Centro Culturale Italo Romeno
Milano

2012. L’anno Ion Luca Caragiale

Mar 3, 2012

L’Anno Ion Luca Caragiale

Caragiale Riccorrono 160 anni dalla nascita del sommo drammaturgo classico romeno, Ion Luca Caragiale, e 100 anni dalla sua morte (30 gennaio 1852 – 9 giugno 1912). Caragiale occupa un posto speciale nella storia della letteratura romena. Fu uno dei primi scrittori cui dobbiamo l’integrazione nel circuito della letteratura universale.

Narratore, drammaturgo, autore di pamphlet e poesie, commentatore politico e giornalista di talento, Caragiale creò un’opera che resiste al passar del tempo; sia nei “Racconti” satirici, sia nelle sue commedie, l’autore affronta temi strettamente legati alla società della sua epoca, dalla demagogia dei politici, ai rapporti familiali, dalla scuola ai brogli elettorali.

Caragiale è ritenuto il sommo drammaturgo romeno, per aver meglio rispecchiato le realtà, il linguaggio e il comportamento dei romeni. Maestro della comicità di situazione e di linguaggio, Caragiale creò un vero stile espressivo entrato nel gergo quotidiano, tramandandoci una vera eredità linguistica che rispecchia gli usi e i costumi, i vizi privati e pubblici della sua epoca.

Lo scrittore ha destato scalpore tra i suoi contemporanei non solo tramite le sue commedie, molto audaci per quell’epoca, ma anche per il suo modo di vita.

Per quanto riguarda l’arte, Caragiale ci ha lasciato una definizione piena di umorismo: “Creare (vuol dire): prendere dal caos informe degli elementi primordiali, fonderli insieme e colarli in uno stampo per dar vita a qualcosa che si differenzia totalmente da tutto il resto. Questa forza, nel caso dell’artista, la chiamiamo talento, estro. L’estro è la capacità espressiva che possiedono certuni, oltre all’irritabilità che hanno tutti gli altri”.

La scrittrice Ioana Pârvulescu è l’autrice di due libri dedicati all’opera di Caragiale: „În ţara Miticilor“ („Nel paese dei Mitica”), scritto nel 2007, e „Lumea ca ziar. A patra putere: Caragiale“ („Il mondo come giornale. Il quarto potere. Caragiale”), pubblicato dall’editrice Humanitas nel 2011.
Proponendosi di dimostrare perchè Caragiale sia rimasto altrettanto attuale come più di un secolo fa, Ioana Parvulescu scrive: „La risposta alle due domande di partenza, sulla resistenza dell’opera comica di Caragiale e sul mondo reale della sua epoca, è una sola: il giornale. La realtà quotidiana è riferita in maniera specifica dai giornalisti contemporanei a Caragiale, e il materiale giornalistico è aggiustato esteticamente da Caragiale. Un lettore intelligente, «sano e allegro» non poteva non ridere nel „leggere” quanto i giornalisti scrivevano su quel mondo; là c’erano tutti i mali, là si mirava al sensazionale, erano ironizzati i semidotti, si facevano dei ritratti che mettevano in luce più i difetti che i pregi; un universo dove tutto era o troppo banale, o troppo drammatico, patetico, gonfiato; un mondo dove l’apparenza era una cosa, e l’essenza, era tutt’altra cosa. Il mondo all’epoca di Caragiale era, dunque, doppiamente rispecchiato, interpretato: una prima «mistificazione» fu fatta dai giornalisti dell’epoca, la seconda fu messa in atto dall’autore, con estro e umorismo. Dietro ogni vicenda e ogni personaggio di Caragiale si nasconde un giornalista di investigazioni, che indaga e prende appunti, e dietro ogni giornalista c’è Caragiale il drammaturgo’, scriveva Ioana Parvulescu.

„Caragiale ha avuto il genio di assimilare non solo gli argomenti giornalistici, cosa fatta anche da altri grandi scrittori, molti di loro famosi. Interessante è che lui abbia preso anche i difetti dei giornali, lo stile giornalistico, l’approccio giornalistico. E pensare che lo facesse prima del 1900, cioè prima che appaia l’avanguardia! Era un coraggio folle. Leggere una letteratura che aveva tante cose in comune con i giornali, fu per il pubblico dell’epoca un vero shock. Perciò, io non posso accusare alcuni dei contemporanei di Caragiale che non lo abbiano capito. Ammiro, invece, chi l’abbia capito; tra questi il critico Titu Maiorescu. Potrei dire che era piuttosto naturale non capirlo”, spiega ancora la scrittrice.

Ion Luca Caragiale fu, dunque, un vero cronista satirico della sua epoca, agevolato dall’ottima conoscenza della società e delle varie tipologie umane, di vari ambienti che conobbe in prima persona grazie alle esperienze professionali che la vita gli offrì: piccolo funzionario di tribunale, collaboratore a vari giornali, traduttore di commedie al Teatro Nazionale, ispettore scolastico.

Fece il suo debutto letterario sulla rivista “Ghimpele” (“Lo spino”), dove collaborò con versi e narrativa satirica fino al 1875. Caragiale scrisse poi sulla rivista “Convorbiri literare” (“Colloqui letterari”) e sul giornale “Telegraful (“Il Telegrafo”). Pubblicò e scrisse da solo la rivista umoristica “Claponul” (“Il Cappone”), nel 1877. Nel 1878 comincia a lavorare nella redazione del giornale “Timpul” (“Il Tempo”), su richiesta del poeta Mihai Eminescu, che sarebbe diventato il sommo poeta classico romeno.

L’anno 1879 segna l’apice per la sua affermazione letteraria: viene pubblicata su “Convorbiri literare” la commedia “Una notte tempestosa”, la cui rappresentazione al Teatro Nazionale di Bucarest fu interrotta dalla reazione violenta di un pubblico che si riconosceva nei personaggi. Caragiale apriva così la serie dei suoi capolavori, che lo consacrarono come il più importante rappresentante della drammaturgia romena.

Un anno più tardi scrisse “Messer Leonida e la reazione”, una satira della piccolo borghesia amante delle rivoluzioni solo a livello di discorso, ma timorosa, in realtà, dei ribaltamenti sociali e dei cambiamenti che le rivoluzioni riportano. Caragiale continuò l’attività giornalistica fino al 1881, quando funzionò per un anno come ispettore scolastico.

Continuò anche a scrivere teatro ispirato alle realtà del suo tempo. E’ il caso del capolavoro “Una lettera smarrita” che ebbe la prima nel 1884 e registrò un clamoroso successo per la satira all’indirizzo del sistema politico di quell’epoca, la farsa delle elezioni, i compromessi e i brogli elettorali. Questa commedia è una elevata sintesi tra la satira di costume di una determinata epoca storica e la satira di certe tipologie umane con caratteristiche generalmente validi. Questa tendenza classica fa si’ che la commedia di Caragiale non perda mai la sua attualità.

Con “Cose di carnevale”, opera premiata ad un concorso del Teatro Nazionale nel 1885, si conclude la serie delle commedie di Caragiale. La sua ultima opera teatrale, è un dramma, “La calunnia”, ispirata al mondo del villaggio.

fonte www.rri.ro

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