Centro Culturale Italo Romeno
Milano

La retrospettiva degli eventi culturali 2008

Gen 6, 2009




La retrospettiva degli eventi culturali 2008

Ci soffermeremo sulle novità dell’anno, sulle mostre, gli eventi cinematografici, ma anche sui convegni organizzati dall’Istituto Italiano di Cultura in proprio o in partenariato con altre importanti istituzioni culturali e di insegnamento romene. Se non ricordate più le novità in materia di approccio alla promozione culturale lanciate nel 2008 dall’Istituto, vi ricorderei il progetto Italia Underground, le notti dell’Istituto Italiano – lanciate quest’autunno e due premi creati e finanziati dall’Istituto: si tratta dei premi alla memoria dell’italianista di Cluj Marian Papahagi e quello alla memoria della prof.ssa Teresa Ferro dell’Università di Udine, romenista di spicco.

In che cosa è consistita la manifestazione Italia Underground? E’ stato in primo luogo un progetto sperimentale che si è svolto nel periodo aprile-giugno inteso a far avvicinare i giovani alla cultura italiana in una maniera diversa, promuovendo tra i giovani romeni, le creazioni artistiche (musica, arti visive) della giovane generazione italiana, una visione dell’Italia attuale, attenta agli strumenti comunicativi più informali, pronta alla sfida del futuro. Con lo scopo di abbinare linguaggi culturali di avanguardia a una qualità eccezionale, ma anche di promuovere il talento e la sperimentazione delle nuove generazioni l’Istituto Italiano di Cultura ha portato nella capitale romena per la prima volta una mostra di fumetti italiani – “4 libri, 4 autori: il romanzo a fumetti e le sue declinazioni in italiano”, ospitata nella Libreria Carturesti nella prima metà di maggio. I quattro autori esposti sono stati Squaz (Pasquale Todisco) Alessandro Baronciani Marino Neri e Gianluca Costantini. Squaz e Gianluca Costantini hanno anche tenuto un workshop all’Università d’arte di Bucarest, svelando i segreti dei loro fumetti agli studenti romeni. A questo punto, potremmo menzionare che a giugno gli studenti laureandi dell’Università d’Arte di Bucarest sono diventati loro stessi beneficiari del progetto underground: le loro opere di laurea sono state esposte per due settimane nella sala dell’Istituto e hanno costituito la loro prima mostra collettiva da artisti laureati. Italia Underground ha incluso inoltre anche due rassegne di cinema (la prima intitolata “Italian Gothic”, un piccolo vademecum in quattro atti sul cinema horror e fantastico italiano e la seconda dedicata al regista Sergio Leone e al western) entrambe presentate da un critico di cinema molto apprezzato, Roberto Donati. Anche la musica ha trovato ampio spazio nel progetto dedicato ai giovani.

Un’altra novità del 2008 è stata la serie mensile “Le notti dell’Istituto Italiano di Cultura”, evento ispirato all’ormai tradizionale notte dei musei, delle gallerie e degli istituti di cultura. Però invece di un solo grande evento notturno all’anno, l’Istituto Italiano propone al suo pubblico un incontro mensile con la musica, il cinema e il teatro italiano e romeno, accompagnato da degustazioni di piatti tipici italiani. Così da ottobre è stato lanciato un nuovo progetto, che sin dal primo appuntamento ha riempito la sala di un pubblico giovane e desideroso di conoscere la cultura italiana. Il logo del progetto è anch’esso molto suggestivo – si tratta di un lupo che canta con la testa alzata verso la luna, che cambia il pelo, ma non il vizio: ogno mese il lupo che si diffonde nella città su locandine e pieghevoli ha un colore diverso, ma il suo vizio … resta immutato … deve per forza divertire la gente e a dicembre porta persino i regali come una specie di Babbo Natale.

Siamo arrivati anche alla terza novità – i premi alla promozione culturale lanciati quest’anno: quello alla memoria dell’italianista Marian Papahagi che è stato per anni il capo della cattedra di Italiano dell’Università di Cluj è andato quest’anno a uno storico – Stefan Delureanu, ormai ottantenne, che ha scritto non solo libri sul risorgimento italiano e romeno, ma ha anche tradotto importanti volumi di letteratura (soprattutto di Cesare Pavese) e alla prof.ssa Smaranda Elian dell’Univ. di Bucarest, che cura anche la collana bilingue Biblioteca Italiana pubblicata dall’Editrice Humanitas con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri dell’Italia. Il premio Papahagi verrà consegnato ogni anno a Cluj ed è finanziato dall’Istituto Italiano e dall’Unicredit. Invece l’altro premio lanciato ad un anno dalla scomparsa della nota romenista Teresa Ferro, dell’Università di Udine, è organizzato e finanziato interamente dall’Istituto con il patrocinio dell’Accademia Romena ed ha due sezioni: linguistica e storia. Il Premio Teresa Ferro che si rivolge a ricercatori che non abbiano ancora compiuto i 35 anni, è andato quest’anno allo storico medioevista Cristian Luca, dell’Univ. di Galati per la pubblicazione del libro “I Principati Romeni e Venezia nel 17-esimo secolo”.

Passiamo ora alle principali mostre organizzate dall’Istituto Italiano quest’anno. Senza dubbio la più importante è stata la mostra “Scuola Romana. Artisti a Roma fra le due guerre” ospitata nei prestigiosi spazi del Museo Nazionale di Arte della Romania. La mostra che ha incluso dipinti e disegni, ma anche sculture di importanti artisti di Roma come Maffai, Oppo, Capogrossi, Fausto Pirandello, Antonio Donghi, Antonietta Rafael e tanti altri è stata presentata a Tirana, Belgrado, Fiume e dopo Bucarest anche a Roma a Villa Torlonia. Non sono mancate neanche le mostre di artisti romeni ispirate all’Italia a alle sue bellezze: tra febbraio e marzo abbiamo avuto la possibilità di ammirare le fotografie scattate nelle principali città italiane, ma soprattutto a Roma, da Rodica Marinescu del Museo del Contadino Romeno, riunite sotto il titolo “Sentimenti”, proprio anche l’artista romena è legata alla capitale italiana da sentimenti molto forti. Tra la fine di marzo e la metà di aprile la città – fonte di ispirazione per gli artisti romeni è cambiata. Venezia è stata stavolta la musa ispiratrice di Valeria Voicu che ha esposto opere di grafica e del pittore settantenne Teodor Raducan. Vogliamo ricordare anche la partecipazione dell’Istituto Italiano accanto agli altri centri culturali stranieri di Bucarest alla III Edizione della Biennale dei Giovani Artisti, portando davanti al pubblico romeno opere di Piero Golia, Alice Cattaneo e Nicola Gobbetto. Ricorderei anche una delle più recenti esposizioni di opere di pittura ospitate dall’Istituto – quella di Elena Hariga sul tempo. La pittrice ha partecipato d’altronde sempre quest’anno a una mostra collettiva di più artisti romeni a Perugia.

Non possiamo non menzionare i principali convegni. Ricorderei: Le giornate della cultura italiana organizzate il 3 e il 4 giugno a Cluj in collaborazione con l’Università Babes-Bolyai e l’Università di Pisa, che ha incluso oltre a conferenze e seminari di studio, anche una mostra, un’esposizione di libri e proiezioni di film; il Simpozio Ragione e Fede all’inizio del III Millennio tenutosi sempre a Cluj, l’ormai tradizionale Settimana della lingua italiana ma anche il Convegno dedicato ai 2000 anni dall’esilio del poeta Ovidio in Dacia (organizzato in partenariato con l’Unione Latina).

E vi ricordo inoltre che gli eventi cinematografici proposti quest’anno dall’Istituto Italiano sono spaziati da film classici come quelli inseriti nella rassegna “Omaggio alle donne”, tra cui “La strada” di Fellini e la “Ciociara” di De Sica, a film inediti come quelli della rassegna dedicata ai film dell’orrore made in Italy e a produzioni recenti come i migliori cortometraggi premiati al Festival Maremetraggio di Trieste, proiettati nella sala dell’Istituto a fine novembre.

Ricordiamoci però anche dei musicisti italiani che hanno incantato con i loro motivi il pubblico bucarestino lungo il 2008. Come al solito, gli eventi musicali proposti dall’Istituto di Cultura non si sono limitati alla musica classica. E’ vero che abbiamo avuto l’occasione di ascoltare molti recital e concerti di musica classica, come ad esempio l’omaggio a Giacomo Puccini reso dal soprano Angela Papale e dal pianista Fabio Marra nel mese di maggio nella prestigiosa sala del Museo Nazionale George Enescu di Bucarest, o il concerto del clarinettista italiano Giovanni Lanzini assieme alla Filarmonica Paul Constantinescu di. Ma l’Istituto Italiano ha invitato anche musicisti romeni a interpretare brani di compositori italiani. E’ successo ad esempio in occasione dell’inaugurazione della mostra “Scuola Romana”, quando il soprano Mihaela Stanciu, il tenore Hector Lopez e la pianista Ioana Maxim hanno interpretato arie di opere di Vincenzo de Crescenzo, Puccini, Verdi e Salvatore Marchesi in un concerto dedicato anche alla commemorazione di un anno dalla scomparsa del Maestro Luciano Pavarotti.

Ampio spazio è stato concesso anche alla musica jazz. Ben tre gruppi italiani hanno partecipato quest’anno alla 15-esima edizione dell’International Music Festival Europa Fest, promosso dall’Associazione Jeunesses Musicales in collaborazione con le ambasciate e i centri culturali stranieri: Roberto Magris Quartet, Davide Pannozzo Band e Marco Castelli Quartet.

Inediti e interessanti sono stati anche i concerti del Duo de Cecco-Jeszensky – tenuto a Cluj in occasione della Giornata della Memoria, che è stato un vero e proprio viaggio tra le tematiche della memoria musicale dell’olocausto, brani del repertorio tradizionale delle minoranze ebraiche di Romania ed Ucraina, ma anche il concerto ospitato dall’Istituto a febbraio intitolato “Musica italiana da film in ritmo di jazz” del Luca Ruggero Jacovella – Elena Paoletti – Bruno Zoia jazz trio. Interessantissimo anche il concerto del Quintetto Vocale Mezzotono, eseguito interamente a cinque voci a-cappella, cioè senza l’ausilio di strumenti musicali, le voci stesse riproducendo i vari strumenti (batteria, percussioni, basso elettrico, chitarra, tromba).

Se vi ricordate il progetto Italia Underground con le sue numerose sfide, ricorderete senza dubbio anche “Il mondo alla rovescia” come si intitolava il concerto del gruppo Radicanto, un viaggio nelle parole e nei suoni della tradizione pugliese da Matteo Salvatore a Enzo Delre, dai Cantori di Carpino alle ballate salentine, o i Kiddycar la cui musica ha subito attecchito ai giovani romeni che si erano riuniti numerosi nel Club del Museo del Contadino Romeno di Bucarest per ascoltarli.

Non vogliamo però dimenticare la musica tradizionale delle varie zone d’Italia che è stata anch’essa ascoltata ed apprezzata dal pubblico dell’Istituto Italiano. A settembre abbiamo avuto l’occasione di ammirare a Bucarest in due recital il famoso cantastorie siciliano Nonò Salamone, grazie anche all’impegno dell’Associazione Castore e Polluce di Agrigento. A ottobre invece, invitato d’onore all’Ottava edizione della settimana della lingua italiana nel mondo è stato Ambrogio Sparagna con l’Orchestra Popolare Italiana che ci ha proposto un programma di musiche di piazza della tradizione popolare del Mezzogiorno d’Italia.

fonte: Radio Romania Internazionale

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