Centro Culturale Italo Romeno
Milano

La Prima Scuola Romena di Transilvania

Nov 13, 2008

Prima Scuola Romena a Brasov 1495

Prima Scuola Romena a Brasov 1495

Nel cuore della Transilvania, in un fiorente centro commerciale, culturale e spirituale nasce la prima scuola romena. In assenza di prove documentarie certe, le origini si perdono tuttavia nella nebbia dei tempi. Si tratta della Scuola di Schei di Brasov, che funzionava nel complesso della Chiesa Sfântul Nicolae. Secondo gli storici e le pubblicazioni specialistiche risalirebbe all’anno 1495.  In un memoriale del 1761 indirizzato dai romeni di Schei al governatore Bukov della Transilvania si informa che “…vennero edificate chiesa e scuola  nel anno 1495”. Sempre nel 1495 il prete Bratu da Schei ha scritto a Sibiu la prima lettera in romeno (documento non conservato). Altri storici ritengono che probabilmente esisteva già una scuola costruita in legno (come nel caso di tutte le scuole e chiese antiche), dato che nelle liste delle tasse della città comparivano dei “grammatici” (traduttori) che avrebbero potuto svolgere anche attività didattiche. Il primo documento importante che offre informazioni sugli inizi della scolarizzazione è una bolla papale emessa nel 15 dicembre 1399 da Papa Bonifacio IX, che parla del popolo romeno ortodosso che resiste con forza alle pressioni cattoliche sotto la guida dei “pseudoinsegnanti” .  La forte identità ortodossa non sarebbe stata possibile senza un sistema organizzato di educazione del popolo, rappresentato dalla chiesa ma sopratutto dalla scuola. In più, l’Omeliario (manuale) in slavo del XI-XII secolo scoperto a Schei attesta l’uso presso la “scuola di prediche” già da quel tempo.

Dall’ “Epilogo” del “Octoihul” (libro di culto) copiato negli Schei di Brasov dal diacono Oprea nel 1570, troviamo importanti rimandi alla vita scolare svolta in quel periodo. La scuola aveva due corsi: uno elementare, a tempo ridotto e un corso superiore per i futuri chierici e insegnanti, ma anche un corso pedagogico. Le lingue di studio erano il romeno, latino, greco e slavo. Si utilizzavano i libri di culto sia per imparare a leggere e scrivere (anche per la scrittura cirillica),  che per  l’iniziazione nel rito liturgico e la conoscenza dei testi religiosi cristiani a contenuto filosofico e morale.  Di recente  si è scoperto nell’ archivio del museo di Schei anche un manuale di filosofia in uso nella scuola.

La scuola romena di Schei ha conosciuto un periodo di particolare sviluppo con l’arrivo a Brasov nel 1556 del  diacono Coresi -”il più grande studioso e tipografo romeno del secolo XVI”. Editore e traduttore di libri in lingua romena, Coresi con i suoi circa 35 titoli, tra cui Tetraevangelul românesc (il testo dei 4 vangeli tradotti), Apostolul (“L’Apostolo”), Psaltirea-1577 (“Il salterio”), la prima traduzione del rito liturgico  (Liturghierul 1570)ecc., ha facilitato l’unità linguistica del popolo romeno e ha fondato la letteratura romena scritta.

Nel 1760 la scuola viene ricostruita ed ampliata in stile barocco (nelle cronache ufficiale descritta come “edificium magnum et digestum, sive duarum contignationum”) , così come si è conservata  fino ad oggi. Il sistema di insegnamento (aperto a bambini e adulti) presentato nei documenti del XVIII secolo era centrato su scrittura, lettura, computo, con un’importante ruolo per la musica di chiesa. Nel 1797 Radu Tempea stampa la grammatica rumena. Più tardi, nel 1848 George Ucenescu (insegnante alla scuola di Schei) compone la melodia dell’ inno nazionale “Svegliati, romeno!”

Dal 1968 nell’edificio dell’antica scuola è aperto un museo dedicata alla cultura e storia di questo angolo meraviglioso della Transilvania. Dentro si possono ammirare vecchi manoscritti tra cui un Omeliario del XI secolo, edizioni princeps, l’antica macchina tipografica e dei libri stampati da Coresi, documenti di valore inestimabile, ricchissimi oggetti di culto, una sala di classe della prima scuola romena con oggetti  antichi di studio, lo spartito della prima opereta romena di Ciprian Porumbescu “Crai nou” e tante altre curiosità storiche degne da vedere.

dott.ssa Maria Floarea Pop – Università di Pisa

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