Centro Culturale Italo Romeno
Milano

Elisabeta Rizea- simbolo della lotta anticomunista in Romania

Gen 13, 2013

 

Elisabeta Rizea – 1912-2003

Nacque il 28 luglio 1912, una donna semplice, proveniente da un villaggio dei Monti Fagaras che ha sostenuto la lotta anticomunista e sopportato, per questo motivo, torture e anni lunghi di carcere. Elisabeta Rizea proveniva da una famiglia ordinaria, di campagna e la sua storia di vita è legata al capitolo della resistenza anticomunista in Romania. Appena il regime comunista si è instaurato in Romania, hanno preso forma decine di gruppi in contrapposizione che hanno lottato contro il regime, a volte essendo costretti a organizzarsi e nascondersi nelle zone montuose del paese.

La prima conseguenza, quasi immediata, della salita al potere del regime comunista, è stata l’arresto dell’elite del paese, allontanata da tutte le istituzioni importanti e migliaia di intellettuali mandati in carcere. L’elite culturale, scientifica, tecnica, artistica è stata praticamente annichilata. Alcuni sono stati uccisi, altri mutilati fisicamente e psicologicamente nelle carceri e nei campi di concentramento, altri ancora buttati fuori con la forza dalle università ecc. In queste condizioni di vita, molti ufficiali, soldati e studenti si sono rifugiati nei monti e hanno messo le fondamenta della lotta di resistenza antibolscevica, in attesa dell’arrivo degli americani. Tutti questi gruppi che si trovavano dappertutto, nei Monti Fagaras, Semenic, Parang, Retezat, Apuseni, Bucovina, Vrancea e Dobrogea, non erano per niente collegati tra di loro. Il movimento di resistenza armata romena è stato il più importante di tutti i paesi sotto l’Unione Sovietica. Per annientarlo, la Securitate romena (organizzazione di controllo e spionaggio della popolazione) ha impiegato più di dodici anni, aiutati però anche dal tradimento dei servizi segreti inglesi.

Col passare del tempo, questo movimento di opposizione al regime era diventato il bersaglio di una caccia spietata, perché la Securitate ha fatto piazza pulita anche nelle retrovie dei partigiani con arresti in massa nei villaggi sottomonte. Era questo il contesto in cui si sono rimarcati alcuni destini esemplari, come Elisabeta Rizea, che insieme a centinaia di altre persone come lei, non ha tradito il prossimo e i suoi ideali. Elisabeta Rizea ha aiutato tantissime persone, offrendo loro vitto e alloggio nelle difficilissime condizioni di vita nelle montagne, ma anche informazioni preziose a tutti quelli che lottavano contro il regime comunista in Romania, ai partigiani anticomunisti nascosti nei monti per sfuggire all’ira del regime. Si tratta soprattutto della brigata anticomunista dei Monti Fagaras, un gruppo montuoso collocato nella Romania centrale, a sud della cittadina Fagaras da cui prendono il nome e che fanno parte dei Carpazi, guidata dai capi Gheorghe Arsenescu e Toma Arnautoiu. In mezzo a loro si trovava anche Gheorghe Rizea, il marito di Elisabeta. Per quattro lunghi anni, Elisabeta, una semplice donna di campagna originaria di Nucsoara, ha fornito ai partigiani tutto quello di cui hanno avuto bisogno. Per l’aiuto dato a loro e per la colpa di avere un marito chefaceva parte del gruppo anticomunista, Elisabeta è stata condannata dai comunisti a sette anni diprigione.

elisabetarizea

Elisabeta Rizea viene arrestata il 18 giugno 1949 e rimane in carcere due anni senza un processo e una sentenza. Nel famoso e spaventoso carcere di Pitesti, Elisabeta viene rinchiusa in una cella di massima sicurezza e come se non bastasse, legata con le catene. I comunisti non si tiravano indietro nemmeno davanti alla figura esile di una giovinetta. La condanna che gli è stata inflitta è stata: sette anni di carcere per favoreggiamento dei fuorilegge. Quando finalmente avviene la sua liberazione, dopo nove anni terribili, Elisabeta si rimette di nuovo in contatto con i compaesani e gli ufficiali della Resistenza. Ma, il capo della Resistenza anticomunista, Gheorghe Arsenescu viene arrestato nel 1961 e insieme a lui anche Elisabeta Rizea, ma questa volta con la condanna a morte. Per fortuna, successivamente la condanna viene modificata e trasformata in lavoro forzato a vita. Il suo marito, Gheroghe Rizea, è stato in carcere quattordici anni, lunghi e sofferenti per le percosse sopportate. Nel 1958 viene messa in libertà e con caparbia continua a dare il suo aiuto ai partigiani.

Nel 1961 viene rinchiusa ancora, ma la sua sentenza è allungata di venticinque anni. Questa volta è rinchiusa nel carcere di Mislea, insieme alla moglie di Ion Mihalache, che si trovava in carcere perlo stesso motivo per cui si trovavano lì decine di donne. La fanno uscire grazie all’amnistia del 1964, ma sarà sempre pedinata da vicino fino alla caduta del regime comunista.

Nel 2001 Elisabeta Rizea riceve la visita di Sua Maestà il Re Michele I, Sua Maestà il Re Michele e Sua Maestà la Regina Anna.

Elisabeta Rizea si è spenta il 4 ottobre 2003, all’età di novantuno anni. ‘Mi basterebbero solo tre giorni di vita, ma vorrei sapere che il mondo si è rasserenato’, ripeteva sempre Elisabeta nella sua difficile vita.

La storia di un nemico del popolo – Cristian Cireap, 7 novembre 2012

La casa editrice Humanitas, Romania, ha ristampato per l’occasione della commemorazione a 100 anni dalla nascita di Elisabeta Rizea, la storia di questa donna meravigliosa, diventata il simbolo della lotta anticomunista. Appena il regime comunista era salito alla guida del paese, tante di quelle persone che non volevano sottoporsi all’assurda censura imposta, si sono nascoste nei monti e grazie all’aiuto di questa donna semplice del villaggio Nucsoara, Comune di Arges, hanno potuto resistere alla vita agreste per il cibo, l’alloggio e le informazioni fornite da Elisabeta. Per le sue azioni, Elisabeta è stata processata e rinchiusa più di una volta in carcere, dove ha subito torture etrattamenti disumani. In fine, è stata graziata nel 1964 e fino alla fine dei suoi novantuno anni ha combattuto per la ‘serenità del mondo’ anche con la sua testimonianza di quegli anni terribili.

Fonte:

Articolo a cura della dott. Lorena CURIMAN

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