Centro Culturale Italo Romeno
Milano

Il bello della Romania. Avvenire – Giorgio Paolucci

Mag 31, 2009

Alla rassegna partecipano scrittori, musicisti, intellettuali provenienti da Bucarest e presenti in Italia Un modo per costruire ponti di conoscenza e integrazione
Il bello della Romania
– Arte e cultura per conoscere le radici di un Paese «vicino»

DI GIORGIO
PAOLUCCI
I
romeni sono la comunità straniera più numerosa in Italia, oltre 780mila unità. Anche a nelle scuole occupano il primo posto, con 92mila studenti. A Milano vive una colonia di ottomila persone. Spesso protagonisti della cronaca nera sui mass media – che tendono a massificare il volto di un’intera etnia sotto un unico denominatore comune – i romeni sono un pianeta ancora poco conosciuto dagli italiani.

Dal 3 al 7 giugno viene offerta ai milanesi la possibilità di apprezzare le ricchez- ze culturali e artistiche di quel Paese attraverso conferenze, presentazioni di libri, spettacoli di musica, mostre di pittura e fotografia, film e documentari, con la partecipazione di accademici, scrittori, artisti e giornalisti. È prevista la presenza, tra gli altri, del professor Adrian Niculescu, docente presso la scuola di scienze politiche e amministrative di Bucarest e già docente all’Università Cattolica di Milano, degli scrittori Ingrid Beatrice Coman e Mihai Mircea Butcovan, della cantante Claudia Iordache, dell’arpista Marciana Petrila, dell pittore Nelu Pascu, di Violeta Popescu, responsabile del Centro culturale italo- romeno di Milano, e di accademici ed esperti italiani.
La manifestazione, intitolata ‘Romania- Italia, incontri culturali artistici a Milano’ , è promossa dall’Istituto culturale romeno di Bucarest e viene ospitata presso l’Istituto San Fedele, nell’omonima piazza, e presso la Casa delle Culture del mondo (fondata dalla Provincia) in via Giulio Natta 11 (fermata MM1 Lampugnano). Info:
www.culturaromena.it.


«Il nostro Paese è quello che nell’area dell’Est Europa vanta maggiori legami storici e culturali con il vostro – spiega Maria Stefanache, regista, una delle artefici della manifestazione –. La stessa lingua, la stessa radice latina, molti scambi commerciali, una forte presenza di nostri connazionali venuti qui per lavorare ma anche una significativa diffusione di imprese italiane che hanno messo radici in Romania. La cultura nelle sue diverse manifestazioni è un valido strumento per abbattere stereotipi
e pregiudizi e far conoscere l’essenza di un popolo. Inoltre il 2009 è una data importante per la nostra storia, perché ricorre il ventesimo anniversario della Rivoluzione di dicembre, che portò al crollo del regime comunista». La Stefanache ha curato in particolare la rassegna di video documentari che ripercorrono la presenza di artisti romeni nella cultura italiana, in programma domenica prossima alla Casa delle culture nel mondo. E l’anno scorso è stata la promotrice di un’analoga iniziativa, ‘Incontri con artisti straordinari dell’Est’, che aveva riscosso un notevole successo di pubblico. Per il 2010 è già in cantiere un evento che, attraverso documentari girati nei due Paesi, racconterà come gli italiani ‘percepiscono’ i romeni e viceversa. Un altro modo per conoscersi da vicino, oltre gli stereotipi. E per costruire integrazione.
Avvenire 31/05/2009

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