei due Paesi e l’importanza dei rapporti culturali, pacifici e costruttivi tra le due terre europee.

La lettura della sua storia è fondamentale e non si può perdere, come non possiamo perdere il racconto di giornalisti o di chi, della Romania, ha voluto esplorare il suo lato più umano, tra gli orfanotrofi, circondato da bambini bisognosi di calore, ma che riescono a trasmettere al visitatore quell’amore e quella dolcezza che non si aspettava di trovare.

Ecco allora la Romania più grande, quella della semplicità e dell’empatia, quella del sorriso di chi è povero, ma che vive sereno a contatto con la natura, cavalcando e scolpendo il legno, la pietra, che beve solo il latte delle proprie capre e che ricama tappeti, che si dedica all’arte e che di quell’arte fa la propria vita e la propria ricchezza, il proprio mezzo di sostentamento, per poter convivere nel suo villaggio, in una quiete e con una forza che solo la natura sa donare.

In Romania, e questo libro ce lo spiega molto bene, è la natura stessa che ti avvolge, che ti abbraccia, è il silenzio dei suoi incantevoli monasteri e delle sue fortezze medievali che ti parla, ti racconta, ti trasmette emozioni, ti fa sentire vivo e ti fa sprofondare nelle meravigliose capacità di questo popolo che è ancora in grado di vivere in un tempo lontano, nel rispetto assoluto della natura, delle tradizioni e della comunità. Ma se poi ci si allontana e si va in città allora tutto cambia colore: dal verde della foresta si passa ad un arcobaleno scintillante, che quasi acceca, che sta lì quasi a darti il ritmo, che ti spinge avanti, così avanti che hai sempre paura di rimanere indietro, perché il traffico è veloce, la connessione internet è veloce, il lavoro si cambia in continuazione e devi reggere il passo con il capitalismo disumano sennò rischi di sprofondare; tuttavia lì c’è anche tantissima cultura, c’è l’arte e allora grazie all’arte e agli artisti sopravvivi, vivi, ti senti parte di un tutto, di un’associazione di pittori, musicisti o poeti perché lì c’è posto anche per te, sia che tu sia un artista sia che tu sia semplicemente un amante dell’arte e della cultura in tutte le sue forme.

“Andiamo in Romania” è, in breve, un dolce invito a non aver paura di affrontare le proprie paure perché ti accompagna con cortesia per salire su un aereo o un treno con lo scopo di partire per visitare una terra vergine, bella, sicura, culturalmente ricca ed accogliente. Perché le foreste dei Carpazi emanano un profumo di selvatico che altrove non si trova e la Sfinge dei Monti Bucegi è una sfinge naturale scolpita dalla natura, una sfinge che guarda dritta davanti a se, enorme, maestosa, orgogliosa di essere figlia di quella scultrice generosa che ha creato lei e le altre meraviglie terrene, meraviglie romene che almeno una volta nella vita dovremmo avere l’opportunità di ammirare da vicino.

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