Centro Culturale Italo Romeno
Milano

Veneti in Romania, Longo Editore, Ravenna

Giu 1, 2009

Roberto Scagno, Paolo Tomasella, Corina Tucu
Veneti in Romania, a cura di R. Scagno, Longo Editore, Ravenna, 2008.
pp. 240, ISBN 978-88-8063-606-9

Nella storia della prima grande emigrazione veneta nell’ultimo trentennio dell’Ottocento, un capitolo importante ma ancora largamente inesplorato è quello riguardante i Paesi dell’Europa centro-orientale e in particolare danubiano-balcanica. Nel processo accelerato di modernizzazione e di creazione della rete indispensabile di infrastrutture stradali e ferroviarie e dell’edilizia pubblica, maestranze venete e friulane ebbero un ruolo preminente e costante distinguendosi per capacità lavorativa, serietà ed efficienza dall’Ungheria e dalla Slovacchia alla Romania, alla Serbia, alla Bulgaria e alla Bosnia-Erzegovina.
Questo libro si occupa in modo specifico della Romania, la ‘sorella latina d’Oriente’ come veniva definita dagli scrittori italiani del Risorgimento. La presenza di mano d’opera qualificata proveniente dalle province venete, e soprattutto dalla Carnia e dall’alto bellunese, divenne insostituibile per lo sviluppo del Paese danubiano impegnato nella costruzione di uno Stato moderno su modello occidentale. Di rilievo fu anche l’apporto di artisti e uomini di cultura veneti nel corso dell’Ottocento. Nel periodo tra le due guerre mondiali, oltre ai lavoratori specializzati, impresari, industriali, ingegneri e architetti veneti svolsero una intensa e apprezzata attività professionale, brutalmente interrotta dall’instaurazione del regime comunista nel 1948. La disgregazione delle comunità residenti, l’esodo di migliaia di italiani e l’assimilazione forzata dei pochi rimasti e dei loro discendenti sono riflesse nelle interviste pubblicate in appendice al volume, testimonianza diretta di quelle drammatiche vicende.

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